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Massimo Ranieri con ‘Anema e core’
Foto di Sara Barone
Foto di Frank Maniscalco

Montréal – Due ore tutte d’un fiato con Massimo Ranieri mattatore versatile, istrionico e inarrestabile sul palco del Place Bell: il cantante napoletano ha fatto impazzire i circa 2.500 connazionali che, sabato 5 maggio, hanno riempito di entusiasmo il parterre e gli spalti del Place Bel, nel cuore di Laval. Era la prima volta che l’arena lavallese, aperta nel 2017, ospitava un artista italiano: non poteva esserci un rappresentante migliore di Massimo Ranieri per rivendicare l’orgoglio tricolore nella città che ospita sempre più giovani italo-canadesi. Perché la tradizione italiana è intramontabile e non smette di esercitare il suo fascino nemmeno sulle nuove leve, alla quarta e quinta generazione. Che, anzi, smaniano dal desiderio di riscoprire e rivivere le proprie radici. Un successo che ha premiato l’impegno e la perseveranza del producer Joseph Fragale (Music Plus Co.) e del promoter Raffaele Buttino (Vmg Entertainment). Per Ranieri è stata la terza volta in Québec, dopo i concerti del 2002 e il 2015, questa volta con uno spettacolo dal titolo “SOGNO E SON DESTO… IN VIAGGIO”. Uno show – poi riproposto anche a Toronto (6 maggio), Vancouver (9), Chicago (11), Atlantic City (12) e Connecticut (13) – ispirato ad un ricordo di famiglia: Ranieri ha raccontato del nonno pescatore che, alla sua curiosità di bambino, rispondeva come il mare fosse bello e affascinante, ma anche pericoloso, “perché può tradirci”. Sognare sì – dunque – guardando alle stelle, immaginando e fantasticando, ma sempre restando attento e vigile, sveglio. In altre parole: sognare ad occhi aperti. Proprio come hanno fatto gli italo-canadesi, che lo hanno applaudito con il cuore ricolmo di gioia dall’ingresso sul palco sulle note di ”Ho bisogno di te”. E poi, a seguire, tanti altri successi di un repertorio senza eguali: “Vent’anni”, “Erba di casa mia”, “Resta cum’mme”, “Quagliarulo”, “La Vestaglia”, “Se bruciasse”, “Ue’ ue’ Che femmena”, “Tu vuo fa’ l’americano’, “Je so’ pazzo”, “Nun è peccato”, “Come so’ nervoso”, “Anema e core”, “E allora?”, “Rose Rosse”, “Marinariello”, “Perdere l’amore”. Uno spettacolo entusiasmante, con la tradizione napoletana a fare da filo conduttore, con qualche battuta esilarante e gli omaggi commossi a Pino Daniele (scomparso 3 anni fa), Renato Carosone (“Sarracino” e “Pígliate ‘na pastiglia”) ed a Domenico Modugno. Fino all’apoteosi finale, con tantissime donne in visibilio che si sono precipitate sotto il palco per stringere la mano, o scattare un selfie con il loro idolo. Che poi è scomparso dietro le quinte. Lasciando un vuoto che è durato solo un attimo: le sue canzoni risuonano nei nostri cuori e rafforzano il nostro amore per un’Italia tanto lontana, eppure così vicina. (V.G.)

Foto di Sara Barone

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