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L’Italia vista da vicino di Teddy Colantonio

È finito il tempo delle vacanze e si ricomincia o si prova a ricominciare una vita normale, cioè si torna al lavoro, si va al ristorante, si vedono gli amici e si pensa a qualche weekend nel Salento o in qualche città d’arte. Da cinque settimane è ripreso il campionato italiano di calcio ed anche in altre discipline sportive l’Italia non delude le attese. Incredibile in Polonia la vittoria dell’Italia, dopo ventiquattro anni, ai campionati mondiali di pallavolo.

E la campagna elettorale? È giunta sul rettilineo di arrivo ed ormai tutti danno per scontata la vittoria del centrodestra. Ma gli italiani, con tutti i problemi che hanno (lavoro e inflazione galoppante) si recheranno alle urne numerosi? Io penso di no, perché seguendo distrattamente questa campagna elettorale, all’orizzonte, eccetto la Meloni, non si vede nulla di nuovo. Anzi, se la volete sapere tutta, siamo tornati indietro di cinquant’anni. E il problema è l’attuale legge elettorale che nessun partito ha voluto cambiare o migliorare. Ma andiamo avanti.

Voto nella Circoscrizione Estero

Per puro caso, su Rai 3, ho assistito ad un programma nel quale intervistavano i candidati delle varie Ripartizioni della Circoscrizione Estero. Dicevano tutti, più o meno, la stessa cosa, anche se rappresentavano partiti diversi e mi sono sembrati tutti delle brave persone. Leggendo il nostro giornale vedo che sia a Montréal che a Toronto si sono presentati candidati più o meno noti nella nostra Comunità. Io spero che le varie candidature non causeranno ulteriori divisioni tra i nostri connazionali o che i nostri candidati non cominceranno a ragionare come fanno in Italia dove tutto è politica e dove, soprattutto al sud, per fare l’operaio non trovi mai un lavoro se non ti raccomanda un  politico del posto. Questa mia nota è solo un sfogo anche per dirvi come la penso. Ed aggiungo che la Circoscrizione Estero si dovrebbero abolire e gli italiani all’estero che vogliono votare dovrebbero poterlo fare nel collegio del proprio paese o in quello della loro ultima residenza in Italia.

Ci risiamo

La vecchia gloriosa ALITALIA, che negli anni ‘70 era la quinta compagnia al mondo, non esiste più (ed era ora) ed è costata agli italiani 14 miliardi di euro. Adesso è nata una nuova compagnia aerea (ITA), il governo italiano ne è sempre azionista, ed ha ricominciato a volare da qualche mese.

Non è l’ALITALIA prestigiosa di una volta e persino in Italia, per il numero di passeggeri che trasporta, è al quarto posto. Interessate a comprarla sono le solite Air France e Lufthansa, ma, come nel passato, le trattative si arenano perché il governo italiano vuole sempre rimanere come socio minoritario.

Ed ho sentito di nuovo il solito ritornello dei politici, che forse di viaggi e turismo non capiscono molto. La nuova compagnia deve volare da sola ed essere il nostro orgoglio. Invece, se la nostra nuova compagnia vuol volare da sola non ha futuro perché da almeno quarant’anni le compagnie aeree si sono fuse e sono state vendute.

E  questo,  secondo me, è l’unico modo per andare avanti. Il resto sono solo chiacchiere al vento o dichiarazioni durante la campagna elettorale.

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