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Minicucci: ‘‘Orgogliosi dei nostri pionieri’’

Un successo le celebrazioni per gli 80 anni della Casa d’Italia

Da sinistra:  Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),  Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)
Da sinistra: Egidio Vincelli, Joyce Pillarella, Michael Marsillo, Alda Viero, Sandra Mastrogiuseppe (segretario del consiglio),
Antonio Minicucci (secondo vice-presidente), Angela Minicucci (presidente), John Marcovecchio (primo vice presidente) e Tony Spano (tesoriere)

Montréal – Un ritorno al passato: il 28 maggio scorso è andato in scena l’80º anniversario della Casa d’Italia e, per l’occasione, la presidente Angela Minicucci ha scelto di ambientarne le celebrazioni tra le prestigiose mura dello storico edificio nel quartiere di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension, a due passi dalla Piccola Italia. Non accadeva dal 1966/67. Mura della Casa che da qualche giorno sono diventate ‘Mura della memoria” (per i nati in Italia) e “Mura delle generazioni” (per i nati a Montréal), che ‘ospitano’ i nomi dei connazionali che ne stanno acquistando gli spazi. Per non dimenticare. Per completare l’opera, gli ospiti sono stati accolti dall’ingresso storico, quello che ha aperto i battenti nel lontano 1936, con tanto di Carabinieri in alta uniforme e tappeto rosso. Circa 260 gli invitati della serata che hanno degustato specialità della gastronomia tricolore (con le pietanze ‘firmate’ da “Traiteur Bon Appetit” di John D’Ambrosio) al ritmo della musica del Corpo Musicale dell’Ordine Figli d’Italia di Montréal, diretta da Ron Di Lauro. Per rendere omaggio ai pionieri e valorizzarne il patrimonio linguistico-culturale, nel corso della serata – moderata dalla giornalista Marianna Simeone – è stato lanciato anche il libro “The Casa d’Italia, a story of belonging” (Una storia di appartenenza), scritto dalla storica Joyce Pillarella (che l’anno scorso ha curato anche l’opera “Remembering, the internment”). In tutto, sono stati raccolti ben 105 mila dollari (tra biglietti, sorteggi, sponsors e donazioni) che serviranno a finanziare le attività annuali della Casa d’Italia. Tra i premi sorteggiati, orecchini a “bottoni di maniche” offerti da Bijouterie Italienne e 2 biglietti aerei offerti da Delta Airlines. Senza contare una donazione spontanea pari a 6.500 $, per un ‘loge’ al Bell Centre in occasione del concerto di Celine Dion. Tra le personalità in sala, ricordiamo: Anie Samson, vicepresidente del comitato esecutivo del Comune di Montréal e sindaco dell’arrondissement di Villeray-Saint-Michel-Parc-Extension; Francesco D’Arelli, neo direttore dell’Istituto di Cultura di Montréal; Anna Giampà, direttrice generale della Fondazione Comunitaria Italo-canadese; Mario Rigante, vicepresidente Québec Banca BMO; Martin Thibodeault, presidente Québec della banca RBC Banque Royale ed Ezio Carosielli (accompagnato da tutta la famiglia), proprietario del Théâtre Rialto. Dopo l’affettuoso saluto del Sindaco Samson, è stata la volta della presidente della Casa d’Italia, Angela Minicucci: “Oggi celebriamo l’istituzione italiana più antica del Canada”, ha esordito la Minicucci, che poi ha passato in rassegna la storia italo-montrealese, a partire dai “9.000 immigrati” che formavano la “prima colonia negli anni 30’”. Fino alla raccolta fondi di “37 000 $ e 2843 donatori”, che ha reso possibile, grazie anche alla donazione del terreno da parte del sindaco Camillien Houde, della Casa d’Italia, che all’inizio “contava 382 membri, di cui 82 franco-canadesi”, e il cui “primo presidente è stato il Commendatore Alfredo Sebastiani, originario di Pescara”. La Minicucci non ha nascosto la sofferenza e il dolore per la parentesi dell’internamento: “Il 10 giugno del 1940 la Casa d’Italia fu sequestrata per 4 anni dall’RCMP, “gli italiani erano considerati “nemici stranieri”. Tanto che molti di loro “furono tacciati di essere fascisti e arrestati”. Senza nessuna prova di colpevolezza. Salvo poi essere rilasciati. “L’immigrazione italiana a Montréal – ha detto la Minicucci con voce rotta dall’emozione – ha subito le ingiustizie del razzismo, della discriminazione e degli  stereotipi”. Ed ha concluso: “Abbiamo pagato un duro prezzo e la nostra storia non può essere taciuta. La Casa d’Italia conserva con orgoglio la nostra storia con i nomi dei nostri connazionali scolpiti sui muri. Ai nostri pionieri dico: con tutto ciò che avete vissuto, non ci lasciate le vostre lacrime, le vostre ferite o i vostri dolori, ma l’esempio del coraggio e della speranza. In questa Casa conserveremo per sempre la vostra memoria”. (V.G.)

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