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Italia – Abusivismo immigratorio e delinquenza

La presenza in Italia di tanti immigrati illegali che vivono di espedienti, e di cui spesso le autorità non conoscono neppure l’identità, e che anche se commettono infrazioni continuano a vivere indisturbati, colpisce e stupisce chi proviene da un paese come il Canada che esige dai suoi “immigrants” voglia di lavorare, buona salute e rispetto delle regole. Ma che in cambio si occupa di loro. 

 

Tornando a Trieste, noto ogni volta che nei giardinetti di piazza della Libertà, antistanti la stazione ferroviaria, sono accampate piccole bande di stranieri, dediti all’alcol, alla droga, e impegnati talvolta in risse tribali, con i combattenti schierati secondo l’origine etnica. Questo caos immigratorio italiano, con una forte presenza di individui loschi e di perdigiorno che vi importunano chiedendo l’elemosina o insistendo per vendervi qualcosa, contrasta nettamente con la situazione esistente nelle vicine Slovenia e Croazia, dove questo disordine è sconosciuto. Anche perché lì interverrebbe non solo la polizia ma la popolazione locale, certamente più guerriera dei nostri italiani; nonostante la nostra fama planetaria di mafiosi pompata per decenni da Hollywood, fabbrica di ruoli etnici.

 

 

Per non parlare di Napoli, dove a piazza Garibaldi e dintorni, ma non solo lì, vi è un sottobosco tipo Bronx d’individui provenienti dai continenti più diversi e in particolare da quello africano, che vivono di espedienti e di atti illegali.  In certe tratte ferroviarie la violenza sui treni è frequente. Ed è opera, nella maggioranza dei casi, d’individui giunti in Italia da altrove. Oppure di giovani nordafricani, nati in Italia, ma rimasti fedeli allo spirito guerriero dei padri. 

 

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La stessa polizia italiana esita a intervenire nei confronti dei combattivi immigrati illegali. Capita di frequente, infatti, che lo straniero si rivolti violentemente contro le forze dell’ordine. (Non vorrei, però, che si giungesse a certi eccessi polizieschi americani e anche canadesi.) Ho avuto modo di parlare a lungo con un capotreno, e ho appreso che ormai lui e i suoi colleghi rinunciano in certi percorsi ferroviari a richiedere il biglietto ai giovani stranieri, soprattutto africani, che si tengono in un gruppetto e visibilmente non vogliono essere disturbati da richieste del genere, dato che il biglietto non ce l’hanno. 

 

Sarebbe ora di calcolare il contributo che gli stranieri, magrebini in testa, forniscono al crimine nel nostro ex Belpaese. Mancano vere statistiche al riguardo per comprensibili ragioni di non discriminazione. Ma ogni tanto qualche cifra emerge dal buio voluto dalle autorità, e dall’autocensura dei giornalisti stessi. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.: “Il Sistema-sicurezza del nostro Paese non riesce più a sopportare la pressione dell’immigrazione clandestina incontrollata, cosa che si riverbera anche nei fenomeni criminali: il 38% dei reati predatori, infatti, è commesso da migranti, spesso clandestini. E questo purtroppo è un dato di fatto”. 

 

E Luca Ricolfi, intellettuale di sinistra: “In un paese come l’Italia il tasso di criminalità degli immigrati è circa sei volte quello degli italiani”. 

Eppure mai che venisse discusso questo importante tema nei quotidiani talk show in cui pur si parla di tutto. Ma cosa volete: quegli stessi italiani ammalati di ideologia e ripieni di spirito settario verso il diverso nostrano, da loro disprezzato e insultato, nei confronti del diverso straniero danno prova di un masochistico buonismo. 

Io credo però che una simile situazione, neppure in un paese come l’Italia, focolaio di odi civili e brodo di cultura di compiacimenti autodenigratori, potrà durare all’infinito. 

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