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Rocco Di Trolio
Rocco Di Trolio: “L’Italia investa
sugli italiani nel mondo”

L’INTERVISTA al consigliere CGIE in canada

Prima erano in 5, ora è rimasto solo lui: Rocco Di Trolio, di Vancouver, originario dell’Irpinia (nato a Calabritto, in provincia di Avellino, nel 1955, vive all’estero dal 1974, prima in Germania, poi in Inghilterra, quindi in Canada; già Presidente del Comites, da oltre 30 anni al servizio dei connazionali attraverso il Patronato Inca), è l’unico Consigliere che rappresenta il Canada al CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Rispetto al passato, oggi il CGIE si compone di 94 Consiglieri, di cui 29 di nomina governativa e 65 eletti direttamente all’estero dai “grandi elettori”: espressione dei Comites e delle Associazioni italiane all’estero. L’unico rappresentante in Canada è stato eletto il 26 settembre scorso a Ottawa in occasione dell’’Assemblea Paese’, formata da 78 ‘delegati’ (su 84 aventi diritto) provenienti dalle principali città: da Vancouver 16 membri del Comites più 10 rappresentanti di altrettante Associazioni; da Toronto, 16 più 5; da Ottawa, 12 più 4; e, da Montréal, 16 più 6. Alla fine l’ha spuntata Rocco di Trolio con 39 voti: sarà lui a promuovere gli interessi dei connazionali in Canada per i prossimi 5 anni. “Mi sento gratificato dal consenso ricevuto – ci ha detto per telefono – ma avverto anche il peso di una responsabilità che prima era condivisa da 5 membri in un territorio molto vasto: diventerà quasi un lavoro a tempo pieno, pur essendo puro volontariato”.

Per fortuna ci sono le nuove tecnologie. “Ogni settimana parteciperò ad una riunione in videoconferenza con l’Ambasciatore e tutti i Consoli”.

Le 3 priorità del mandato quinquennale. “Più finanziamenti per la promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza e la sensibilizzazione del Canada sulla necessità di estendere l’ “Holiday working Visa” da 6 mesi a 1 anno. E poi: attivazione del riconoscimento della patente italiana in tutte le Province canadesi; promozione del sistema Italia a livello commerciale, in collaborazione con le Regioni; e miglioramento della programmazione Rai (più informazione di ritorno e meno trasmissioni ‘ad hoc’, perché non vogliamo essere una riserva)”.

Il rapporto con i parlamentari in Nord America. “Il Cgie è la sintesi di tutti i Comites, siamo quelli più vicini al territorio: spetta a noi elaborare le tematiche che poi gli eletti possono tramutare in provvedimenti legislativi”.

Cgie, strategico raccordo tra Comunità e i parlamentari: “L’Italia è una potenza culturale, gli italiani all’estero sono da sempre i veri Ambasciatori dell’Italia nel mondo, in termini di interscambi culturali, turismo e commercio. L’Italia deve investire di più: noi chiudiamo gli Istituti di Cultura, mentre Francia e Germania li potenziano spendendo 6-7 volte di più”.

Da 5 a 1 membri del Cgie, in Canada: come giudichi la decisione del governo? “Al Ministero degli Esteri hanno deciso di tagliare i consiglieri d’oltreoceano che costano di più. Niente di più sbagliato: la nuova ripartizione, in base all’Aire e all’anagrafe consolare, è una grande ingiustizia, perché non tiene conto del territorio. Noi anglofoni d’oltreoceano (Canada, Usa, Sudafrica e Australia) siamo stati fortemente penalizzati”.

Un messaggio agli italiani di Toronto, Ottawa e Montréal, che non sentono più vicino il loro Consigliere? “Sarò sempre in contatto con i presidenti dei Comites, che consulterò tutte le volte che andrò a Roma per un’assemblea del CGIE. In ogni caso, grazie al web, ci sarà modo di dialogare ed ascoltare tutte le istanze che emergono tra gli italiani”.

Nell’ultima riunione del Comites, il Consigliere uscente Giovanni Rapanà ha accusato apertamente il Partito Democratico di aver interferito sull’esito delle elezioni. “È un’affermazione offensiva nei confronti dei 78 delegati che hanno partecipato all’ ‘Assemblea Paese’, perché insulta le persone che hanno espresso liberamente il loro voto. Non c’è stato alcun condizionamento: Giovanni Rapanà ha fatto e fa tuttora politica, quindi è strano che proprio dal suo pulpito si accusi il partito di interferenze. I partiti fanno il loro mestiere, ma dire che il Partito Democratico abbia pilotato le elezioni è una grossa eresia: ciascun partito può dire quello che vuole, poi, però, nel segreto dell’urna, le persone sono libere di votare per chi vogliono. È offensivo che un esponente della Comunità, già membro del CGIE, adesso consigliere comunale, critichi un esito democratico di un’asseblea sovrana. Rapanà sta insinuando che i partiti manipolano il voto e questo è offensivo verso gli elettori stessi. Proprio lui, che ha contattato uno per uno i membri della mia delegazione, mentre io non mi sono permesso di disturbare la delegazione di Montréal: ho fatto il mio intervento ed ho lasciato ai presenti la facoltà di decidere.Rapanà deve accettare l’esito del voto. E poi, se il Partito Democratico lo ha abbandonato, dovrebbe chiedersi perché, facendo mea culpa, visto che fino a poco tempo fa si vantava di essere Renziano. Ora, invece, a Montréal c’è un altro segretario alla guida del Pd. Cosa è successo?”.

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