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I popoli dell’Italia antica

I Liguri

Nelle prime due immagini un guerriero ligure con cimiero a testa di cigno. Nella terza immagine, un cigno iperboreo su un sole a tre raggi. L’immagine proviene da un’antica pietra di fusione per metallo, che lo studioso Giuseppe Varlese ha proposto quale simbolo da sostituire per la Regione Liguria.

 

(2ª parte)

Durante la guerra punica di Annibale contro Roma, al fine di sorprendere Roma scedendo dal Nord, Annibale non si azzardò di attraversare la Liguria, percorso ben più comodo e breve. Preferì, invece, valicare le Alpi a prezzo di molte perdite. Perché? Ciò è spiegato dalla rinomata bellicosità dei Liguri sin dall’antichità. Questa loro peculiarità costituì sin dai tempi più remoti un potente e solido baluardo che impedì l’invasione e la migrazione di popoli dal nord: Celti, Galli… e, appunto, il passaggio di Annibale, che fu obbligato ad attraversare le Alpi più a nord. Ma, una volta attraversate le Alpi, i Liguri fornirono guide alle truppe di Annibale per il varco degli Appennini e, in seguito, parteciparono alla battaglia della Trebbia contro Roma, nella speranza che il generale cartaginese li liberasse dal vicino romano. “Liguri dai capelli lunghi” (Ligures comati) li chiamavano i Romani. Questi abitanti delle zone montuose della Liguria, dell’Appennino tosco-emiliano e delle Alpi Marittime restarono a lungo ostili ai Romani. In modo particolare, i Liguri Apuani delle montagne della Lunigiana (Carfagnana, Massa Carrara e La Spezia). Durante le battaglie, essi si presentavano nudi o seminudi per apparire il più possibile selvaggi e feroci, alfine di incutere timore ai Romani. Mostravano il corpo dipinto e portavano lunghe chiome acconciate a mò di criniere di cavallo. Le loro armi erano lunghe lance, uno scudo, una spada e raramente arco e frecce: queste ultime venivano considerate disonorevoli poiché non permettevano lo scontro fisico frontale. Alla fine, i Liguri si divisero tra alleati di Cartagine o di Roma. Infatti, fu con l’aiuto dei Liguri Genuates (Genovesi) che Roma conquistò l’attuale regione, dai quali prese il nome: Liguria. Ma alla fine, chi erano e quali furono le origini dei Liguri? A quale ceppo umano e a quale civiltà accomunarli? A favore di un origine pre-indoeuropea fu il celebre storico e linguista francese Henri d’Arbois de Jubainville (1827-1910),  il quale sostenne che Liguri e Iberi costituissero i resti della popolazione autoctona dell’Europa occidentale e diretti discendenti dell’Uomo di Cro-Magnon. È interessante notare che ancora oggi, nel cuore dell’Europa occidentale, nella Penisola iberica è presente un popolo con idioma non indeuropeo: i Baschi. Altra autorità che considera i Liguri quale popolo pre-indoeuropeo è il geologo e paleontologo genovese Arturo Issel (1842-1922), che li considerò diretti discendenti dell’Uomo di Cro-Magnon del Mesolitico occidentale europeo. A complicare l’origine dei Liguri, oltre ai resti dei sette scheletri trovati presso Ventimiglia dell’Uomo di Cro-Magnon, nelle Grotte di Toirano, in Liguria, son state rinvenute tracce di oltre 12.000 anni fa dell’Homo Sapiens. E allora? Dai vari studi e dalle diverse ricerche si sono venute a creare due correnti di pensiero circa l’origine dei Liguri: la tesi pre-indoeuropea e la tesi indoeuropea. La tesi pre-indoeuropea considera i Liguri antichi tra i gruppi di popoli di lingua non indoeuropea, provenienti dalla Penisola iberica e stanziatisi in epoca preistorica in Linguadoca e nell’Italia nord-occidentale. Più tardi, con l’arrivo dell’ondata migratoria indoeuropea, i Liguri, al contatto con i nuovi arrivati, finirono col parlare un miscuglio di lingue, e questo già durante il Neolitico.

 

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In quanto ad un’origine indoeuropea dei Liguri, vi sono altrettanti sostenitori, tra cui Francois Louis Belloguet (1795-1872), celebre storico e etnologo che ne sostenne l’origine gallica. Anche Bernard Sergent (classe 1946), nel suo “Les Indo-Européens. Histoire, langues et mythes”, sostiene l’origine celtica della lingua ligure. Infatti, molti manufatti dell’area ligure, tra cui i famosi Torques, sono di tipo celtico. Già sin dall’arrivo degli Etruschi e dei Romani, l’Italia nord-occidentale era abitata da una popolazione complessa di celto-liguri, con preponderanza celtica a nord del Po, mentre più a sud l’impronta dei liguri continuò a lasciare tracce importanti. Vi è che, stando al tipo di religiosità e ai vari simboli espressi dai liguri, questi possono benissimo essere accostati ad una tradizione e ad una compagine indoeuropea. Infatti, in tutti i popoli di origine indoeuropea, si riscontra una religiosità solare patriarcale ed olimpica: Carri e barche “solari” di oro o di bronzo sono presenti in Scandinavia, Inghilterra, Islanda, nel mondo celtico, germanico, in Grecia e a Roma; così come nell’Iran e nell’India vedica sono stati ritrovati emblemi del sole, dischi, croci e svastiche. L’antichissimo Popolo ligure presenta le stesse caratteristiche. Al loro pantheon religioso è associato il patriarcato, il culto del sole, una gerarchia mitologica divina corrispondente a quella olimpica, alla quale associarono il Cigno regale; e il Cigno Solare è di natura prettamente indoeuropea, il quale, oltre a rappresentare il Sole, è anche l’attributo di Apollo. Il Cigno Solare dei Liguri simboleggia la giovinezza, la potenza e la virilità; esso rappresenta, inoltre, l’essenza maschile e femminile: femminile la candida bellezza, maschile simboleggiato dal suo lungo collo che ricorda una forma fallica. Per i Liguri, come per gli indoeuropei, il cigno bianco rappresenta luce e purezza, valori che il Cristianesimo riprese a simbolo di Cristo crocifisso. Nella mitologia greca, il Cigno ricorda Leda svegliata dal verso incantevole del cigno (che in effetti era Zeus), col quale si accoppiò. Nella mitologia, la leggenda identifica Fetonte al cigno con i Liguri. Alla tragica morte di Fetonte precipitato nell’Eridano (il Po), Cicno, re dei Liguri, suo parente e amico si dispera a tal punto che gli dei impietositi lo trasformano in un cigno, animale sensibile alla musica (attributo di Apollo). Mentre le sorelle, le Elidi, vennero trasformate in pioppi e il loro pianto in ambra. Curioso: i pioppi costituiscono ancora un elemento di fondo del panorama padano, Valle del ligure Eridano! …E la leggenda vuole che, in punto di morte, il cigno emetta un bellissimo canto: il canto del cigno.

(Conclusione) 

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