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La Russia invade l’Ucraina, che resiste e spera nell’Occidente

KIEV, (Ilgiorno.it) – Nel quinto giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, la Russia è sempre più isolata a livello internazionale, mentre l’esercito di Putin ha incontrato una feroce resistenza. Quando stiamo per andare in stampa (sono le ore 18 del 28 febbraio), le città di Kiev e Kharkiv restano in mano ucraina e, dopo le sanzioni economiche occidentali, il valore del rublo è crollato del 30 per cento.

Primo incontro andato a vuoto

Le delegazioni dei due Paesi si sono incontrate al confine con la Bielorussia, ma non hanno raggiunto un accordo. L’attacco russo è continuato per tutta la durata dei negoziati e le posizioni delle due parti sono inconciliabili: Putin ha chiesto la “smilitarizzazione e denazificazione di Kiev”. Lunedì, l’Unione europea ha bandito gli aerei russi dal suo spazio aereo e la Russia, in risposta, ha fatto altrettanto. Intanto, la situazione della popolazione ucraina è molto drammatica.

Già 252 civili morti

Fino a questo momento sono morti, principalmente a causa dei bombardamenti, almeno 352 civili, tra cui 14 bambini, anche se il numero è probabilmente molto più grande. Secondo Filippo Grandi, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre 500 mila ucraini sono fuggiti dal Paese. Entrambi i bilanci sono destinati ad aumentare.

Come sta andando l’invasione

La Russia ha invaso l’Ucraina da tre direzioni: nord, est e sud. Ma dopo cinque giorni, l’avanzata russa è rallentata dalla resistenza, che è riuscita a mantenere il controllo Kiev, la capitale, e di Kharkiv, la seconda città del Paese. Secondo un’analisi dell’Institute for the study of war, la Russia ha sottovalutato le forze avversarie: “Gli attacchi contro entrambe le città sembrano essere stati mal progettati ed eseguiti e hanno incontrato una resistenza ucraina più determinata ed efficace del previsto”.

Nel nord-est, in particolare, le forze russe stanno affrontando crescenti problemi di morale e di approvvigionamento. Inoltre, la Russia ha sorprendentemente fallito nel guadagnare la superiorità aerea e nel mettere a terra l’aviazione ucraina, che controlla ancora i cieli. Di fronte al mancato crollo della resistenza, la Russia sta ricalibrando le forze: ha sospeso l’attacco a Kiev e sta ammassando nuove truppe e rifornimenti in vista di un nuovo massiccio attacco.

Perché la Russia ha invaso l’Ucraina

Da tempo, la Russia teme che l’Ucraina si unisca – anche in lontano futuro – all’Unione europea o alla Nato (l’alleanza che include Stati Uniti e vari Paesi europei e occidentali, tra cui l’Italia). Da sempre, la Russia soffre della cosiddetta «sindrome dell’accerchiamento» e percepisce come una minaccia avere ai suoi confini dei Paesi membri nell’alleanza atlantica. Con l’invasione, Putin vorrebbe dissuadere l’Occidente a riavvicinarsi all’Ucraina oppure instaurare un regime a lui favorevole. Per questo il suo obiettivo prioritario è conquistare la capitale, Kiev, e rovesciare il governo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo diversi osservatori, tuttavia, Mosca non si aspettava una risposta internazionale così unita e ferma.

L’efficacia e il prezzo delle sanzioni

L’Unione europea, gli Stati uniti e vari Paesi della Nato hanno varato ampie sanzioni economiche contro la Russia. È stato congelato quasi il 50% delle riserve della Banca centrale russa (quelle detenuto all’estero) e sono state bloccate le attività finanziarie del presidente Vladimir Putin e di quasi 500 oligarchi russi. Diverse banche russe verranno escluse dal sistema internazionale di pagamenti Swift, rendendo agli istituti estremamente difficile operare. Oltre a questo, sono previsti embarghi a vari settori strategici del commercio nei confronti della Bielorussia, alleata di Mosca.

L’obiettivo è rendere difficile alla Russia finanziare la guerra in Ucraina e danneggiare la sua economia. Gli effetti si fanno già sentire: in un giorno, il rublo ha perso quasi il 30% del suo valore e la borsa russa è rimasta chiusa per timore di un crollo totale. Secondouna stima dell’istituto finanziario J.P. Morgan, nel secondo trimestre dell’anno le sanzioni potrebbero costare alla Russia fino al 20% del Pil. Il problema è che nel medio periodo le sanzioni danneggeranno anche le economiche occidentali. Gli europei, in particolare, rischiano di subire un danno maggiore rispetto agli americani.

La Russia è il quinto partner commerciale dell’Unione europea, il terzo dell’Italia. Al contrario, gli Stati Uniti hanno traffici molto più limitati. Ma il problema principale riguarda il gas naturale, da cui l’Europa è largamente dipendente. Dall’inizio della crisi, il prezzo del gas è aumentato vertiginosamente e porterà a un aumento a catena del prezzo dell’elettricità e dei beni in generale.

La minaccia di una guerra nucleare

La tensione internazionale è cresciuta improvvisamente quando domenica sera Putin ha messo in allerta il sistema difensivo nucleare a seguito delle sanzioni economiche occidentali. Il Paese possiede circa 6 mila testate nucleari disseminate nel suo vasto territorio, benché solo circa 1.600 siano dispiegate come armi terrestri, marittime e aeree o come missili in silos. La possibilità che Putin scelga di utilizzare armi nucleari, tuttavia, è assolutamente remota. Secondo la maggior parte degli esperti, la minaccia ha solo una funzione di deterrenza: lo scopo è di scoraggiare qualsiasi intervento militare diretto dell’Occidente in Ucraina.

La questione dei profughi

Secondo le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, se la guerra proseguirà ci saranno oltre 4 milioni di profughi. Nei cinque primi giorni dell’invasione, oltre 500 mila persone – soprattutto donne e bambini – sono fuggiti verso la Moldavia, la Polonia, la Slovacchia e l’Ungheria. L’Unione europea sta già lavorando a un piano di accoglienza e redistribuzione all’interno dei Paesi membri. Se la risposta sarà unanime, i profughi saranno redistribuiti in base alla quota fissata dal Bilancio europeo: l’Italia, in questo, dovrà ospitare il 13 per cento degli ucraini in fuga. La Commissione europea è già pronta a stanziare nuovi fondi per fare fronte alla crisi migratoria.

(Le informazioni riportate sono aggiornate alle ore 18 di lunedì 28 febbraio 2022)

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