lunedì 25 Novembre 2024 | 00:29

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Trudeau e Legault: mala tempora currunt

Non è un periodo facile per i due Primi Ministri: Justin Trudeau (Canada) e François Legault (Québec) sono alle prese con questioni spinose e spigolose, che rischiano di comprometterne la luna di miele con l’elettorato. Anche perché, in politica, la percezione spesso supera la realtà. Chi rischia di più, naturalmente, è il capo del governo federale, con il voto del 21 ottobre che pende come una ‘spada di Damocle’ sul suo destino politico. La domanda lanciata dal ‘The Globe and Mail’ è la seguente: l’ufficio del Primo Ministro ha fatto o meno pressioni indebite sull’allora Ministra della giustizia, Jody Wilson-Raybould

Un italo-quebecchese per il rush finale

Meglio tardi che mai. Lo avevamo chiesto ad alta voce ed a chiare lettere: Justin Trudeau ha rotto gli indugi, chiamando un italo-quebecchese capace ed esperto come David Lametti a dirigere un Ministero strategico e cruciale come il Ministero della Giustizia

2018, un anno intenso e incerto

Non è stato un anno banale o di transizione: il 2018 ci ha tenuto col fiato sospeso per 12 mesi, settimana dopo settimana, giorno per giorno, nel bene e nel male. Facendoci divertire, ma anche disperare. Un anno altalenante, dagli umori volatili e cangianti, soprattutto per le controverse scelte di politica economica del presidente americano Donald Trump

Caro Trudeau, oltre alla cannabis c’è di più

Pierre Elliott Trudeau, padre dell’attuale Primo Ministro, è stato un politico carismatico ed illuminato: ha governato il Canada per più di 15 anni (1968–1979 / 1980–1984) lasciando un segno indelebile. Il popolo canadese lo ha quasi idolatrato, alimentando un sentimento di euforia passato alla storia come “Trudeaumania”

Con Salvini non si sbarca. E il centrodestra vince

Questo è un governo che neanche il mago Otelma avrebbe potuto prevedere e confezionare. Ma tant’è. Ad impegnare, si fa per dire, i partiti in quest’ultima settimana sono state le amministrative in 861 comuni, mentre il Premier Conte si preparava per il G7 del Canada e nel Mediterraneo

Due Matteo sono troppi: Renzi lascia

Alla luce dei fatti, l’unico sondaggio della vigilia confermato dal voto reale è stato quello della Coalizione di Centrodestra, data al 37-38%, e così è stato. Tutti gli altri sondaggi sono risultati sbagliati. Sbagliato ‘per eccesso’ per il Pd di Renzi, crollato al 19%; sbagliato ‘per difetto’ per il M5S, che è invece schizzato al 32%

L’uomo forte al comando non piace

Alla fine ha vinto Valérie Plante, un’antropologa prestata alla politica, una donna come tante; fino a un paio di mesi fa una perfetta sconosciuta, la tipica donna della porta accanto: semplice, spontanea e sorridente. Un’outsider dalle idee nuove, coraggiose e innovatrici

Con Macron vince anche la Merkel

Dopo l’exploit di Donald Trump negli Usa, in tanti temevano una replica in salsa francese, con Marine Le Pen in grado di fare le scarpe ad Emmanuel Macron, ultimo superstite del ‘fronte istituzionale’ dopo la ‘debacle’ dei due partiti tradizionali: il partito Socialista e quello Repubblicano

Québec | Governo nella bufera

Maxi tamponamento a catena sull’autostrada 13.
Automobilisti intrappolati per ore al gelo e senza cibo

Distratto dal PD, il Paese arretra

A Carnevale ogni scherzo vale. Ma in Italia, dove di Carnevale si campa tutto l’anno, è impossibile distinguere tra il serio e il faceto. E così Grillo, di passaggio a Roma, non si sottrae al giochetto di prendere in giro Renzi: “Vorrei fare un appello a Matteo Renzi:resta!

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