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Un cammino lastricato di buone intenzioni 

LA PARITÀ UOMO-DONNA

Il cammino della donna-uomo è lastricato di buone intenzioni. Con le travolgenti conquiste femministe avevo sperato che si realizzasse un giusto equilibrio tra i due sessi, e che si attenuassero quindi certi costumi, stili, modi di vita non proprio ammirevoli, appannaggio fino allora in esclusiva dell’uno oppure dell’altro dei due sessi, pardon “generi”. Ma l’uomo, e soprattutto la donna, invece di correggere i propri difetti, ha finito con l’assumere i difetti del sesso opposto. In sintesi, l’uomo si è messo gli orecchini e la donna si è data al culturismo. 

 

Prendiamo anche i capelli lunghi. Quanto più pratici sono i capelli corti. Ma per secoli e millenni la donna, per compiacere l’uomo – come ci ripetono le femministe – si è sobbarcata alla fatica di prendere cura della propria lunga e folta capigliatura che piace tanto al maschio per la sua evidente valenza sessuale. Con la parità, cosa è successo invece? Sono stati gli uomini che si sono fatti lasciar crescere i capelli, accogliendo gaiamente la schiavitù dell’asciugacapelli e della messa in piega. Anche se questa moda maschile ha subito un fortissimo calo, essa è durata diversi anni e non è del tutto scomparsa. 

 

La stessa cosa vale per il culturismo. Mi sarei aspettato che con la parità dei sessi l’uomo abbandonasse il culto barbaro dei bicipiti e tricipiti ipertrofici, esaltazione caricaturale della mascolinità da troglodita con clava. È successo il contrario: è la donna adesso – non tutte, per carità, ma una minoranza comunque molto forte – che si è messa a trasformare il proprio corpo in un groviglio di fasce muscolari gonfie ed oleose. E il pugilato, sport violento, tipico dei maschi? Speravo che introducessero norme dirette a renderlo meno brutale. Sono state invece le donne a iniziare a praticarlo, professionalmente. Non solo, ma è stato introdotto un nuovo sport: la lotta-massacro con pugni e calci ammessi anche quando l’avversario cade e sputa sangue. Qualcosa di abominevole. Che però ha aiutato la donna a sentirsi l’uguale dell’uomo, poiché le donne oggi sono ammesse a praticare anche questo tipo bestiale di lotta. 

 

Speravo che i peli sotto le ascelle della donna mediterranea rimanessero dov’erano, ossia restassero intonsi e con qualche benedetta stilla di sudore. Mi ci ero, come dire, affezionato. Le ascelle pelose rendevano ai miei occhi la donna sexy, oltre a fornirmi in certi momenti decisivi il dovuto stimolo. E invece no, quei peli che facevano inorridire le femministe nordamericane in visita in Italia sono scomparsi. Sono invece gli uomini ad essere divenuti adepti, come le donne, della depilazione delle ascelle e talvolta dell’intero corpo. 

 

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Avevo previsto, erroneamente, che la faticosa via dell’uguaglianza sarebbe stata disseminata di orecchini. Vuoi vedere che la donna non approfitta della quasi raggiunta parità con l’uomo per disfarsi una volta per sempre dell’usanza barbara di tener agganciati alle orecchie, dopo averne bucato i lobi, cerchietti, minuscoli bulloni, barrette di metallo e ammennicoli vari per attirare il maschio? Anche qui è successo il contrario. È stato l’uomo che ha adottato la mutilazione dei lobi. A dire il vero la conquista degli orecchini è stata graduale. È avvenuta in due fasi. Dapprima l’uomo ha adottato un solo orecchino. In seguito se li è messi tutti e due, giudicando che la parità, se c’è, deve essere completa. 

 

La guerra dei sessi, anzi dei generi, continua lungo la triste strada dell’uguaglianza. Non c’è che dire: la donna ha vinto la sua prima battaglia, lunga e difficile. Ma è un cammino triste il suo, trattandosi di un’uguaglianza rivolta a un modello fallimentare: “l’uomo al passo coi tempi”.

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