La cattura del mafioso Matteo Messina Denaro accresce il nostro interesse per questa sorta di nebulosa del male – la mafia – vera palla al piede per il progresso della Sicilia. Nel voler risalire alle origini storiche di cosa nostra ci si perde: troppe le versioni circa la nascita di questo mostro, che mostro all’inizio forse non fu, poiché colmò un vuoto di potere e di autorità. Se le origini sconfinano nel mito, un elemento storico ci è dato dalla realtà dei latifondi siciliani, nel cui perimetro l’ordine era mantenuto da guardie campestri armate, i cosiddetti campieri, che erano alle dipendenze del gabellotto o arbitriante, vale a dire l’affittuario. Mentre i proprietari dei terreni, quei nobili siciliani di scarsa virtù, tra cui i famigerati baroni, vivevano a Palermo, dediti al dolce far niente, oppure se la spassavano altrove. 

Un fenomeno simile di sorveglianza armata delle proprietà fondiarie è esistito anche in Sardegna, dove l’ordine era mantenuto dai barracelli. Dal dizionario Treccani: barracèllo (o baracèllo) s. m. [voce sarda, dallo spagn.barrachel, che ha la stessa origine dell’ital.bargello]. – Guardia armata di Sardegna.  Compagnie dei b. (o compagnie barracellari), società per assicurare la tutela delle proprietà agricole, sorte in Sardegna verso il 1650 e tuttora esistenti, con compiti di custodia della proprietà privata e di assicurazione per il risarcimento dei danni sofferti dalle proprietà per causa di furti o di altre eventualità dolose. 

Risalendo agli inizi mitici di cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, ci imbattiamo negli arcangeli della società di sgarro: Osso, Mastrosso e Carcagnosso. I tre cavalieri, che erano membri della Guardugna (Garduña, Antica società segreta militare spagnola), furono condannati per aver vendicato l’onore della sorella. Rimasero imprigionati trent’anni nel carcere di Favignana (isole Egadi). Scontata la pena, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, determinati a far valere la legge dell’onore e dell’omertà, si divisero. Osso rimase in Sicilia, dove gettò le basi di cosa nostra. Mastrosso andò in Calabria e fondò la ‘ndrangheta. E Carcagnossoraggiunse il Napoletano, dove istituì la camorra. In seguito, nelle formule rituali degli affiliati della ‘ndrangheta, la triade – Osso, Mastrosso e Carcagnosso – venne sostituita dal nome dei personaggi storici: Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Alfonso La Marmora, appartenenti ai vertici della massoneria. La formula recitava: “Nel nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora, con parole di umiltà formo la santa società. Dite assieme a me: ‘Giuro di rinnegare tutto fino alla settima generazione, tutta la società criminale fino a oggi da me riconosciuta per salvaguardare l’onore dei miei saggi fratelli’”. 

Tra organizzazioni criminali mafiose e la massoneria, nel Sud dell’Italia, esistono legami antichi tanto che alcuni analisti parlano di “masso-mafia”. Anche la misteriosa leggenda dei Beati Paoli di Palermo parla di una setta di giustizieri, antesignani della mafia, che vendicavano, mascherati, i soprusi commessi dalla nobiltà. La mafia, a sentire i nostalgici, ma anche secondo alcuni seri studiosi del triste fenomeno, un tempo era diversa. Lo stesso aggettivo “maffiuso” o “mafiuso” aveva in Sicilia una connotazione positiva ed equivaleva a “bello” (il termine “guappo” con cui si designa il camorrista aveva in origine anch’esso una connotazione positiva, poiché deriva dallo spagnolo “guapo” che significa bello, attraente). Io stesso, trovandomi anni fa in Sicilia insieme con altri giornalisti giunti come me dal Canada, udii un’appassionata perorazione, fatta da chi ci conduceva attraverso l’isola e con il quale in seguito ci recammo anche a Malta, sulla vera mafia di un tempo, purtroppo – ci disse costui – scomparsa. Poi mi resi conto che questa persona era in sospetto di mafia…