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L’Europa riapre le frontiere, l’Italia e il Canada no

Trudeau non allenta la presa e blinda ancora di più i confini, ‘bandendo’ gli europei fino al 31 luglio. E conferma la quarantena al ritorno per i canadesi che decidono di partire. Anche Roma non si fida: 14 giorni di isolamento per i viaggiatori extra-EU

ROMA-OTTAWA – L’Europa riapre i confini con 15 Paesi, ma Roma e Ottawa restano prudenti: mantengono chiuse le frontiere e confermano la quarantena di 2 settimane per chi arriva. È questa, in sintesi, la reazione di Italia e Canada alla decisione di Bruxelles, annunciata martedì 30 giugno,  di allentare la presa, anche per salvare una stagione turistica fortemente condizionata dalla pandemia.  “L’italia sceglie la linea della prudenza e mantiene in vigore l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai paesi extra Schengen. La misura si applica nel nostro Paese anche ai cittadini dei 14 Paesi individuati dall’Ue nella “lista verde”, da e per i quali ci si può muovere liberamente da domani”. Sono le parole contenute nell’ordinanza firmata dal Ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, per evitare l’apertura dei confini alle nazioni selezionate a livello europeo che, dal primo luglio, potranno riattivare i collegamenti con l’Unione sospesi il 17 marzo causa Covid.

Il timore è che, riaprendo ora le frontiere esterne, si possa riattivare la catena dei contagi. Per questa ragione l’Italia mantiene la quarantena obbligatoria per tutti coloro che arrivano da una nazione non Ue, anche se è transitato in un altro partner interno a Schengen. Al momento non cambia nulla invece per i Paesi europei interni a Schengen, tra i quali resta la libera circolazione decretata dal governo il 3 giugno e abbracciata da tutta Europa il 15 giugno.

I paesi che l’Europa ha inserito nella lista verde sono Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del Sud, Tailandia, Tunisia e Uruguay. A questi si aggiunge la Cina, inserita in fondo alla lista con un asterisco: Pechino entrerà a pieno titolo nell’elenco Ue solo se garantirà la reciprocità all’Europa.

L’Italia ha deciso, quindi, di tenere le sue frontiere esterne chiuse a tutti quanti. Resta il pericolo che cittadini di queste 15 nazioni entrino in un altro Paese europeo e poi arrivino in Italia grazie alla libera circolazione intra-Ue. Roma vuole evitare di chiudere Schengen, fatto che danneggerebbe del tutto la stagione estiva, e studia controlli diversi da quelli ai confini, come verifiche negli hotel: se si appurerà che una persona arriva da un paese extra-Ue, dovrà restare in quarantena per due settimane.

L’Italia potrebbe non essere l’unico Paese a prendere tale decisione. La lista europea, infatti, non è vincolante, visto che la decisione sui confini esterni è di competenza nazionale. L’elenco mirava a raggiungere un coordinamento di massima tra partner dell’Unione, ovvero ad evitare l’apertura a paesi palesemente a rischio. Non a caso sono rimasti fuori dalla lista Usa, Russia e Brasile.

Roma chiama, Ottawa risponde. Anche il Canada non vuole rischiare e blinda i confini. Proprio il 30 giugno, infatti, il governo di Justin Trudeau ha approvato un decreto che prolunga la chiusura delle frontiere a tutti i non cittadini e a tutti i non residenti fino al 31 luglio. I confini canadesi, ricordiamolo, sono chiusi da più di tre mesi a tutti gli stranieri, ad eccezione degli immediati familiari dei cittadini canadesi, dei lavoratori stagionali e degli studenti internazionali. I cittadini canadesi che invece decideranno di recarsi in Europa saranno poi obbligati ad osservare un periodo di 14 giorni di quarantena al loro ritorno in Canada.

 

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