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Le previsioni del tempo Made in Italy

Pensieri sparsi di un lunedì mattina. Dopo la pioggia di sabato scorso, è tornato il sole per la gioia di coloro che devono ancora raccogliere le olive. Ed ogni anno si ripete il solito dramma: mancano gli operai, promesse non mantenute, e lavorano anche coloro che passavano le giornate al bar e persino le signorine che si mettono lo smalto, portano stupende minigonne e calzano tacchi da 10 o 12 cm.

 

Eppure, stranamente, si va avanti e da alcuni anni, soprattutto la stampa straniera ha scoperto le bellezze e il modo ancestrale di vivere dei molisani. Quando stavo a Montréal,  soprattutto i miei colleghi di lavoro mi sfottevano perché ero fissato con il Molise. Poi ci sono tornato e, dopo quasi 20 anni, ogni giorno mi accorgo di essere sempre più…canadese.

 

L’ultimo «peana» per la mia regione lo ha scritto Chico Harlan, corrispondente a Roma per il Washington Post, il quale ha deciso di visitare il Molise per una settimana con la sua famiglia. Ne scrive meraviglie, ma, del suo magnifico articolo, mi hanno colpito queste parole: ”Bisogna dire che visitare il Molise richiede un certo impegno. I trasporti pubblici sono quasi inesistenti e quindi bisogna noleggiare un’auto. È necessaria anche una certa pazienza. In Molise Google Maps fa cilecca e ti porta su strade che sono a senso unico. Gli orari dei ristoranti non vengono rispettati e, se cerchi una chiesa, un caffè o i servizi per il bancomat è meglio dimenticare il telefono e chiedere informazioni alla gente”. Questo Molise ha sorpreso, ma ha fatto sorridere l’inviato del Washington Post; un po’ meno il sottoscritto, il quale si chiede ogni giorno perché non cercare di cambiare un po’ e…migliorarsi. Ma non sto per preparare di nuovo la mia  partenza come il 31 agosto del 1959, quando da Napoli ho lasciato l’Italia e il mio beneamato Molise. È lunedi mattina, salgo al paese per il solito caffè al bar (è un rito tipicamente italiano), il sole splende, la natura ti sorride e senti solo il ticchettio degli abbacchiatori che fanno cadere le olive. Pensi che la vita è bella ,soprattutto in Molise.

 

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Le previsioni del tempo Made in Italy

Forse sono l’unico italiano che ha alle finestre e in casa tre termometri. In Italia sono inutili perché, bene o male, si conosce il clima delle varie stagioni. A me, però, piace alzarmi la mattina, consultare i vari termometri e dire a me stesso: “30 gradi” o “16 gradi”, e organizzare la giornata di conseguenza. Sono meno fortunato con le previsioni del tempo. Non ci azzeccano mai ma, dopo anni, finalmente ho scoperto i motivi grazie ad un articolo pubblicato su “Il Venerdì” del 29 sett. Scorso. L’intervista è con Matteo Dell’Acqua, francese di origini pugliesi, direttore  del Centro meteo europeo situato a Bologna. Il centro bolognese elabora le previsioni per tutta l’Europa, ma il suo direttore non si fida delle app italiane perché in Italia, a differenza del resto d’Europa, non è ancora in funzione un servizio meteo nazionale. Il direttore Dell’Acqua, candidamente, dichiara che non si fida delle app commerciali perché non sa quali metodi usino per fare le previsioni. Quand’era in Francia usava Météo France ed ora consulta solo le app del meteo norvegese. Dopo 50 anni o più, finalmente ho scoperto che le previsioni meteo italiane sono come l’oroscopo ed ecco perché, per sapere che tempo farà, quasi disperato, mi rivolgevo al primo contadino che incontravo il quale, dopo aver scrutato l’orizzonte e osservato la direzione del vento, mi diceva solennemente: «Domani pioverà». E ci azzeccava.                    

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