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Ogni tanto non fa…male

Primavera con alti e bassi. Dai 24 gradi siamo passati ai 10, ma il bel tempo è nell’aria. Politicamente il governo, come un treno, vuole approvare le sue riforme, come quelle della giustizia e dell’autonomia differenziata, all’acqua di rose e i vari partiti hanno presentato i loro candidati per le elezioni europee. E così tra i candidati è riapparso il critico d’arte Sgarbi e Salvini spera nel controverso generale Vannacci.

 

Continua sempre a dimenarsi il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, mentre il segretario del PD, Elly Schlein, ha ricevuto i primi applausi perché ha  firmato il referendum indetto dalla CGIL contro il Jobs Act, dicendo finalmente qualcosa di…sinistra. Ma nel PD non tutti sono d’accordo con il segretario. Sono curioso di vedere quanti elettori andranno alle urne per le Europee l’8 e 9 giugno. Speriamo di superare il 50%. Non ci costa niente.

Ogni tanto non fa…male

Vivo sulla mia collina con vista sulle isole Tremiti e il mare Adriatico da anonimo…montoriese, ma ogni tanto mi rispolverano per parlare della nostra emigrazione, scrivere un testo o partecipare all’inaugurazione di qualche mostra sul fotografo Pierino Di Tonno e la sua amicizia con Federico Fellini e Sergio Leone.

 

La settimana scorsa ho accettato con piacere di fare da moderatore della presentazione di un libro di detti popolari scritto con passione e amore dal mio amico Emanuele Raimondo il quale, anche se non è andato all’estero, può considerarsi un emigrante perché ha trascorso la fanciullezza a Montorio ed ha girovagato tra vari istituti prima  di laurearsi in Medicina e Chirurgia all’Università di Chieti. Il titolo del libro è “Il linguaggio di una comunità rurale molisana (Montorio nei Frentani)”. Il volume si divide praticamente in due parti: si parte dai primi anni del 1900 fino al 1950, mentre la seconda parte va dagli anni ‘50 ai giorni d’oggi. Molti di questi detti sono stati raccolti da Raimondo nella bottega dello stagnino del paese, “mastro” Silvio, dove ragazzini e adulti si fermavano spesso  per commentare i fatti del giorno. Molti di questi detti, sempre in dialetto, si ritrovano anche nei paesi vicini, naturalmente con accenti leggermente differenti.

 

Ecco un esempio:

C’è Pietro e mastro Pietro!

Pietro sarà meritevole della qualifica di mastro quando avrà raggiunto l’apice delle competenze artigianali e la piena maturità nel settore lavorativo scelto. Non è da tutti.

Tifo becero e festeggiamenti del Campobasso

Una notizia che mi ha fatto riflettere e mi ha sconvolto un po’. Secondo il sito tedesco European Football Benchmark, le squadre italiane più odiate sono l’Inter, la Juventus, il Milan, il Napoli e la Lazio. Sorprende ma non tanto, anche se immagino che molti si aspettavano i bianconeri al primo posto. Ma ha poca importanza. Secondo me, società e Lega dovrebbero fare qualcosa, ma spesso gli ultras ricattano addirittura i dirigenti di una squadra. Invece, ho brindato alla promozione del Campobasso, con una giornata di anticipo, dalla Serie D alla Serie C. Domenica, ultima giornata del campionato, derby con il Termoli (che era già salvo) alla stadio Molinari di Campobasso e grandi festeggiamenti degli sportivi locali, che hanno fatto registrare il tutto esaurito con 7.499 spettatori. Quest’anno la squadra ha centrato gli obiettivi e da lunedì scorso i dirigenti sono già al lavoro per formare una rosa dalle grandi ambizioni anche in Serie C. Il Campobasso è una società sportiva che, come altre, nel corso degli anni ha conosciuto alti e bassi. Gli anni d’oro sono stati gli anni ‘70 in Serie C e la Serie B dall’82 all’87. Poi il declino fino alla rinascita di quest’anno.

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