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Immigrazionismo a gogò

L’odissea della Ocean Viking mi spinge ad enunciare alcune verità che certamente scandalizzeranno i nostri mondialisti, amanti del diverso e odiatori del loro simile. Siete favorevoli o contrari all’immigrazione? Tale domanda viene spesso rivolta nella penisola. Ma è un quesito a carattere tendenzioso. Chi può essere veramente contro il migrare, che esiste da sempre e sempre esisterà? Nessuno che abbia un cervello. 

 

Io sono favorevole a un’immigrazione che sia però sottoposta a regole precise, le quali facciano entrare in linea di conto l’interesse legittimo della società ospitante. Infatti, le autorità canadesi fanno una cernita tra i candidati all’immigrazione, e in seguito sono pronte a rispedire a casa chi si riveli, ben presto, un criminale. Evento raro, comunque. Noi, immigrati del Canada, prima di partire abbiamo dovuto seguire la rigorosa procedura emigratoria, e arrivati qui abbiamo dovuto rispettare senza indugi gli usi e costumi locali; talvolta anche retrogradi e ridicoli, quali ad esempio le proibizioni puritane in materia di alcol, allora vigenti.

 

Noi espatriati siamo contro un travaso di popoli. I popoli non sono interscambiabili. Noi riteniamo che il ricatto morale diretto contro un popolo che desidera controllare le proprie frontiere sia un sopruso. Secondo me, la possibilità offerta ai migranti di violare le frontiere dell’Europa è una causa diretta delle morti che avvengono in questi naufragi “programmati”.  Noi siamo contro l’abolizione delle frontiere. Pertanto siamo contrari all’abusivismo immigratorio in atto da anni in Italia. Abusivismo che snatura il concetto stesso di diritto d’asilo, cui oggi ricorrono masse indifferenziate d’individui attratti dall’immagine di un paradiso consumistico occidentale in gran parte illusorio. E infatti molti di questi migranti, tra cui i veri rifugiati sono un’esigua percentuale, giunti in Italia chiedono l’elemosina o vendono cianfrusaglie per strada. Importunandovi con fare non di rado aggressivo.

 

L’immigrazione clandestina, abusiva, irregolare, illegale, è generatrice di violenze a danno della società d’accoglimento. Infatti in Italia i nuovi arrivati danno un contributo sproporzionato a crimini e infrazioni. Inoltre, essa è una minaccia, se supera certi limiti, per la coesione sociale. Inutile illudersi: in un’Italia terreno fertile di odi intestini si stanno spargendo i semi di futuri conflitti razziali. Questo immigrazionismo a gogò è oltretutto scarsamente giustificato dall’obbligo morale di riparare gli abusi di un colonialismo di cui l’Italia si rese sì, autrice, ma in maniera ridotta e tardiva; al contrario di paesi come Spagna, Portogallo, Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio…

 

La sinistra italiana è contro la sovranità nazionale, e brandisce, insieme con le Ong che fiancheggiano i passatori criminali, l’arma del ricatto umanitario che sfrutta il pentitismo cronico dell’uomo bianco, afflitto da un costante singhiozzo e disposto ad accettare, in accordo col contrappasso cristiano, questo colonialismo alla rovescia. 

 

L’abusivismo immigratorio è un grave problema per gli stessi aspiranti naufraghi. Questi rischiano la morte per annegamento. Le navi delle Ong si tengono però pronte al salvataggio nel Mediterraneo, e imbarcano e trasportano i disperati in un “porto sicuro”. Esse danno così manforte agli scafisti traghettatori, genia criminale che si arricchisce sui clandestini. La garanzia di questo soccorso in mare, con il trasporto in un “porto sicuro”, attrae masse di futuri naufraghi e aumenta il business degli scafisti. Un’altra assurdità: secondo il giudizio di Bruxelles, la Tunisia, dove approdano navi di crociera cariche di turisti occidentali, non offrirebbe alcun “porto sicuro” per le navi delle Ong cariche di migranti illegali. Il porto sicuro lo offrono invece da anni i governi italiani.  Ma oggi le cose stanno cambiando, e molti di noi se ne rallegrano.

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