(Adnkronos) – Aggredita e picchiata dalla madre di un’alunna alla quale avrebbe dato voti, a dire della donna, “troppo bassi”. E’ quanto avvenuto a una professoressa del liceo classico Plinio Seniore di Castellammare di Stabia nel napoletano, Lucia Celotto, ieri mattina all’interno dell’istituto. L’aggressione sarebbe avvenuta nel corridoio della scuola, la madre dell’alunna si era già lamentata in precedenza con la scuola del metro di valutazione a suo dire troppo severo da parte della professoressa. Quest’ultima, dopo aver subito l’aggressione, si è recata in ospedale per farsi curare e ha, poi, denunciato il tutto alle forze dell’ordine.”Un episodio davvero increscioso, un’aggressione fisica sul posto di lavoro”, sottolinea una collega della docente aggredita, Valeria Longobardi, sindacalista della Flc Cgil, in una lettera inviata alla dirigente scolastica dell’istituto, Fortunella Santaniello, e alla rsu del liceo classico.
“L’aggressione della collega – aggiunge Longobardi – non è un caso isolato nella scuola del post pandemia, dove spesso si verificano episodi di violenza nelle scuole a danno dei docenti, ma anche del personale Ata. Un fenomeno in crescita, derivante da disagi economici, sociali, psicologici, specchio di una realtà sociale in cui si registra un evidente indebolimento del tessuto valoriale, una discrasia tra modelli educativi, quello scolastico da un lato e quello socio-familiare dall’altro e, soprattutto, un progressivo discredito che decenni di disinvestimento finanziario e progettuale da parte della politica hanno riversato sul sistema scolastico. Ma c’è anche un’erosione interna delle relazioni: la scuola, che dovrebbe essere comunità, è sempre più spesso lacerata tra le sue componenti (dirigenti contro docenti, famiglie alleate con i dirigenti contro i docenti o viceversa). Troppa confusione e troppa conflittualità nelle scuole. Non si può continuare così. E un danno per tutti, per i ragazzi soprattutto che questa conflittualità la percepiscono, spesso la sfruttano a proprio vantaggio, come quando due genitori non vanno d’accordo”.