Mosca ha replicato duramente alle dichiarazioni fatte dal Presidente italiano Sergio Mattarella contro la Russia. L’Opposizione e il governo si sono schierati immediatamente in difesa di Mattarella. Meloni è stata chiara: “Piena solidarietà, gli insulti offendono una nazione”.
Parlando del periodo successivo alla crisi del 1929 e delle guerre di conquista tedesche, Mattarella aveva detto “Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”. A queste parole, Mosca aveva reagito con sdegno: “[Mattarella] ha affermato che le azioni della Russia in Ucraina sono di natura simile al progetto del Terzo Reich in Europa. È strano e folle sentire invenzioni così blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che conosce in prima persona cosa sia veramente il fascismo”.
Che insegnamenti trarre da questo episodio? In Italia e in Europa vi è forse la tendenza a semplificare all’estremo le complesse cause che sono alla base dell’aggressione della Russia all’Ucraina e che hanno una loro crudele logica storica e politica che ha ben poco a che vedere col supposto desiderio della Russia di conquistare l’Europa, come si paventa a Bruxelles. Questa interpretazione apocalittica degli eventi ha dato luogo alle sanzioni economiche europee anti russe, fortemente autolesionistiche.
• Costantemente ci è proposto l’obbligo di ricordare certe tragedie storiche “affinché il passato non ritorni”. “Chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo.” Una sua variante: la storia ripete se stessa “la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.” Ma quale passato? Quale storia? Un avvenimento, un fatto, un episodio? O l’insieme degli avvenimenti storici di un dato periodo, di un’intera epoca? In realtà non vi sono formule matematiche applicabili alla storia, dove invece regna l’imprevedibilità. Oggi è il pensiero unico a stabilire cosa occorra ricordare in quel marasma di violenze, sopraffazioni, ingiustizie che hanno accompagnato la storia dell’uomo dai tempi di Adamo ed Eva fino ai nostri giorni. E che non hanno risparmiato nessun angolo del nostro pianeta.

• Attraverso certe frasi fatte si vogliono attribuire ai nostri avversari di oggi le storture compiute da altri in un passato che noi crediamo di ricordare benissimo. Il “male assoluto” è stato attribuito una volta per tutte agli sconfitti della seconda guerra mondiale. Che restano quindi il termine di paragone imprescindibile per questi giudizi manichei, con la ricorrente “Reductio ad Hitler” cui pochi resistono. E quindi, ancora oggi, nel gioco delle parti tra buoni e cattivi automaticamente si ritorna al passato. Un passato che non passa mai.
• In realtà le guerre d’aggressione non furono inventate né dal fascismo né dal nazismo. Io direi che quello che manca a molti italiani è una prospettiva comparativa e un senso delle proporzioni. Sarebbe opportuno infatti ricordare che Belgrado fu bombardata nel 1999 dalla Nato, e che oggi i bombardamenti e i massacri di Gaza sono condotti dai discendenti delle ex vittime del nazismo. Ma cosa volete, nell’intento di condannare la Russia di Putin, che ha invaso l’Ucraina, è facile cedere alla tentazione di ricollegarsi ad avvenimenti trascorsi da decenni o da secoli e che c’entrano assai poco con quanto sta avvenendo oggi, ma che sono molto utili per portare avanti un discorso moralistico-ideologico che però lascia il tempo che trova. Sarebbe molto meglio, invece, studiare il passato di Ucraina e Russia per cercare di capire le cause del conflitto in atto, invece di ricorrere a slogan su un passato nazista visto come un eterno presente.