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Pier Paolo Pasolini nel 1964
QUÉBEC | Pier Paolo Pasolini: le “Parti pris” corsaire

Nell’ambito della mostra La lunga strada di sabbia / La longue route de sable con fotografie di Paolo Di Paolo e testi di Pier Paolo Pasolini, la docente Julie Paquette terrà la conferenza Pier Paolo Pasolini: le «Parti pris» corsaire

 

QUÉBECCome già segnalato alla vostra attenzione nell’edizione dello scorso 19 luglio, in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, il cui anniversario è stato celebrato il 5 marzo 2022, la Bibliothèque Monique-Corriveau della città di Québec, di concerto con l’Istituto italiano di cultura di Montréal, ospita fino al 30 agosto la mostra La lunga strada di sabbia / La longue route de sable con fotografie di Paolo Di Paolo e testi di Pier Paolo Pasolini, a cura di Silvia Di Paolo. Lunedì 21 agosto, alle ore 15:30, si terrà, presso la Salle de conférence della medesima biblioteca, la conferenza sul tema Pier Paolo Pasolini: le «Parti pris» corsaire a cura di Julie Paquette, docente aggregata dell’Università Saint-Paul di Ottawa e vice preside della Facoltà di scienze umane e di filosofia.

 

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“È una fortuna immensa – così ha esordito la professoressa – avere accesso alle foto di Paolo Di Paolo e al testo di Pasolini nello stesso luogo di esposizione”. Il suo approccio all’artista, ha evidenziato, è stato indiretto, in relazione ai suoi studi sul Marchese de Sade, che le hanno permesso di conoscere e apprezzare l’ultima opera cinematografica dell’autore italiano, Salò o le centoventi giornate di Sodoma. “Sono rimasta affascinata dalla critica al fascismo e della società dei consumi che proponeva. Come politologa, entusiasmata dagli scritti di Antonio Gramsci, Herbert Marcuse e Walter Benjamin, mi ha suscitato un forte interesse. Ho poi deciso di intraprendere un post-dottorato all’Università di Montréal sulla questione della critica delle nuove forme di fascismo a partire dal pensiero di Pier Paolo Pasolini”. Al riguardo, ha rilevato che l’insigne uomo di cultura di origine bolognese apparteneva a una costellazione di artisti e intellettuali, quali Moravia e Fellini, all’epoca considerati scomodi e fortemente criticati. “Era un marxista eretico, un omosessuale, un pensatore dell’arcaismo e del sacro, molto critico della Chiesa cattolica, del fascismo piccolo borghese, del consumismo di massa, della Democrazia Cristiana, dell’edonismo neolaico. Il suo pensiero era complesso e accettava di contraddirsi: era costantemente critico con se stesso. È stato talvolta frainteso, si è sovente distolto il pensiero, ne è stata fatta una caricatura, le sue parole sono state ridotte a frasi troppo semplici, univoche”. Interessante le considerazioni relative all’interesse in Canada per Pasolini: “Quando si inizia a lavorare su Pasolini, ci si rende presto conto che non siamo soli. Ciò si spiega, forse, con una certa vicinanza tra l’Italia e il Québec degli anni ’60 e ’70: il ruolo del cattolicesimo, la rapidità con cui la provincia è entrata nella modernità capitalista con la Rivoluzione tranquilla, il sentimento di parentela tra le lotte indipendentiste e quelle anticoloniali”. Julie Paquette ha voluto precisare che, negli anni, diverse sono state le iniziative culturali sull’intellettuale e sul suo pensiero, alcune delle quali da lei stessa promosse. I temi da lui trattati sono di drammatica attualità per le sue profonde riflessioni sui mali della società odierna e sul decadimento del pensiero critico: “Pasolini è sempre stato avverso alle diverse forme di autoritarismo. Alla logica tipicamente fascista dell’invenzione delle tradizioni, egli ne contrapponeva un’altra, quella degli oppressi, della gente che ha detto «no», che ha rifiutato di collaborare. La sua opera ne è una testimonianza e un richiamo in questi tempi piuttosto singolari”. E così continua: “Abbiamo bisogno di lui per aiutarci a pensare in modo complesso. La sua opera ci fa vedere la bellezza di un mondo che è stato e che è ancora possibile. Contrariamente a quanto si dice di lui, Pasolini, al momento del suo assassinio, era ancora pieno di progetti, non aveva perso la speranza”. Quest’invito al pensiero critico costituisce, indubbiamente, un messaggio di forte valenza educativa di particolare attualità per le nuove generazioni. Alla domanda cosa proporrebbe ad un giovane interessato ad intraprendere lo studio di Pasolini, ha risposto: “Era un intellettuale talmente prolifico che è possibile scoprirlo in diversi modi. Consiglio di affrontarlo in base agli interessi culturali di ogni singolo studente. Suggerisco Ragazzi di vita e Gli scritti corsari per i cultori della lettura; la commedia Pilade per gli appassionati del teatro; Le ceneri di Gramsci per gli amanti della poesia e Teorema per i cinefili”.

 

In fondo, è lo stesso percorso intrapreso dalla docente Julie Paquette, la quale, da un interesse persino occasionale per un film di Pier Paolo Pasolini, si è ritrovata pian piano ad approfondire il suo pensiero e ad apprezzarlo per poi trasmetterlo agli altri.

 


L’intera mostra, così come la conferenza, è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Montréal e dalla Biblioteca Monique-Corriveau, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il patrocinio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa e in collaborazione con la Fondazione Sozzani di Milano.

 

Per maggiori informazioni sulla mostra e sulla conferenza, consultate i seguenti siti web:

https://www.bibliothequedequebec.qc.ca/activites/1298/pier-paolo-pasolini-le-parti-pris-corsaire/8841

https://www.bibliothequedequebec.qc.ca/activites/1275/la-longue-route-de-sable

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