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La lingua italiana | Da “balneazione” a “manovra”

Merita soffermarsi su certe parole italiane, che in Italia passano inosservate e che suscitano invece curiosità e perplessità in noi, italiani all’estero.

 

BALNEAZIONE

A balneazione, termine che sa di burocratese, sarebbe difficile oggi rinunciare nella penisola. Altrimenti si dovrebbe rinunciare anche allo “stabilimento balneare”, che assicura permanenza e continuità alla vita estiva degli italiani. I quali ritrovano, al solito posto, ogni anno, il loro “stabilimento” con il bar, le cabine, gli ombrelloni, la sua clientela fedele e i controlli all’entrata; non entra infatti chi vuole. Ciò prova che anche sulla sabbia, nonostante tutto, vi è permanenza.

Se abolissimo balneazione perché termine troppo burocratico, sorgerebbe un problema: cosa mettere al posto dell’attuale cartello “Divieto di balneazione”? Mettere “Proibito bagnarsi”, “Proibito fare il bagno”, “È vietato nuotare”, “Non immergetevi”? I francesi hanno, fortunati loro, “Défense de se baigner!”, espressione molto chiara che dice tutto.

 

BOLLINO ROSSO

Gli italiani, indisputati campioni di allarmismo, hanno un rapporto intenso con il clima e le stagioni. Rapporto talvolta tragicomico. All’immancabile caldo estivo, qualificato come infernale, mostruoso, africano, sahariano, pazzesco, torrido, rovente, bollente, da bollino rosso, su cui gli organi d’informazioni, TV in testa, sversano concitati il “Si salvi chi può!”, subentra il freddo invernale che è glaciale, siberiano, polare, pazzesco e suscita anch’esso allarmi da bollino rosso. Apro una parentesi: secondo me, il colore più adatto per questo bollino drammatico da fine del mondo, che meriterebbe di divenire il nuovo simbolo della Repubblica al posto dello Stellone, dovrebbe essere il marrone. Colore quest’ultimo, in effetti, assai più vicino del rosso al colore del prodotto naturale che, ad ogni cambio di stagione, l’apocalisse climatica italiana produce nelle parti più intime dell’abitante medio della penisola.

Il traffico da bollino nero è il classico traffico da ferragosto, con strade intasare all’inverosimile. “Traffico in tilt” è l’espressione di cui tutti si servono per designare il traffico “bloccato”, “paralizzato”, “in stallo”. “In tilt” è una ridicola espressione tratta dal gioco del flipper e usata oggi da chi non si è mai servito in vita sua di una “pinball machine”. Nella penisola ignorano che in inglese “tilt” dà invece l’idea dell’inclinazione. Quindi il traffico in tilt dovrebbe essere non un traffico “bloccato”, ma un traffico “inclinato”.

 

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CHIOCCIOLA

Io non sono contrario all’ingresso nel dizionario italiano di parole coniate dagli angloamericani, purché esse identifichino prodotti o conoscenze “made in UK or in USA”, oppure colmino certe lacune del nostro vocabolario. A questo proposito incoraggerei gli italiani a dismettere la ridicola parola “chiocciola” che usano per il segno @, e ad adottare al suo posto il termine inglese o quello francese. Se non vogliono usare il termine appropriato italiano “a commerciale”; che solo di recente ho scoperto, ma che nessun italiano usa.

 

MANOVRA

In Italia dovrebbero dare un calcio a tutta una serie di parole ed espressioni, dalla connotazione quasi caricaturale, che rendono la lingua italiana poco chiara e che ci pongono in ridicolo presso gli stranieri; i quali studiano l’italiano convinti di accedere ad un mondo di bellezza, per ritrovarsi poi in un mondo linguistico da barzelletta dove tutto va in tilt, fa flop o suscita gossip.

 

Si dovrebbe anche abolire “manovra”: parola ridicola, evocante il “Vadi, dotto’!” del posteggiatore abusivo, ma che nel paese di Pulcinella e Arlecchino ha sostituito definitivamente i termini “bilancio”, “legge di bilancio”, “disegno di legge di bilancio preventivo”, espressioni evidentemente considerate troppo serie e precise, per i governanti e gli elettori del Bel Paese. 

Dove lo “yes” dei nostri sciuscià linguistici ormai suona al posto del “dolce sì” di un tempo, andato purtroppo in malora.

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