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Addio a Giorgio Napolitano, funerali di Stato con cerimonia laica alla Camera

È stato il primo Presidente della Repubblica eletto due volte

 

Nato a Napoli il 29 giugno 1925, è stato uno storico dirigente del Partito comunista italiano, presidente della Camera e Ministro degli Interni, oltre che capo dello Stato (eletto per due mandati). Piaceva a Washington: nel 1978 il primo storico viaggio negli Usa

 

ROMA – Funerali di Stato e lutto nazionale per Giorgio Napolitano, 98 anni, il Presidente emerito della Repubblica scomparso nella serata di venerdì 22 settembre. È stato il primo capo dello stato eletto due volte, nel 2006 e poi nel 2013 per due anni. Nel gennaio 2015, a 89 anni, Giorgio Napolitano ha rassegnato le sue dimissioni a causa dei limiti fisici dovuti all’età. In quanto presidente emerito della Repubblica italiana, è stato nominato senatore a vita. Convinto europeista. Da tempo malato, era ricoverato nella clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato la disposizione delle esequie di Stato con la proclamazione del lutto nazionale per il giorno dei funerali, che sono stati celebrati martedì 26 settembre alla Camera, in piazza Montecitorio, con una cerimonia laica. Fino ad allora, le bandiere nazionali ed europee sono rimaste esposte a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici in Italia e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. A sorpresa, anche Papa Francesco ha fatto visita alla camera ardente allestita in Senato per il Presidente emerito. Francesco è stato il primo Pontefice a entrare a Palazzo Madama.

 

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La lunga carriera politica. Ex membro del Partito Comunista, passato poi ai Democratici di Sinistra, Giorgio Napolitano – nato a Napoli il 29 giugno del 1925 – è stato l’undicesimo Presidente della Repubblica Italiana dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. In carriera è stato Presidente della Camera nell’XI Legislatura, subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale. Poi fu Ministro dell’interno nel governo Prodi I, deputato dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, infine senatore a vita dal 2005, su nomina di Carlo Azeglio Ciampi, fino alla sua stessa elezione alla prima carica della Repubblica. Una vita spesa prima nel partito e poi nelle istituzioni, attraversando tutti i momenti più importanti e più critici della storia italiana dalla Liberazione al dopoguerra, fino allo scioglimento del Pci, a Tangentopoli e alla Seconda Repubblica. Napolitano è stato parlamentare quasi ininterrottamente dalla II alla XII legislatura, ovvero dal 1953 al 1996, saltando solo la IV. Ha recitato un ruolo importante nella storia del Pci, con due momenti particolarmente significativi: il 1956, quando approvò l’invasione sovietica dell’Ungheria, e nel 1968, quando invece condannò quella della Cecoslovacchia. All’interno del Pci è stato prima un riformista, poi capo della corrente cosiddetta dei “miglioristi”. È stato il primo comunista italiano a ricevere nel 1978 un visto per gli Usa e in seguito fu sempre più apprezzato da Washington. Tanto che Henry Kissinger lo definiva il suo “comunista preferito”.

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