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Mark Galardo: la mente di Air Canada con il cuore italiano

Ha scoperto l’Italia tardi, a 23 anni, dopo un viaggio a Roma e a Venezia. Da allora l’Italia è entrata nel suo cuore, ispirandolo anche nelle scelte professionali. Tanto da fare di Air Canada una delle compagnie aeree del Nord America con più voli diretti da, e verso, il Bel Paese. Lui è Mark Galardo, ‘Senior Vice President Network Planning and Revenue Management’ di Air Canada, azienda che in 18 anni e 8 mesi ha saputo rilanciare portandola nell’olimpo dell’aviazione civile, con 1.500 voli giornalieri verso più di 220 destinazioni. Mark è il principale artefice della crescita esponenziale delle tratte internazionali offerte da Air Canada dagli aeroporti di Montréal e Toronto, oggi due hub imprescindibili per le destinazioni europee. Di origini molisane e campane (i nonni materni di Campobasso e quelli paterni di Mignano Monte Lungo, Caserta, sono immigrati in Canada negli anni ’50), laureato in Business Administration all’Università Concordia, sposato con Amanda, siciliana, papà di Tessa, 5 anni, e Matteo, 2, Mark è più orgoglioso che mai delle sue origini. Roma è la sua città preferita, tra gli spaghetti cacio & pepe ed i bucatini all’Amatriciana è un derby, ha un debole per la costiera amalfitana e la Sicilia, ascolta la musica di Mengoni e Jovanotti, adora il tiramisù, tifa Juventus ed è abbonato a Rai Italia.

 

“A 23 anni – ci ha detto – sono andato per la prima volta in Italia ed ho sentito un richiamo fortissimo: in quel momento dentro di me qualcosa è cambiato per sempre. All’improvviso, mi sono sentito profondamente in colpa, perché non ero mai stato capace di rivolgermi ai miei nonni in italiano. Mi sembrava una mancanza di rispetto. Appena tornato a Montréal, mi sono subito iscritto ai corsi di Italiano di Concordia. Nel 2009, poi, ho incontrato mia moglie, molto brava in italiano. Era diventato impossibile per me non parlare in italiano”.

 

Oggi sei un giovane manager Italo-Canadese di Air Canada. Come è cominciato tutto? “Nei primi anni ’90 ho accompagnato mia nonna all’aeroporto internazionale di Mirabel: andava in Italia con un volo Alitalia, che ha catturato la mia curiosità. Tra il 1996 ed il 1997, Dorval aveva preso il posto di Mirabel come aeroporto internazionale, mentre Montréal aveva appena perso lo status di hub canadese a favore di Toronto. Ho cominciato a studiare le migliori compagnie del mondo, quali aerei avevano in dotazione, in quali città volavano, qual era il loro modello di business. Ho capito che avrei voluto lavorare nell’industria aeronautica. Sapevo che Air Canada avrebbe potuto fare molto meglio e che avrei contribuito a riportarla in alto. Come Italo-Canadese, poi, ero sorpreso del fatto che ci fossero così pochi voli tra Montréal e l’Italia. Non potevo accettarlo. Mi sono ripromesso che un giorno avrei lavorato per Air Canada, rilanciando i voli per l’Italia. E ce l’ho fatta. Oggi, da marzo a dicembre, ci sono 3 voli settimanali Montréal-Roma (che d’estate diventano 7, 1 al giorno), da aprile a ottobre ci sono 2 voli settimanali per Venezia e tutto l’anno ci sono ben 4-5 voli settimanali (6 dalla prossima estate) per Milano. Una rotta, quella per Milano, inaugurata nel 2022 dopo quasi 40 anni di assenza! A questi si aggiungono 2 voli settimanali da Toronto per Roma, da marzo a dicembre (che diventano 7, uno al giorno, tra maggio e ottobre), e 3 per Venezia, da aprile a ottobre”. 

 

Come hai convinto i vertici di Air Canada a potenziare i voli per l’Italia? “L’Italia è una destinazione turistica indiscutibile, tremendamente popolare. È un magnete naturale, si vende da sola. Inoltre, c’è una folta Comunità Italo-Canadese, soprattutto a Montréal e Toronto, e quello che noi chiamiamo il ‘Traffico Visite Famiglie’ non accenna a diminuire. Abbiamo quindi fatto di Toronto e Montréal 2 hub: i viaggiatori di tutto il Nord America fanno tappa a Montréal, o a Toronto, per prendere la coincidenza e recarsi in Italia. Montréal è collegata con le 20 città più importanti d’America, Toronto con 35. Da tutto il Nord America, chi sceglie Air Canada per andare in Italia, si ferma a Montréal o a Toronto”.

 

Cos’ha in più Air Canada rispetto alle altre compagnie aeree? “Il programma orario dei nostri voli è molto competitivo. A livello di rotte globali, il Canada si trova a metà strada tra Usa e Europa. Rappresenta una scelta geografica logica per fare uno stop. Oggi, il 30-40% dei clienti sui nostri voli sono americani o italiani che passano per il Canada. Senza questo traffico, Montréal e Toronto non potrebbero essere hub, visto che domanda canadese da sola non basterebbe a riempire i voli”.

 

Come siete sopravvissuti alla pandemia? “È stato terribile. In poche settimane, siamo passati da 50 milioni di passeggeri all’anno a meno di 1 milione. Abbiamo dovuto lasciare a terra quasi tutta la flotta, con pochissimi voli attivi, soprattutto voli-cargo. Grazie all’impennata dei voli commerciali, siamo riusciti a sopravvivere. Per fortuna, ci siamo ripresi rapidamente: abbiamo appena registrato il nostro primo trimestre positivo dall’inizio della pandemia. Abbiamo ripristinato quasi il 90% dei voli internazionali, con i voli per l’Italia, che nel 2022 hanno registrato un enorme successo”.

 

Che ruolo può avere Air Canada per convincere gli italiani a visitare il Canada?  “Siamo fortunati perché facciamo parte della jointe-venture ‘A++’ insieme a Lufthansa e United, nell’ambito di ‘Star Alliance’. Possiamo contare su Lufhtansa e United per vendere biglietti Air Canada nel mercato italiano. Purtroppo, gli italiani amano New York, Los Angeles, Miami. Di Montréal e Toronto sanno solo che fa freddo. C’è ancora molto lavoro da fare per promuovere il Canada come destinazione turistica”.

 

Gli Italiani e gli Italo-Canadesi amano anche la Florida e le isole caraibiche…  “Abbiamo diversi pacchetti-vacanze per il sud: Messico, Repubblica Dominicana, Punta Cana, Florida, Los Angeles, California, tutte destinazioni che noi colleghiamo con voli da, e per, Milano. Chi sceglie Air Canada, fa uno stop a Montréal. In questo modo, creiamo anche i presupposti per una futura visita in Québec”.

 

Quanto sei orgoglioso delle tue origini italiane? “Sono grato e fiero di essere figlio di italiani perché, proprio grazie all’educazione e ai valori che mi hanno trasmesso, sono riuscito a realizzare il sogno che avevo da piccolo. La famiglia, la cultura, la religione, la perseveranza, il senso di sacrificio, la creatività: non c’è dubbio che i valori italiani abbiano contribuito al mio successo professionale. Mi hanno aiutato a realizzare tutto il potenziale che avevo dentro”.

 

Dove sarà Air Canada nel 2030 e come ti immagini l’aviazione del futuro? “Air Canada crescerà sempre di più e si affermerà come una delle compagnie aeree più importanti al mondo, magari con nuove destinazioni in Italia. Ci sarà presto una nuova generazione di aeromobili che, grazie alla tecnologia, consumeranno sempre meno carburante, tutto a vantaggio della sostenibilità ambientale”.

 

Air Canada può contribuire a mantenere la cultura italiana in Canada? “L’Italia è un paese meraviglioso e, per conservarne la lingua e cultura in Canada, per mantenere vive le radici, per restare connessi con i posti da cui sono arrivati i nostri nonni, dobbiamo andarci più spesso. Ed in questo Air Canada può darci una grossa mano”.

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