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Incendio pauroso:
devastata Fort McMurray

Distrutte 1.600 case in un’area di 100 km quadrati e in 90 mila sono stati costretti alla fuga. Per il momento non si registrano feriti gravi o morti

IncendioAlberta

 

Ottawa – L’inferno in terra. Questo lo scenario catastrofico che ha spinto le autorità a dichiarare lo stato di emergenza a Fort McMurray, in provincia di Alberta in Canada, circa 2600 km a nord-ovest di Toronto, dopo che un devastante incendio divampato domenica 1º maggio ha portato alla distruzione di più di 100 km quadrati di terreno, 1600 edifici e alla fuga di 90.000 abitanti, costretti a rifugiarsi nella cittadina di Anzac, a 50 km, poi a sua volta evacuata. L’incendio si è avvicinato anche all’aeroporto della città, costringendo le autorità a bloccare tutti i voli in arrivo e in partenza.

OTTAWA C’È – Il Primo Ministro, Justin Trudeau, ha già annunciato che il governo federale donerà una somma equivalente a quella raccolta dalla Croce Rossa Canadese per prestare soccorso agli evacuati di Fort McMurray

LA FUGA – Le fiamme che si levano alte nel cielo hanno causato una imponente nube simile a quella prodotta dai vulcani in eruzione. Un vero e proprio inferno di fumo e fiamme, quello che si presenta a Fort Mc Murray, città ormai semi distrutta e abbandonata in fretta da cittadini sotto shock che hanno formato lunghe code di auto e bus affollando le arterie principali verso le comunità vicine. Il direttore esecutivo di Emergency Management Agency di Alberta, Scott Lungo, afferma che con ogni probabilità buona parte della città sarà completamente devastata.

SCONOSCIUTE LE CAUSE – Gli esperti avrebbero individuato una serie di fattori che hanno contribuito al propagarsi delle fiamme, uno fra questi un’insolita condizione climatica di aria secca e calda (mercoledì si sono registrati aaddirittura 30 gradi) abbinata a forti venti che rendono difficoltose le operazioni di spegnimento agli oltre 250 pompieri presenti sul luogo. Ma le reali cause che hanno dato vita all’incendio, per ora, rimangono sconosciute. Le buone notizie parlano di un cambiamento delle anomale condizioni climatiche nel giro di un paio di giorni, quando le temperature si raffredderanno e cesseranno i venti che ora, pericolosamente, minacciano le contee adiacenti e il vicino aeroporto.

IMPIANTI PETROLIFERI CHIUSI – Le compagnie petrolifere della zona sono state costrette a chiudere tempestivamente tutti gli impianti e le condutture di greggio per evitare di alimentare un incendio che, al momento attuale, risulta di difficile controllo a causa dei forti venti che soffiano da alcuni giorni nella regione. Fort McMurray viene definita la porta di accesso al Nord ma soprattutto l’ingresso alla regione che ospita la più grande riserva di petrolio al mondo dopo Arabia Saudita e Venezuela, ora minacciata dall’arrivo delle fiamme. Le sabbie bituminose hanno reso la città un vero e proprio punto di riferimento per gli operatori del petrolio ma soprattutto hanno comportato un significativo livello di prosperità per la comunità che ora, stando alle testimonianze riportate dalla Bbc, pensa solo alla salvaguardia delle vite umane: “Gli edifici si possono ricostruire, l’importante è che non vi siano vittime”.

LA TESTIMONIANZA – Joanne Bates, una residente, ha spiegato di aver perso tutto: “È un disastro, non ci hanno neanche permesso di portar via le nostre cose, abbiamo perso tutto”, ha detto la donna piangendo.

 

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