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Il nuovo governo. Un percorso impegnativo

Il limite del contante che sarà portato a 5.000 euro – misura non ancora in atto – è visto positivamente da alcuni di noi, che andiamo in vacanza in Italia soggiornando in hotel, o che ci siamo trovati a dover disbrigare pratiche connesse a una successione, o che abbiamo voluto fare acquisti di una certa importanza; trovandoci però, per una ragione o per l’altra, nell’impossibilità di usare la nostra carta di credito. 

 

Io vorrei che il nuovo governo reintroducesse l’uso di parole e concetti dimenticati.  Io auspico che il termine “nazione” torni in auge, e che venga reintrodotta l’espressione “interesse nazionale”. L’Europa senza le nazioni al suo centro è una semplice astrazione.  La stessa Ue, costruzione artificiale ma utile e anche nobile, non può ignorare l’interesse nazionale dei suoi stati membri. E da parte sua l’Ue dovrebbe far valere l’“interesse europeo” nei confronti dei paesi extraeuropei. Ma “interesse europeo” è un’espressione malvista perché nemica della globalizzazione, del mondialismo, del mercato unico di cose e persone…  

 

Arriverei persino a proporre che si resuscitasse il termine “doveri”, se non fossi cosciente dell’enormità di una tale mia richiesta che viola i diritti umani. In un paese come il Canada, dove vige il Multiculturalismo di stato, un fondamentale elemento unificante che attenua le differenze tra le culture delle varie etnie, ed elimina o riduce i conflitti che queste differenze possono generare, è costituito dal rigoroso rispetto delle norme cui tutti sono tenuti, con l’intervento se necessario di una polizia che non scherza. In Canada i controllori controllano. Occorrerebbe introdurre un certo ordine anche in Italia, paese piuttosto caotico; mentre nei talk show, in cui si dovrebbero dibattere i problemi della società e proporre soluzioni, trionfano esibizionismo, spirito di parte, ideologismo, e si fanno soprattutto chiacchiere e polemiche.

 

Grazie a un senso realistico delle cose, noi espatriati siamo stupiti nel vedere l’incapacità di tenere pulita la capitale d’Italia (e Napoli, e Palermo…), attraverso un normale servizio di rimozione e di smaltimento dei rifiuti. Non sono poche le località italiane impuzzolentite dall’“emergenza rifiuti”. Noi che viviamo all’estero siamo colpiti dal carattere demenziale della burocrazia italiana, anche perché molti di noi hanno avuto a che fare con essa. Questa è un’altra lotta che noi invitiamo il governo italiano a condurre con coraggio. Contro la denatalità, che è il problema più grave italiano, il governo potrà fare ben poco. Ma se non altro potrà difendere la normale famiglia, fatta di un uomo e di una donna; invece di volerla affossare attraverso un’“ingegneria sociale”, spesso da laboratorio alla Frankenstein.  

 

Il governo Meloni ha annunciato che lotterà contro la mafia. Ce ne rallegriamo. L’Italia è un paese popolato di mafiosi. Una tale immagine, certamente esagerata, è alquanto diffusa all’estero. In Nord-America, cinema e giornali hanno campato per decenni sullo stereotipo dell’italiano mafioso. Ma la mafia, dopo tutto, non è solo un’immagine, bensi’ occupa una parte importante, che è in espansione, della scena economica e sociale italiana. Una simile vergogna sembra essere accettata nella Penisola come un fenomeno naturale, dovuto alla geografia, all’identità locale, e alla storia italiana.  

 

La lotta alle mafie è anche una questione d’onore nazionale. Ma non tutti in Italia capiranno una simile frase, in cui si fa ricorso ad un’espressione giudicata pericolosa e quindi bandita dal nostro vocabolario.

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