Il Giro d’Italia ci ha permesso di vedere in TV scorci incantevoli del nostro meraviglioso Stivale. In campo ciclistico una sola nota stonata: il “Monte Grappa bike day 2024”. Questo “Bikeday”, che ha seguito a ruota il Giro d’Italia, è un chiaro omaggio all’anglitaliano (italianese, italiese, itanglese, italese, itangliano, inglesiano).
La parola “day” incanta gli italiani adepti dell'”appecoronamento” linguistico anglofono. Io non so quale fu il primo avvenimento a venir designato in Italia con un titolo composto con day. Ma da allora, questo anglicismo ha fatto “carne di porco” è il caso di dire, visti i tanti “porchetta-day” indetti fin qui. Un chiarimento: molti chiamano ormai così le sagre paesane all’insegna della porchetta. Una porcata linguistica, insomma.
La popolarità di day è forse dovuta all’assonanza che day ha con gay, parola nobilitante che ha rimpiazzato gli insultanti termini da tempo rottamati, ma tra i quali Papa Francesco ha voluto riciclare l’ancor valido per la Chiesa “frociaggine”.
Oso dire che nel subcosciente di noi italiani, figli della Liberazione, agisce il mitico D-Day dello sbarco degli Alleati in Normandia, e del precedente sbarco in Sicilia che installò da noi, insieme con le prime basi militari americane, la passione per la lingua inglese. Da allora gli italiani tutti, e non solo i filoamericani ma anche gli antiamericani, non smettono mai con i loro days.
Oltre all’ “Election Day”, legge del Parlamento italiano designata in inglese, vi sono stati il “Family day”, lo “Young day” (sic) voluto da Alfonso Pecoraro-Scanio, i “Referendum days” dei radicali, il “Maiale day” dei leghisti contro la costruzione di una moschea, il “No tax day” del Pdl contro il sindaco di Milano Pisapia, il “No porcellum day” contro la legge elettorale, il “No Berlusconi Day”, il “No Salvini Day”, il “No Renzi Day”, il “Click Day”, il “No Meloni Day” ecc. Il “click day” è quello dalla pelle più dura e infatti continua ogni anno.
Omaggiando Londra e Washington, Papa Francesco terzomondista ed ecumenico, ma non latinista, ha indetto il “World Children’s Day, Rome 2024”. Dal Giornale (27-06-24) “Assist di Benigni. Scherza con il Papa e fa il testimonial del ‘campo largo’.” Ma perché non “wide field” invece di “campo largo”?
Numerosi sono i “day” della penisola di cui si è persa la memoria. Stavo infatti per dimenticare il “Pizza day”, il solo day di buon gusto della lunga lista. Da ricordare anche, con amarezza, gli “Open Days” delle vaccinazioni anticovid.
Alcuni day sono durati solo qualche giorno, altri più a lungo e hanno reso molto bene. L’ “Election Day”, ad esempio, ha avuto gran successo per una serie di Primi Ministri italiani divenuti tali senza essere mai stati eletti.
Perché una legge abbia successo in Italia occorre darle un titolo inglese. Vedi la legge sullo stalking che ha dato origine a moltissimi procedimenti penali.
Lo slogan della campagna di reclutamento della marina militare italiana, “Be cool and join the Navy”, non ebbe successo benché il marziale invito fosse stato rivolto agli italiani interamente nella magica parlata inglese. In questa battaglia navale propagandistica, condotta all’insegna del “Yes, sir!”, l’omissione di “day” fu un grave errore strategico: il messaggio non conteneva l’imprescindibile “day”.
Oggi che l’indice di fertilità in Italia è ai minimi storici, il mio pensiero va all’ottimistico “Fertility Day”, che l’allora Ministro della salute Beatrice Lorenzin lanciò nel 2016 ma che purtroppo partorì solo polemiche. È doveroso ricordare anche il glorioso “Vaffa… day” di Beppe Grillo contro i politici italiani. A suo tempo io proposi e oggi rinnovo l’appello alle autorità italiane di istituire un “F… off day” o “F… you, day” o “Go f… yourself, day”, secondo i gusti del giorno
ossia del day, per tutti i ridicoli scimmiottatori della parlata americana.