IL PUNTO di Vittorio Giordano
Non solo ha vinto, ma ha stravinto. Justin Trudeau ha preso tutti in contropiede, anche i sondaggisti, portando a casa una vittoria senza precedenti: non era mai successo, infatti, che un partito giunto terzo alle ultime elezioni (con il 18,9% dei voti ed 34 seggi), riuscisse a conquistare addirittura la guida del Paese. Trudeau potrà contare su un’ampia maggioranza e tradurre in atti legislativi tutti gli ambiziosi e audaci punti del suo programma elettorale. Come la disdetta dell’acquisto dei caccia F-35, il mantenimento del servizio postale a domicilio, l’opposizione al pedaggio sul nuovo Ponte Champlain, il potenziamento delle borse di studio per gli studenti, l’abrogazione della nuova legge sulla cittadinanza, lo sviluppo delle forme di energia alternativa, la lotta contro i cambiamenti climatici, la fine dell’intervento militare contro lo Stato Islamico. Ma soprattutto i massicci investimenti nelle infrastrutture, a scapito dell’equilibrio di bilancio, per dare una ‘scossa’ all’economia. Un impegno gravoso ma stimolante. Il secondo Premier più giovane della storia canadese dovrà dimostrare adesso di meritarsi la fiducia dei connazionali già dai primi provvedimenti, dando subito un segnale di discontinuità rispetto alla politica più austera, e condizionata dai conti in ordine, di Stephen Harper. Senza però vanificare anni di sacrifici e tagli, che sono valsi ‘conti in ordine’ ed un’economia solida, che non ha risentito più di tanto della crisi finanziaria internazionale. Il grande merito di Trudeau è quello di essere riuscito a ricostruire un partito praticamente demolito all’ultima tornata elettorale, restituendogli un’anima ed un approccio costruttivo verso il futuro. Il ritorno al potere dei liberali rappresenta una rivoluzione copernicana nell’azione di governo: un nuovo paradigma socio-culturale si staglia all’orizzonte e presto ci ritroveremo a vivere in un Paese completamente diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 9 anni. Per Trudeau una grande sfida, ma anche un’enorme responsabilità: il suo governo, libero dai condizionamenti degli altri partiti per sopravvivere, potrà brillare di luce propria. E imprimere alla storia del Paese una nuova impronta, a sua immagine e somiglianza. Uno stimolo, ma anche un pericolo: i fatti ci diranno se Trudeau passerà alla storia come suo padre, diventando uno dei Primi Ministri più amati della storia del Paese.