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“Legacy” di Vittorio Rossi: la famiglia prima di tutto

Il 25 maggio è uscito il sequel di “The Chain”

 

Il direttore artistico italo-montrealese riparte da “The Chain”, il successo cinematografico del 1988, per raccontare una storia familiare difficile ispirata alla Commissione Charbonneau

 

MONTRÉAL – Un film potente che si ispira a fatti storici per esorcizzare luoghi comuni e pregiudizi e per riaffermare la centralità della famiglia che, nonostante venga messa a dura prova, rappresenta l’unico approdo sicuro. Sempre. Soprattutto per chi ha scelto di emigrare. Un dramma che a volte si trasforma in commedia, leggera e irriverente, salvo poi rifugiarsi nella tragicità perenne della condizione umana. È questo, in estrema sintesi, il messaggio di “Legacy”, il sequel di “The Chain” uscito nel 1988: 136 minuti di emozioni forti e contrastanti nel “ backyard” di una tipica casa italiana a Montréal. Con un cast formato da: Vittorio Rossi (Joe Testa), Richard Zeppieri (Massimo Testa), Toni Ellwand (Anna Scuro), Paul Van Dyck (Michael Simpson), Pina Di Blasi (Nella Testa), Alarey Alsip (Rina Scuro), Catherine Saindon (Lisa Testa), Adam Recine (Enzo Scuro). Regia affidata a Harry Stamdjofski e la sceneggiatura a Vittorio Rossi. Il film – prodotto da Barry F. Lorenzetti e Susan Fuda di “Magjusjen Entertainment” – è stato proiettato per la prima volta il 25 maggio scorso alla Maison Principale (872, rue du Couvent) davanti a circa 250 invitati.

 

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LA TRAMA. Sono passati oltre trent’anni e Vittorio Rossi rivisita la famiglia Testa in una nuova esplosiva pellicola dal titolo “Legacy”. Da allora il padre è morto e la commedia inizia il giorno in cui i due fratelli, Joe e Massimo Testa, hanno appena seppellito la madre. Dopo il funerale, la famiglia si raccoglie in casa per vivere il lutto, ma un altro evento mette a repentaglio l’esistenza stessa della famiglia. L’azienda di allestimento giardini, gestita da Joe, è stata appena accusata di illeciti nella Commissione Charbonneau (la Commissione d’inchiesta sull’aggiudicazione e la gestione degli appalti pubblici nel settore delle costruzioni istituita nel ottobre 2011 dal governo liberale di Jean Charest al fine di “fornire prove, sensibilizzare sui sistemi di corruzione e collusione, proteggere i testimoni e le vittime e garantire migliori pratiche in futuro”, ndr). Una falsa accusa contro Joe Testa che metterà a dura i rapporti di una vita. Chi si farà avanti per dargli una mano? Massimo, titolare di una grande impresa di costruzione, farà la cosa giusta? Oppure prediligerà gli interessi professionali a scapito del legame di sangue col fratello? Riuscirano i Testa a sopravvivere a questa nuova minaccia o l’azienda di famiglia sarà sepolta una volta per tutte nelle sue stesse ceneri ? Le parole di Joe avranno una tale forza esplosiva da costringere il resto della famiglia a confrontarsi con il proprio retaggio culturale e valori come la lealtà, il coraggio, il rispetto e il significato profondo dei vincoli familiari.
Vittorio Rossi è drammaturgo, attore e sceneggiatore italo-montrealese di Ville-Émard. Tra le sue opere: Little Blood Brother, Backstreets, The Chain, Scarpone, The Last Adam, Paradise By The River, The Envelope e A Carpenter’s Trilogy, composta da Hellfire Pass, Carmela’s Table e The Carpenter. Al suo fianco un grande amico e appassionato di teatro: Barry F. Lorenzetti, presidente, ceo e fondatore della compagnia assicurativa BFL CANADA, nonché ideatore della ‘MAGJUSJEN Entertainment’, compagnia di produzione nata per promuovere il patrimonio culturale Italo-Canadese. Insieme a Susan Fuda, proprio Magjusgen Entertainment ha prodotto “Legacy”.

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