lunedì 23 Dicembre 2024 | 00:28

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Vincenzo Thoma

Il gioco della guerra e il Natale

Non c’è bambino che non abbia passato momenti della sua infanzia intento a immaginare di sconfiggere eserciti nemici con tanto di rumorose incursioni aeree, studiati lanci di granate e missili, infiniti corpo a corpo, magari fingendo egli stesso di soccombere sotto i colpi dell’avversario.

Chi di noi non ha vissuto il tormento di dover scegliere tra limite ed abisso? Chi di noi non si è rósa l’anima tra l’impulso a rincantucciarsi nel limitare di una “tiepida casa’’, chiudendo gli occhi e continuando semplicemente ad esistere, e quello contrario a sfidare le tenebre dell’incerto e dell’impervio, avventurandosi per l’arduità dell’Essere,

Genitori fuorilegge

  La statistica è inquietante: in Italia, ogni due giorni, chi opera al servizio dell’educazione e dell’istruzione dei nostri figli riceve le attenzioni manesche di genitori improvvisamente… preoccupati dei progressi

La verità ci sabbia tra le dita

Se potessimo osservare lo schiaffo spumoso di un’onda su uno scoglio, saremmo sorpresi dalla rivelazione improvvisa, al nostro sguardo, di tutto un microcosmo di vita di cui ignoravamo l’esistenza: conchiglie, formazioni rocciose, tutta vita nascosta che, poi, il moto di risacca creato da una nuova onda tornerebbe a restituire all’invisibilità.

L’armonia dell’assurdo

Davanti al sole inginocchiato all’orizzonte, quando i suoi raggi cedono il proscenio al fascino lunare della sera, chi di noi non ha pensato a quanto bella sia la Natura? Osserviamo le ali di una farfalla farsi varco tra le prigioni della crisalide; scopriamo, improvviso, un germoglio sulla nudità di un ramo a giustiziare l’inverno.

L’ineffabilità del moderno

La modernità viene tradizionalmente riferita all’idea di progresso, di libertà, di fede nelle possibilità della Ragione umana.

Cosa faresti se avessi solo un giorno?

Per una volta, permettetemi di far parlare altre voci. Sono quelle di alcuni miei giovanissimi studenti al Collège International Marie de France, dove insegno italiano come lingua seconda da 25 anni. Si tratta di ragazzi ancora lontani dal terminare i loro studî; eppure, il loro amore per la lingua italiana li spinge a bruciare le tappe: sono già pronti in anticipo di tre anni per il loro bac in italiano, l’esame di maturità nel sistema francese.

Quando un figlio uccide

Figli che eliminano i genitori. La notizia ci devasta come fosse la prima volta. Eppure, l’evento è archetipo che ritroviamo già nel mito di Crono che evira suo padre Urano,

Amo Roma e l’esilio necessario

Sono nato a Roma. Heidegger direbbe che mi ci hanno “gettato”. A Roma posso dire di aver vissuto una parte importante dei miei anni: qui, ho mosso i miei primi passi, conosciuto le gioie e le pene dei primi amori, il sapore delle prime sconfitte, così come l’estasi delle prime soddisfazioni.

L’antilingua e la mamma

Se potessimo entrare in ogni cucina italiana ed ascoltare una conversazione tipica tra una mamma, magari un po’ avanti con l’età, e un figlio adulto che le fa visita, sono convinto che ci troveremmo davanti ad espressioni come queste: “Vuoi che ti faccio un caffè?’’ – divertente, notare il mio programma Word bacchettarmi virtualmente sulle dita, proprio mentre sto scrivendo, per rimproverarmi l’orrore di quel “faccio’’; orrore che, ovviamente, non correggerò -.

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