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L’identità visiva delle Gallerie degli Uffizi di Firenze

Qual è stato il percorso che vi ha portato alla concezione della nuova identità visiva degli Uffizi? Nel progettare una Brand, qualunque essa sia, ci sono dei passaggi necessari e obbligatori. Il primo e capire cosa c’è, perché è così e cos’è che lo motiva. Il secondo è considerare il contesto, sia in termini socioeconomici, sia in relazione al territorio competitivo in cui opera. Il terzo è il percepito interno ed esterno. Tutto ciò serve per definire il perimetro dell’intervento, definire il senso e il perché si può o si vuole o si deve progettare un’identità. In questo caso molte energie sono stata spese per definire il contesto, condividerlo con la direzione e verificarlo con gli stakeholder. Poi si inizia a progettare, o meglio poi si inizia a concretizzare un percorso che nel frattempo maturava in seno al gruppo di lavoro dedicato al progetto delle Gallerie degli Uffizi. Un percorso così articolato impegna mediamente 6 mesi, ma non c’è una regola assoluta, ogni caso è a sé.

Quali sono gli elementi grafici? Dall’analisi emergevano alcune caratteristiche, e una di queste era la fortissima e storica connessione con Firenze, la sua storia e la forte architettura. Da questa lettura sono emersi tre elementi che hanno indirizzato il design: l’arco rinascimentale, la sezione aurea e il monogramma nobiliare. La sintesi ha definito la forma del marchio e, a corollario di questo, si è sviluppato il sistema visivo e la sua declinazione.

In che modo è stata utilizzata in questi anni l’identità visiva? Esistono, nell’organigramma delle funzioni delle Gallerie, persone dedicate alla comunicazione. Le abbiamo accompagnate per un primo tratto e con loro abbiamo governato le applicazioni. Così facendo il nostro know how si è contaminato con il loro fare quotidiano. Così facendo il brand language si è e si sta sviluppando. Poi succede ancora di entrare su specifici progetti che nascono in funzione della brand architecture dinamica che contraddistingue lo sviluppo che Le Gallerie degli Uffizi hanno avuto in questi anni. L’ultimo nostro contributo è stato per l’area kids, con la nuova identità di UffiziKid che trova in rete, e in sede se andate in vista con bambini curiosi.

Quale è stato il ruolo del direttore degli Uffizi in questo progetto? Per noi è un Direttore con la D grande. In quest’accezione Eike Schmidt è stato fondamentale, per arrivare dove siamo arrivati. Se vogliamo la sua dimensione internazionale, di esperienza e visione, ha contagiato il processo e il progetto. Rendendo il tutto ancora più caldo nella dimensione di specificità, identità, cultura italica che pervade tutto il sistema Uffizi.

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In questi anni avete sviluppato brand e progetti per altre istituzioni museali, artistiche Italiane e internazionali? Un progetto recente di cui siamo orgogliosi è quello per il Parco di Ercolano. Il bello del nostro mestiere, come lo intendiamo noi, è che si vanno a cercare di volta in volta le peculiarità, le distintività, le unicità che rendono possibile l’invenzione di una Brand Identity solida. Per il Parco di Ercolano, ciò che ha definito la scelta dell’identità è il forte legame, stratificato, archeologico, socioeconomico, che quest’area detiene per la geografia, l’urbanistica e l’economia della Città di Ercolano. Ogni presenza culturale che abbia avuto una pre-esistenza significativa è parte di un tessuto umano fondamentale. In questo specifico, il progetto di marca per il Parco Archeologico ha assunto le connotazioni di una Destination Brand, per il coinvolgimento che detiene in quel territorio.

Carmi e Ubertis Milano
Carmi e Ubertis Milano unisce le competenze del Branding, ovvero la conoscenza analitica del senso della marca, con le competenze del Design, ovvero la cultura del progetto di comunicazione. Opera per clienti pubblici e privati, nazionali e internazionali, piccoli con le idee chiare e grandi con necessità di focalizzare al meglio i loro obbiettivi. Il primo marchio disegnato da uno dei soci è del 1972, il primo libro in cui si parlava di regia di marca è stato pubblicato nel 1994, il libro pubblicato nel 2009 parla per la prima volta di Branding Design e ne delinea i fondamenti, il libro Branding Design Oriented consolida metodologia e risultati.

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