Molisani all’estero
Le lingue, i dialetti, il giornalismo, la comunicazione sono campi di studio ben rappresentati dagli intellettuali molisani che Norberto Lombardi ci presenta in “Altrove. Intellettuali molisani nella diaspora (Cosmo Iannone Editore, 2022). Secondo me, l’approdo in un mondo estraneo alla propria cultura d’origine può costituire uno sprone ad intraprendere studi linguistici e culturali comparati, ed accresce in genere le capacità comunicative dell’individuo; il quale si trova confrontato alla cultura maggioritaria della società e alle tante culture degli immigrati come lui, provenienti da altri paesi.
In alcuni casi lo studioso dell’italiano rientra per un certo tempo in Italia per perfezionare lo studio della lingua. Talvolta è il dialetto a divenire materia di approfondimento.
Il dialetto, idioma cenerentola, presenta grandi dolcezze perché chiave di accesso ai piccoli mondi cui è collegata la nostra iniziale identità di abitanti o di discendenti di abitanti di un mondo antico, dai tanti apporti etnoculturali e linguistici.
Michele Castelli è un grande studioso di dialettologia. È nato a Santa Croce di Magliano (CB), ma si è trovato a vivere fin dalla più giovane età in Venezuela, a Caracas, dove i genitori erano emigrati e da dove poi egli si è recato a Bari per gli studi universitari. Poeta, professore universitario a Caracas, scrittore di testi narrativi sia in italiano che in spagnolo, Castelli si è anche interessato alla diaspora molisana su cui ha redatto il libro: “La presenza molisana in Venezuela” (2013). Ha inoltre collaborato al giornale italo-venezuelano “La Voce d’Italia”, fondato e diretto da Gaetano Bafile.
Fautore dell’integrazione sociale e consapevole dell’importanza del multiculturalismo, Castelli è sempre stato vicino alle associazioni italiane del Venezuela. Questo studioso vede nella propria identità il risultato di “queste esperienze realizzate tra due terre, due società, due patrie, due mondi culturali”. Impegnato sul piano ideologico in senso progressista, ha avuto poi la sventura di assistere alla presa del potere da parte di un Chavez antimperialista, socialcomunista, guevarista, che è stato la causa diretta, attraverso una malintesa, nociva politica “progressista”, della grave crisi economica, morale e politica che ha investito il Venezuela. A Chavez è succeduto poi un Maduro filomarxista altrettanto settario, e altrettanto dannoso per il Paese. “Non credo che il risorgere della nazione avverrà a breve termine” è la sconsolata previsione di Castelli sul futuro del Venezuela.
La carriera nel campo della comunicazione di Angelo Persichilli, nato a Castellino del Biferno, inizia già in Italia ma si sviluppa e perfeziona in Canada, raggiungendo l’apice con la nomina, nel 2012, a direttore delle comunicazioni del primo ministro canadese Stephen Harper. Giunto in Canada, a Toronto, nel 1973, Persichilli inizia con “una collaborazione destinata a durare nel tempo” con il “Corriere canadese” di Dan Iannuzzi. Vi è poi “un intermezzo non eludibile” con il ritorno in Italia per “assolvere all’obbligo del servizio militare”. Ritornato in Canada è attratto dai “nuovi terreni di comunicazione e di linguaggio”. Continua ad inviare articoli ai giornali in Italia, collabora al “Corriere canadese”, è presente negli studi di un canale televisivo italiano di Toronto, dà “l’assalto ai media di lingua inglese”, prima con il Toronto SUN, quindi col Toronto Star. Diventa quindi il direttore delle comunicazioni del primo ministro Stephen Harper.
La sua capacità di prevedere l’evoluzione culturale e tecnologica della società, e la sua sensibilità ci appaiono evidenti anche nelle succinte ma penetranti analisi del multiculturalismo e dell’identità canadese da lui fatte nel libro di Lombardi. (Continua)