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Parlano i protagonisti di Carla Bonora: capitale ferita

L’attenzione resta alta, delimitata la zona di Parliament Hill. Ma tutto riapre. La bandiera canadese sventola sulla Torre della Pace del Parlamento, sullo sfondo, il cielo turchese di un’assolata, ma fredda mattina nella Capitale. La città ferita, ritorna gradualmente alla sua normalità. L’attenzione resta alta e l’accesso alle vie principali del centro è contingentato da posti di blocco della polizia.

Il centro è delimitato dalla zona rossa, che disegna il perimetro attorno Wellington Street, occupata per settimane. Oggi deserta. A piedi, dopo aver oltrepassato il posto di controllo vicino l’albergo Fairmont, a due passi dal Parlamento, percorriamo Wellington Street. Deserta, senza vita, colpisce il silenzio surreale, interrotto, solo, dalle macchine della polizia. Nessun pedone, tutto immobile, solo lo sventolio delle tre bandiere degli edifici di Parliament Hill. I cancelli neri che lo delimitano, per settimane ricoperti di striscioni, messaggi e poster della protesta “Freedom Convoy”, finalmente ritornano alla loro lucentezza, permettendo di ammirare il Parlamento in tutta la sua bellezza, lasciando intravedere la fiamma accesa sull’acqua come in un gioco.

Wellington Street

L’altro lato di Wellington Street è percorribile. A pochi passi, il centro commerciale, Rideau Center, ha riaperto le sue porte e la zona del Byward Market riprende il suo ritmo. Al centro, la Bottega Nicastro, negozio italiano per eccellenza, punto di riferimento cittadino per prodotti italiani di qualità, ad Ottawa da cinquant’anni, vuole voltare pagina. “Siamo ottimisti, restiamo concentrati sul futuro – sottolinea Rocco Junior Nicastro, quinta generazione della famiglia -: quello che è successo, è successo, non possiamo cambiare i fatti, ma oggi viviamo il centro-città con più tranquillità, senza ansia. Come imprenditore, ho vissuto momenti di forte preoccupazione per i nostri clienti e per il nostro personale, siamo stati sempre aperti durante le scorse settimane, ma oggi guardiamo al domani. Ora è la guerra in Ucraina che ci preoccupa più di ogni cosa, più di quello che è successo ad Ottawa”.

La Famiglia Nicastro. Da sinistra a destra: Giuseppe, Pasquale, Rocco Jr, Rocco Sr

E, proprio da Nicastro, arriva un invito alla Comunità italiana di Montréal. “Le nostre porte sono aperte ai cittadini di Montréal, io personalmente apprezzo molto la loro Comunità, siamo orgogliosi di averli qui perché apprezzano molto la qualità dei nostri prodotti, forse più di quelli che vivono a Ottawa”. Anche dai residenti del centro traspare un senso di sollievo ed un ritorno graduale alla normalità. Una famiglia, che vuole mantenere l’anonimato, ci racconta: “Abitiamo nella zona rossa e, oltre al rumore assordante, abbiamo subito anche aggressioni, camminando per strada non ci sentivamo al sicuro. Con il centro liberato, sicuramente proviamo un grande senso di sollievo: l’augurio è che le proteste fuori Ottawa non evolvano in qualcosa di peggiore”.

Non lontano da Nicastro, nel Byward Market, alcuni turisti passeggiano alla scoperta di negozi e ristoranti della capitale. Nel Mercato tutto è aperto, negozi, ristoranti, ma le macchine della polizia sono ancora tante. Nour, che lavora al Beaver Tails, uno dei punti di maggiore attrazione turistica, non ha dubbi: “Oggi la situazione è completamente cambiata, abbiamo ritrovato la calma, la serenità, siamo tranquilli. Noi siamo stati sempre aperti durante le proteste, a parte tre giorni di chiusura e, personalmente, ho avuto tanta paura: tutti senza mascherina, alcuni clienti erano aggressivi, violenti, c’era tanta preoccupazione”.

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