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Agricoltura e agroalimentare al centro del Piano Mattei del Governo italiano

VERTICE ITALIA – AFRICA

 

di Alessandra Cori

 

Una dotazione iniziale di 5,5 miliardi di euro e cinque pilastri fondativi quali istruzione, salute, agricoltura, acqua e energia, con “progetti pilota” che vanno dai centri universitari di eccellenza in Marocco alla produzione di biocarburanti in Kenya.

L’ambizione del governo italiano è quella di trasformare l’Italia in un “hub” per l’approvvigionamento energetico fra Africa e Unione Europea.

Questa è l’impalcatura del cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa. Il piano del governo Meloni sui nuovi rapporti con il Continente africano svelato al vertice Italia-Africa, svoltosi a Roma dal 29 al 31 gennaio scorso.

 

Si tratta di uno dei primi eventi della presidenza italiana del G7 e uno snodo chiave nella politica estera del governo, popolato dalle delegazioni di 46 Paesi, con 15 capi di Stato e 8 capi di governo dal continente africano. Il Presidente del Consiglio ha ribadito che la logica del Piano è quella di una “piattaforma programmatica”, in una “collaborazione da pari a pari” che dovrà stabilire anche i contenuti esatti del testo e le sue modalità applicative.

Uno dei settori di intervento più importanti sarà l’agricoltura, perché l’Africa detiene il 60% delle terre coltivabili ma risultano spesso inutilizzate. Occorre, secondo la bozza del Piano, fare in modo che la tecnologia contribuisca a renderle coltivabili per dare frutti. La sfida, secondo gli intendimenti governativi, non è solo garantire cibo per tutti ma assicurare cibo di qualità per tutti. Il ruolo della ricerca è per questo fondamentale, si legge, ma non deve riguardare la produzione di cibo di laboratorio e andare verso un mondo in cui il cibo naturale sarà assicurato solo ai ricchi e quello sintetico ai poveri. È fondamentale, come affermato dal Governo, mantenere il legame millenario tra uomo e terra, e la ricerca aiuta a garantire questo legame con tecniche di coltivazione sempre più moderne. Tra gli obiettivi elencati nel Piano, si legge l’intenzione di avviare in Algeria un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura e in Mozambico la costruzione di un centro agroalimentare volto a valorizzare le eccellenze e le esportazioni dei prodotti locali. In Egitto si prevede di sostenere la produzione di soia, mais, grano, girasole con investimenti in macchinari, sementi e tecnologie oltre che formazione. In Tunisia si lavora a potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare e a creare un centro di formazione agroalimentare. Nell’ambito poi dei progetti di miglioramento nella gestione e l’accesso all’acqua, l’Italia ha affermato di volersi impegnare in Congo nella costruzione di pozzi e centri per la distribuzione dell’acqua a fini agricoli, alimentati da energia rinnovabile. Mentre in Etiopia si vuole avviare il recupero ambientale di alcune aree e intervenire sul risanamento delle acque.

 

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Inoltre, “in qualità di presidente del G7 Agricoltura, l’Italia lancerà due iniziative specifiche rivolte all’Africa in materia di sviluppo del settore sementiero e per la formazione delle nuove generazioni. Si tratta di azioni rivolte ai giovani africani che operano nel settore agricolo e che vogliono accrescere la propria conoscenza attraverso percorsi formativi che li mettano in contatto con esperti internazionali e permettano loro di fare dei periodi di studio all’estero, in particolare qui in Italia”. Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, durante i lavori relativi al Vertice Italia – Africa, “Un ponte per una crescita comune”. “L’Italia – ha sottolineato Lollobrigida – riconosce da sempre la centralità della formazione tanto in campo agricolo, così come per settori collegati al territorio, come la conservazione della biodiversità, le tecniche di rimboschimento, lo sviluppo di produzioni vivaistiche agricole e forestali. Si tratta di iniziative che, ad esempio, vengono svolte dai Carabinieri Forestali, che vantano una storica tradizione di eccellenza e che collaborano già con molti paesi africani per sviluppare la formazione in questo settore. Mi auguro che questi impulsi possano riscuotere l’interesse dei diversi paesi africani per accelerare un processo di investimento non solo da parte del Governo ma anche delle nostre imprese, che desiderano investire insieme alle imprese africane nello sviluppo di un Continente che non vediamo come ‘altro’ da noi perché bisogna crescere insieme”. “L’Italia per cultura, per vocazione darà il suo contributo a questo modello. Siamo certi che in quest’ottica potremo raggiungere obiettivi comuni”, ha concluso Lollobrigida.

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