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L’Opinione di Claudio Antonellli: l’Ucraina e i suoi tanti insegnamenti

Ai confini dell’Ue è riapparsa la guerra, sulla cui inutilità tanti di noi sono saliti un’infinità di volte in cattedra pronunciando i soliti inutili discorsi.

Ma non bisognava abbattere i muri, eliminare le frontiere, accogliere a braccia il Diverso, lo straniero, l’Altro, concentrato di ogni virtù? L’aggressione russa all’Ucraina mette quindi in seria crisi i nostri soloni dispensatori di saggezza: “Non è con i muri e i recinti…” Anche i nostri “cittadini del mondo”, numerosissimi nella Penisola, sono oggi per il ritorno alla logica del rispetto delle frontiere di stato.

Secondo certi analisti, gli Stati Uniti usciranno vincitori e perdenti dal nuovo assetto geopolitico che il conflitto Russia-Ucraina potrà instaurare. Vincitori perché l’Europa ormai considera sua nemica la Russia, e ciò vanificherà la prospettiva di un’Europa politico-militare estesa alla Russia; il che avrebbe messo in discussione il primato degli Stati Uniti nei confronti di un’Europa che è disseminata di basi americane ed è docile strumento, attraverso la Nato, della volontà armata statunitense. Perdenti perché questa guerra spinge la Russia verso la Cina, che sempre più minaccia la potenza economica e l’egemonia militare degli USA.

Femministe e progressisti, in Occidente, combattono senza tregua le differenze tra i due sessi: realtà antistorica, reazionaria, bersaglio di mille condanne. E invece non solo i sessi si sono moltiplicati, al punto che oggi non si sa quanti essi siano, ma in Ucraina, con la guerra, certe differenze tra i due sessi tradizionali, uomo-donna, appaiono rafforzarsi. È permesso infatti alle donne, e ai bambini e ai vecchi, di abbandonare l’Ucraina per rifugiarsi in un paese amico. I maschi tra i 20 e i 60 anni non hanno invece diritto di lasciare la patria: devono rimanere sotto le bombe e combattere. “Da veri uomini” è il caso di dire.

Stando a una normale logica, le femministe dovrebbero scendere in piazza e manifestare contro questa ingiusta discriminazione. “Perché noi possiamo espatriare mentre gli uomini devono rimanere?” “Nel 2022 queste cose non dovrebbero essere ammesse…” Se ci fosse una tale reazione, io l’approverei. Ma non c’è stata e mai ci sarà.

La guerra, arcaica realtà dei giorni nostri, fa piazza pulita dei ridicoli stereotipi propagandati in Tv e al cinema, con donne presentate nel ruolo di audaci combattenti che sono sempre in prima linea con le armi spianate, e che quando si rimboccano le maniche le sanno dare di santa ragione all’uomo. Ma già nel 2000, con il crollo delle torri gemelle, vi fu la smentita di questa donna che “più uomo non si può”, fabbricata a tavolino e onnipresente sullo schermo. Anche allora, tra gli eroici soccorritori, scarse le donne. E in Ucraina la storia si ripete.

Da un giornale: “‘Fascisti, andate a casa!’ a Melitopol civili ucraini fronteggiano una colonna di militari russi.” Putin è determinato, da parte sua, a denazificare Kiev. I fascisti oggigiorno abbondano. Difatti “fascista!” e “nazista!” sono gli epiteti più usati in questa paradossale guerra di propaganda, condotta dagli eredi dei vincitori sul fascismo e sul nazismo.

“Le guerre non dovrebbero esistere”, è il giudizio unanime di noi europei, increduli di fronte a questa guerra che tradisce la nostra logica e le nostre aspettative. In realtà dal 1945, data alla quale le guerre sembravano essere state per sempre abolite grazie alla vittoria finale degli Alleati sull’Asse, di guerre ve ne sono state a bizzeffe. E dopo il crollo del Muro di Berlino, invece di fermarsi, come ci si aspettava, la Storia ha ripreso a correre alacremente in Europa. E oggi ai nostri confini, con l’aggressione russa all’Ucraina, essa ha assunto, con la guerra, le sue forme peggiori.

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