Il governo italiano ha lanciato un progetto impegnativo per promuovere il “turismo delle radici”, cioè il rientro turistico degli espatriati e dei loro discendenti nei loro luoghi d’origine, nella penisola.
Mi concentrerò sulle notizie riguardanti il Molise, dato il gran numero di molisani e discendenti di molisani qui residenti. Chi è interessato alle altre regioni potrà ottenere in Rete, o attraverso altri canali tra cui le associazioni comunitarie di Montréal, le informazioni volute sui vari comuni partecipanti.
La Regione Molise ha diramato questo comunicato: “Sono 76 i Comuni, su 822 realtà nazionali con meno di 6 mila abitanti, risultati vincitori del ‘Bando per la realizzazione di attività culturali in favore degli italo-discendenti nel mondo’ da attuare nel 2024. Anno delle radici italiane.” Vi si legge inoltre: “Il Molise, che conta 136 comuni, ha fatto registrare una percentuale di partecipazione del 59%, la più alta d’Italia.” Questo progetto “è finalizzato a realizzare una serie di iniziative quali attività ed eventi ergogastronomici, culturali, di tradizioni musicali, nell’ottica di sensibilizzare le comunità locali sul tema dell’emigrazione italiana e dei viaggi delle radici e creare sui territori un’offerta turistica mirata ed integrata rivolta ai viaggiatori delle radici, capace di rafforzare il legame tra l’Italia e le comunità italiane all’estero, permettendo così agli italo-discendenti nel mondo di ricostruire la propria storia familiare e di approfondire la conoscenza della propria cultura d’origine.”
Dei 76 comuni molisani partecipanti, 16 sono rappresentati qui a Montréal dal signor Andrea Passarelli, jelsese. Tali comuni sono: Busso, Baranello, Campolieto, Castropignano, Ferrazzano, Fossalto, Frosolone, Lucito, Mirabello Sannitico, Montagano, Petacciato, Torella del Sannio, Vinchiaturo, Toro, San Giovanni in Galdo, Campodipietra. Occorre dire che il tutto è in fase di organizzazione e di finalizzazione.
A Jelsi riservo un posto a parte. Si può dire che il turismo delle “radici jelsesi” è da tempo una realtà. E ciò grazie al dinamismo della sua comunità di espatriati, numerosa e intraprendente. In questi forti legami degli espatriati con Jelsi, un ruolo maiuscolo è svolto dalla Festa di Sant’Anna o sagra del grano, evento che si svolge ogni 26 luglio a Jelsi in una cornice di una grande bellezza fisica, ossia coreografica, e anche di grande intensità spirituale (“cristiano-pagana”). Lo spettacolare evento attira spettatori da ogni dove.
Quest’anno Jelsi risplenderà ancor di più. Il sig. Passarelli mi ha detto che il mese di luglio 2024 sarà più ricco di eventi che gli altri anni. Si inizierà con la mietitura e si terminerà, subito dopo la Festa del grano, con la Festa degli emigranti (28 luglio).
Il riuscito radicamento degli Jelsesi, qui a Montréal e altrove nel mondo, è dovuto sia alle capacità individuali di gente che ha un’alta considerazione della famiglia e che è adusa al sacrificio, sia al forte spirito di solidarietà esistente in seno ad una comunità di emigrati pienamente integrati alla società d’accoglienza, ma che non hanno volto le spalle al passato.
Questa straordinaria fedeltà alle radici esiste anche presso le altre comunità jelsesi, tra cui quella d’Argentina, come ho potuto constatare, con simpatia ed ammirazione, nel corso di un mio viaggio a Buenos Aires.
I valori e certi stili di vita originari, la cultura insomma tra cui anche il dialetto, vengono tenacemente e orgogliosamente conservati, mentre un laborioso sforzo viene compiuto per cercare di tramandarli ai propri figli e nipoti. Di questa fedeltà al passato sono prova tangibile i sacrifici e la dedizione consacrati dagli Jelsesi di Montréal allo svolgimento nella nostra città, in agosto, della Festa di Sant’Anna e del grano: eroica riedizione oltremare di quella originaria che avviene ogni anno a Jelsi, in luglio.