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Primi 100 giorni:
Trudeau non delude le attese

IL PUNTO di Vittorio Giordano

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La ‘Trudomania’ non accenna a placarsi. Continua la luna di miele tra il Primo Ministro Justin Trudeau e i cittadini/elettori canadesi: il colpo di fulmine dello scorso 19 ottobre non è stata una semplice infatuazione, una passione ‘infuocata’ e irragionevole, irrefrenabile ma di breve durata, ma l’inizio di una storia d’amore che ha radici profonde e sembra destinata a durare a lungo. In parte anche di riflesso, per eccesso di antipatia per il governo Harper: era così tanta la voglia di voltare pagina, che Trudeau gode di un credito enorme (anche se non infinito). La popolarità del governo liberale, infatti, continua a crescere a quattro mesi dal voto che ha sancito un cambio radicale dopo i circa 10 anni ininterrotti di ‘regno’ conservatore. A certificarlo due sondaggi identici: quello condotto da Léger, tra il 1º ed il 4 febbraio, e pubblicato da ‘Le Devoir’, secondo cui il sostegno attraverso il Paese sarebbe del 49%; e quello realizzato il 16 e 17 febbraio dall’istituto Forum Research, e pubblicato dal ‘Toronto Star’, secondo cui oggi gli elettori accorderebbero, appunto, il 49% dei consensi al Partito Liberale. Ovvero: il 10% in più di quanto già fatto in occasione degli scrutini di ottobre. Con 22 punti percentuali di vantaggio sui Conservatori e addirittura 34 sui Neodemocratici. Due istituti di statistica diversi (e spesso in competizione tra loro), che hanno ‘partorito’ lo stesso risultato. A scanso di equivoci. Una popolarità quasi ‘bulgara’ per Justin Trudeau: dopo 100 giorni di governo, i Liberali viaggiano col vento in poppa. Merito soprattutto delle promesse mantenute: a tempo di record, infatti, Justin Trudeau sta trasformando in provvedimenti legislativi tutti gli impegni presi in campagna elettorale. Anche quelli meno ‘attraenti’, come il rosso di bilancio già quantificato in almeno 18.4 miliardi di dollari per il biennio 2016/2017 (rispetto ai 10 preventivati). Un ‘male necessario’, una pillola indigesta da prendere col naso turato per rilanciare l’economia attraverso massicci investimenti in infrastrutture e misure fiscali a favore della classe media. Una scommessa che l’opinione pubblica ha già ‘sposato’ senza colpo ferire. Un’agenda fitta di impegni, quella del governo, che nell’ultima settimana è stata scandita da due importanti ‘colpi messi a segno’: l’ultimo rifugiato siriano, dei 25 mila previsti, è stato accolto in Canada il 27 febbraio scorso, mentre il Ministro dell’Immigrazione John McCallum ha depositato giovedì scorso una nuova legge sulla cittadinanza che abroga quella recentemente adottata dal Harper (la legge C-24. Senza dimenticare il ritorno al formulario obbligatorio lungo per il censimento del 2026, la fine dei raid aerei in Iraq e Siria, il dialogo con le Province e l’apertura alla commercializzazione della marijuana. Intendiamoci: spesso si tratta di roboanti annunci (anche se resi più appetibili dai crismi dell’ufficialità), non sono mancati gli scivoloni (come la reazione blanda all’indomani degli attentati a Parigi e in Burkina Faso che sono costati la vita a 6 quebecchesi o i ripetuti selfie da ‘sex-symbol’ in diversi summit internazionali) e le decisioni sulle questioni più spinone (come l’oleodotto Énergie Est) tardano ad arrivare. Prima o poi il governo dovrà esporsi e prendere decisioni anche scomode e impopolari ma utili per il futuro del Paese. In generale, però, è lo ‘stile Trudeau’ tout court ad aver fatto breccia nel cuore dei canadesi: a partire dalla scelta di un governo con più donne, più autoctoni, più esponenti delle regioni e ‘figli’ del multiculturalismo; un esecutivo più aperto, trasparente e all’ascolto. Una rivoluzione culturale. Piace il tono ottimistico, la freschezza e l’entusiasmo che caratterizza tutte le uscite pubbliche dei Ministri e del Primo Ministro. Naturalmente la politica non è solo annunci in pompa magna, sorrisi a 36 denti, occhiolini e strette di mano: il 22 marzo il governo depositerà la prima manovra finanziaria. Sarà la prova del fuoco per un esecutivo che da 4 mesi vola sulle ali dell’entusiasmo. Le scelte, concrete e circostanziate, condizioneranno per forza di cosa la vita quotidiana dei cittadini. E potranno alimentare una ‘Trudomania’ chiamata a dimostrare, una volta per tutte, di non essere solo un fuoco di paglia, ma amore a prima vista: quello vero e senza compromessi.

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