Molise felix. Il Campobasso Calcio è tornato in Serie C, il Giro d’Italia (era assente dal 1960) è tornato dalle nostre parti e ci ha riservato tante emozioni con l’11esima tappa Foiano di Val Fortore-Francavilla al Mare, passando in Molise a Pietracatella, Sant’Elia a Pianisi, Casacalenda e Termoli per poi arrivare in Abruzzo.
Folla lungo le strade e festa soprattutto per i bambini che indossavano una maglietta rosa con, sul dorso, i principali paesi attraversati dai corridori. E, per chiudere in bellezza il mese di maggio, a Larino, a quattro passi da casa mia, si festeggia dal 25 al 27 maggio San Pardo con la tradizionale sfilata di carri addobbati con fiori di carta e trainati da mucche o buoi. Solo il tempo fa un po’ i capricci, indeciso tra l’estate e l’autunno, tanto che nemmeno i meteorologi ci capiscono qualcosa. Mi sembra, però, che gli italiani, con i problemi del paese, siano un po’ cambiati, anche se nel mondo non se ne sono accorti ancora e ritengono ancora che gli italiani siano un popolo aperto, espansivo e solare. Amano rilassarsi, celebrare festività e ricorrenze in compagnia sia dei propri familiari che di amici e conoscenti. E i festeggiamenti spesso si svolgono a tavola, a casa o al ristorante, godendo delle tradizioni della cucina italiana e gustando un buon vino, mentre si chiacchiera piacevolmente con parenti e amici. Come vedete, ero su di giri e avevo quasi voglia di baciare il marciapiede sul quale camminavo, ma ho avuto la sciagurata idea di comprare un giornale (La Stampa) e una notizia in prima pagina mi ha raggelato il sangue: Allarme debito pubblico. “Roma peggio di Atene”. E il governo studia nuove tasse in autunno. Il mio buonumore è scomparso e, per consolarmi, ho dato uno sguardo di sfuggita alla bandiera…canadese che sventola davanti casa.
Dolce …dormire
A volte penso cosa vi racconterò quando scriverò per l’ultima volta questa rubrica e spesso, per farvi sorridere, penso di raccontarvi qualche aneddoto della mia lunga vita canadese, quando, solo e sperduto, prendevo il tram a Toronto per tornare a casa dopo la scuola o il lavoro e, qualche anno dopo, quando, con due miei compaesani, partivamo da Papineu-Jean Talon per arrivare a piedi a St-Catherine con la speranza di trovare una lavoro. Qualsiasi lavoro. I miei due compaesani vivevano a Montréal da qualche anno con le rispettive famiglie e io ero solo. Invidiavo soprattutto i loro panini: erano come quelli che mi preparava mia madre quando in autobus, ogni mattina, mi recavo a scuola a Larino. Nostalgia canaglia. Poi, dopo un paio d’anni, le cose si sono aggiustate e, senza raccontarvi la mia vita montrealese, ho avuto l’opportunità di tornare spesso al mio paese.
Quando tornavo avevo sempre voglia di riscoprire Montorio e la mia regione, ma non riuscivo mai a seguire il telegiornale molisano, trasmesso ancora oggi alle ore 14, perché mi addormentavo immancabilmente sul divano. Ora sono al mio paese da quasi 20 anni, vorrei tanto fare la siesta nel pomeriggio, ma non riesco più ad addormentarmi. Con qualche sforzo sono in una specie di limbo, una strana dormiveglia. Ed ero in questo stato anche martedi 7 maggio. Ascoltavo distrattamente il telegiornale e non ho avuto bisogno di un caffè per svegliarmi: “Ai domiciliari il presidente della Regione Liguria Toti. Sotto accusa anche Spinelli e l’ex capo dei porti Signorini. Choc in Liguria’’. Il Ministro della Giustizia Nordio è rimasto perplesso. Antonio Di Pietro, invece, sente odore di…bruciato.
Verso una nuova Juve?
Finale di Coppa Italia tra Juventus e Atalanta e naturalmente, alla vigilia, propendo per gli orobici. Vincono invece i bianconeri e il suo allenatore Allegri, che da oltre un anno aveva i giorni contati, è esploso. Ha attaccato un giornalista, gli arbitri e anche il nuovo direttore sportivo bianconero Giuntoli, “rubato” al Napoli appunto per isolarlo e farlo fuori. Allegri rappresentava l’ultima presenza del vecchio presidente Andrea Agnelli, fatto fuori, a suo turno, dal cugino John Elkann, che ci metteva e ci mette ancora i soldi. Secondo me ora la Juventus è diventata una società normale, che ha enormi mezzi per tornare a vincere e sicuramente, con l’uscita di Allegri, è diventata meno arrogante e più simpatica. Ed io, da povero interista… moderato, rischio di diventare un suo fan. Come ai tempi di Charles e Sivori.