Nuovo attacco al sistema delle Dop e Igp
L’origine territoriale e il metodo di produzione non possono essere autodichiarate dal produttore. Nuovo attacco al sistema Ue dei marchi di qualità agroalimentare Dop e Igp
L’origine territoriale e il metodo di produzione non possono essere autodichiarate dal produttore. Nuovo attacco al sistema Ue dei marchi di qualità agroalimentare Dop e Igp
Si è svolta lo scorso 16 febbraio, presso il Ministero degli affari Esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), l’XI riunione della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, con la partecipazione delle rappresentanze istituzionali, del sistema imprenditoriale e del mondo economico.
Ma vola l’exportagroalimentare in Canada. L’ultimo in ordine di tempo è stato il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada che, benché in vigore in via provvisoria dal 2017 e non ancora ratificato da tutti gli Stati membri, ha prodotto ottimi risultati soprattutto per l’agroalimentare Made in Italy.
Il caso dell’Irlanda e la lotta con i paesi produttori
L’agricoltura italiana si conferma protagonista all’interno della filiera agroalimentare dove l’intera filiera contribuisce al 15% del fatturato globale dell’economia nazionale.
Con questo bilancio il comparto delle Dop del nostro Paese raggiunge la quota del 21% come contributo al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. Quindi vuol dire che più di 1 euro su 5 del cibo e del vino italiano viene generato da prodotti Dop e Igp.
La dieta mediterranea entra nel Palazzo di Vetro dell’ONU
Nel 2023 entrerà in vigore l’ottava riforma della Politica Agricola Comune con obiettivi ben definiti e nuove direzioni che guardano con maggiore attenzione alla biodiversità, al clima e in generale all’ambiente
Nuovo governo, nuovo lessico per marcarne gli intenti. Arriva così il concetto di Sovranità alimentare a rappresentare la nuova identità del ministero delle Politiche agricole, ribattezzato Dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Denominazione che dovrà essere comunque formalizzata.
La crisi energetica, l’impennata dei costi di produzione delle aziende e lo spettro di una recessione globale non hanno finora arrestato la corsa del Made in Italy agroalimentare sui mercati esteri.