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L’opinione di Claudio Antonelli. “Se puoi sognarlo puoi farlo” – IV –

Dopo il rifiuto oppostogli dalla scuola “francese”, il giovane Nicola Di Tempora frequenta la scuola inglese; con grande profitto. La maniera molto affettuosa in cui Nick ci ricorda un suo insegnante – un frate: “fratello Francis” – dal quale egli fu apprezzato e incoraggiato, rivela una dote mai venutagli meno: lo spirito di riconoscenza. Tutto questo ce lo racconta il libro di Simona Grillo “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, di Simona Grillo (Montréal: Panoram Italia, 2021).

Fin dall’adolescenza, il vivace, energico Nicola – divenuto in Canada Nicholas, anzi Nick – dimostra un forte desiderio di riuscire. È pieno di idee ed è sempre pronto a rimboccarsi le maniche e a tentare nuove esperienze. Nick Di Tempora: “Ognuno di noi ha il dovere di scoprire qual è il suo talento, capire cosa vuole fare della propria esistenza.” A 15 anni comincia a lavorare per la Canadian National Railway, quindi va alla Canadair, poi nel campo della ristorazione va a lavorare nell’ippodromo di Montréal, e dopo un po’ negli “altri ippodromi sparsi sul territorio americano.” È un gran lavoratore ed è pieno d’idee innovative.

Molto interessanti sono anche le pagine che descrivono il suo di lavoro – per ben cinque anni – a “Casa Loma”, un locale notturno di Montréal, un po’ malfamato perché frequentato anche dalla malavita. La nostra città allora godeva fama di essere una città del peccato, a causa della sua “effervescente vita notturna: cabaret, postriboli, case da gioco”.

Il triplice omicidio, avvenuto nel 1971, nel bar di Casa Loma, di cui l’autrice ci fornisce i crudi particolari, dimostra che operare in quell’ambiente, anche se con una normale mansione di cameriere o di barista, era tutt’altro che esente da pericoli. L’incontro di Nick con la “bella, dolce e gentile” Yolanda Testa dà inizio ad una storia d’amore intensa e profonda che non verrà mai meno. E che lo spinse ad “una seria riflessione sul suo futuro”.

È impossibile enumerare le tante esperienze lavorative da lui avute, nei più disparati campi, sia a Montréal sia negli USA. Menzionerò solo: stazioni di servizio, forniture di gasolio, in- vestimenti immobiliari, produzione di macchine per incisioni su targhe… A un certo momento aprirà un hotel nella Repubblica Dominicana, insieme col suo carissimo amico Joe Panzera. Nel 2009 diventerà persino banchiere.

La storia dell’esperienza imprenditoriale nella Repubblica Dominicana divertirà di sicuro il lettore. Il racconto della realtà di quegli anni non provoca, invece, sempre il sorriso in noi, italiani espatriati. Il Québec, infatti, attraversava un periodo di ipernazionalismo, contrassegnato da ostilità nei nostri confronti: “Vous, les Italiens…”.

Fu la nuova legislazione sulla frequentazione scolastica per i nuovi arrivati (il tema che meriterebbe ben altre precisazioni…) a scatenare gli infausti “fatti di Saint-Léonard” (1968-69). Vi fu inoltre un tentativo insurrezionale comunista, ad opera dell’FLQ, culminante in atti di terrorismo (La famigerata “Crise d’octobre” del 1970). La spinta separatista non accennava a scemare. Si prospettava un referendum sul distacco del Québec dal Canada; referendum che avverrà nel 1980, e che sarà ripetuto nel 1995.

“Patria, maggioranza francese, identità culturale” erano i temi caldi dell’epoca. Denaro e aziende si spostano dal Québec all’Ontario. Nick Di Tempora: “Intanto la vita a Montréal non sembrava essere diventata più semplice rispetto al passato. Pur essendo una città bellissima, l’atmosfera in quegli anni si era fatta progressivamente soffocante e vivere a Montréal significava convivere con molte contraddizioni e questioni irrisolte”. Allora “per Nick, che aveva già un piede negli States avendo avuto alcuni affari in Arizona, stanco del freddo e del gelo di Montréal e stufo di queste beghe senza senso, era giunto il tempo di cambiare”.

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