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Pos o non pos?

Sono finite le vacanze e si comincia a parlare seriamente della campagna elettorale, in vista de voto del 25 settembre. Per come stanno le cose è quasi sicuro che il centrodestra ne uscirà vincitore, ma secondo molti esperti i problemi verranno dopo, quando Salvini (Lega) e Meloni (Fratelli d’Italia) si sbraneranno per conquistare la leadership. Litigheranno sicuramente per il programma del nuovo governo e sui futuri Ministri. Berlusconi starà a guardare e, su consiglio di sua figlia Marina, si sfilerà dalla sua alleanza e al presidente della Repubblica Mattarella non resterà che optare per un governo di salute pubblica. E, questo lo aggiungo io, forse ci ritroveremo di nuovo con Draghi. Se naturalmente avrà digerito le due “trombature”.

Dagli ultimi sondaggi si evince anche che il numero di coloro che non andranno a votare si aggira intorno al 35%, ma penso che saranno di più. Potrebbe anche esserci una sorpresa. Gli indecisi, infatti, potrebbero decidere di andare a votare. Ma non credo.

Pos o non pos?

Dal primo giugno, mi sembra, negozianti, tassisti ed altre attività devono accettare la moneta elettronica, cioè il cliente può pagare con carte di credito, di debito o prepagate come già si fa in quasi tutto il mondo.

All’inizio c’è stata una certa resistenza, ma ora tutti sono muniti dil POS (dall’inglese Point of sale, punto di vendita), una macchinetta che vi permette di fare i pagamenti senza usare il contante.

Ma gli italiani sono creativi. Spesso dicono che non funziona, che aspettano il POS nuovo oppure quello sul bancone è di un loro parente.

Esempio. Ordino una torta da una pasticceria e vado a ritirarla due giorni dopo. Sul bancone vedo una macchinetta nuova fiammante, il famoso POS, e per curiosità le chiedo se posso pagare elettronicamente. Un altro po’ sveniva e per poco la torta non finiva a terra. Mi dice, arrossendo, che avevagià fatto lo scontrino e che quindi non poteva usare la famosa macchinetta. Ho cercato di rassicurarla e per poco non le facevo la respirazione bocca a bocca. Ho pagato in contanti ed ha ritrovato il sorriso.

Un docu-film su Pierino Di Tonno

Il regista Paul Tana, da oltre un anno, sta raccogliendo materiale per girare un docu-film sul noto fotografo Pierino Di Tonno, grande appassionato di cinema che per oltre 30 si è recato a Venezia per seguire il Festival del cinema.

Nel corso degli anni è diventato amico di molti attori e registi ed era nota la sua lunga amicizia con i registi Federico Fellini e Sergio Leone. Tana sarà a Montorio nei Frentani (CB) verso la metà di settembre per girare alcune scene e perintervistare coloro che lo hanno conosciuto. Di Tonno, finito il festival, scendeva al sud e si fermava per almeno un mese a Termoli, cittadina sul mare Adriatico a 30 km dal suo paese natio, dove si recava di nascosto o appariva improvvisamente in piazza o davanti al bar per fotografare le persone che riteneva interessanti. Negli ultimi anni, Di Tonno era uscito dal giro e forse, nella sua solitudine, ha avuto più di qualche rimpianto. Ma non dobbiamo dimenticare che, oltre alle foto artistiche, Di Tonno ha immortalato la Comunità italiana di Montréal dagli anni ‘50 al 2015. Ora le sue foto sono al museo del suo paese natio, alla Cinemathèque e, recentemente, mi hanno riferito che qualcosa si trova anche alla Casa d’Italia. Che avrebbedovuto accogliere la sua ricca produzione fotografica a braccia aperte. Ma quasi sicuramente avevano altre gatte da… pelare.

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