sabato 18 Maggio 2024 | 17:55

Il giornale italiano 1° in Québec e in Canada

Pubblicità

ULTIM'ORA ADNKRONOS

Photo credit : Alessandro Bosio
Il pianista Emanuele Arciuli dalla Puglia a Montréal

Il 26 febbraio concerto per pianoforte al Conservatoire de Musique

 

MONTRÉAL – Domenica 26 febbraio, alle ore 15:00, si esibirà in concerto il pianista pugliese Emanuele Arciuli, presso il Conservatoire de Musique di Montréal (Salle de récital, 4750, avenue Henri-Julien), con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura. L’artista si esibisce regolarmente nelle sale più importanti del mondo, come La Scala di Milano, la Biennale di Venezia, il Miami Piano Festival e il Miller Theatre di New York. Nel 2011 ha ricevuto il Premio della Critica Musicale Italiana “Franco Abbiati” come Miglior Solista dell’Anno ed è stato candidato al “Grammy Award” per il CD dedicato a George Crumb. È titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “Piccinni” di Bari, insegna pianoforte contemporaneo all’Accademia di Pinerolo e tiene regolarmente workshop in numerose Università̀ degli Stati Uniti. Con un repertorio che spazia da Bach alla musica del nostro tempo, con una forte affinità per i compositori americani, è ospite regolare di festival, orchestre ed istituzioni musicali tra le più prestigiose: OSN della Rai, Maggio Musicale Fiorentino, La Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, Orchestra Verdi di Milano, Unione Musicale di Torino, IUC di Roma, San Carlo di Napoli, Arena di Verona, Rotterdam Philharmonic, MDR Lipsia, Filarmonica di San Pietroburgo, RTSI di Lugano, Wien Modern, Berliner Festwochen, RedCats di Los Angeles, Indianapolis Symphony Orchestra. Il Cittadino Canadese lo ha incontrato: “Io sono nato in Salento, ma cresciuto a Bari. In Italia è più comune restare tutta la vita nello stesso luogo, mentre in America è normale nascere in un posto, studiare in un altro, poi lavorare in un altro ancora. La Puglia, però, è una terra di pianisti, ha dato i natali a tanti talenti internazionali, è un unicum in Italia inusuale. Nella mia famiglia nessuno praticava musica, la mia passione è stata improvvisa e precoce, già a 3 anni strimpellavo con il pianoforte in casa che nessuno usava… Diciamo che il mio talento è stato molto sottovalutato, ho iniziato a studiare solo verso i 10 anni… E poi la musica è stata una mia grande compagna di vita, anche se non l’unica. Cerco di affrancarmi dal cliché di pianista che vive solo di piano perché bisogna vivere per poter raccontare delle storie mentre si esegue. Ho suonato un po’ dappertutto in Europa, ma soprattutto negli Stati Uniti una cinquantina di volte, compresa l’Alaska, anche perché il mio repertorio è molto concentrato sulla musica americana. Ho spesso suonato compositori canadesi, ma questa a Montréal sarà la mia première in Canada… suonerò un brano inedito scritto per me dalla compositrice canadese nativa Barbara Assiginaak (Odawa First Nations) Inscription Rock Mazhenaabikiniganing Aagawong; l’ho già eseguito a Washington e in Italia anche se non l’ho ancora inciso. È un pezzo ispirato ai grandi laghi, si sente la potenza dell’acqua. Seguirà poi un brano molto importante, un capolavoro assoluto, 6 gruppi di 6 variazioni, per un totale di 36 variazioni, di una famosa canzone cilena scritta a seguito dell’assassinio di Salvador Allende nel ‘63… è un canto rivoluzionario, dall’opera di Frederic Rzewski, una musica diventata poi famosa dagli anni ’70, El Pueblo Unido, Jamas Sera Vencido (“The People United Will Never Be Defeated”). Un brano molto ingegnoso, di grande intensità drammatica e poetica. È come se fosse una sintesi di tutto ciò che è stato il pianoforte del Novecento: pop, jazz, musica atonale, sperimentale, influenze di tanti compositori, ma fortemente caratterizzata dal geniale Rzewski, scomparso due anni fa, che era mio grande amico… arriva a qualunque pubblico facilmente, non è pallosa! Io mi interesso della cultura dei nativi americani non solo in ambito musicale, ho una collezione di oltre 40 opere di artisti nativi americani e ho scritto un libro sull’arte indigena… Credo che la musica e l’arte visiva si aiutino a vicenda, in un confronto reciproco. Sono stato quasi mio malgrado un autodidatta del genere perché questa musica non si insegna nei conservatori e invece quando la si suona il pubblico la apprezza moltissimo… e io sento anche una responsabilità culturale di proporla. Per il resto, seguo il calcio e sono tifoso del Bari… è l’unica cosa un po’ campanilista”.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NOTIZIE RECENTI

Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh