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Il modello italo-canadese spiegato ai giovani

Evyn Lewis della “Lauren Hill Academy”, vincitore del “DJ Battle 2017” organizzato dal Centro Leonardo da Vinci, si è esibito a Cosenza il 9 novembre, dopo 3 giorni di ‘tavole rotonde’ su come facilitare il processo di integrazione tra culture diverse

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Da sinistra: Eugenia Ventrella, Raffaella Fortino, Carolina Russo, Adalgisa Lupinacci, Paola Lico, Dino Filipelli, Donna Manos, Frank Sorrentino, Rosita Paradiso, Maria Franca Faragasso, Raffaella Bozzo e Pat Buttino
Pat Buttino e Frank Sorrentino durante la tavola rotonda a Cosenza
Pat Buttino e Frank Sorrentino durante la tavola rotonda a Cosenza

Montréal – La musica musica per superare le differenze e facilitare l’integrazione tra culture spesso agli antipodi. È il nobile scopo del concorso “DJ Battle”, la sfida alla consolle ideata da Pat Buttino, direttore generale, e Frank Sorrentino, direttore marketing del Centro Leonardo da Vinci (CLDV), che quest’anno, in occasione della terza edizione, ha visto vincere (era il 21 aprile scorso) Evyn Lewis, studente della “Lauren Hill Academy”, scuola secondaria della Commissione scolastica “English-Montréal”. Il viaggio in Italia doveva essere un semplice corollario della manifestazione, il culmine di un percorso, il giusto premio per il vincitore. E invece, soprattutto quest’anno, ha assunto un significato di formidabile valore, ‘ergendosi’ a viatico per la conoscenza reciproca ed a modello di integrazione multiculturale. Un modello che Buttino e Sorrentino, insieme a Lewis ed alla preside della “Lauren Hill Academy”, Donna Manos, hanno spiegato agli studenti delle scuole calabresi in 3 tavole-rotonde (“I processi di immigrazione e integrazione: Italia e Canada a confronto”) che hanno tenuto dal 3 al 10 novembre, grazie alla preziosa collaborazione di Stefania Alessio e Maria Rosario Sorrentino. Confronti che sono stati preceduti (il 5 e il 6) dalla visita al campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia e delle grotte carsiche di Sant’Angelo, nel comune di Cassano all’Ionio: due attrazioni turistiche che in troppi ancora ignorano, in Italia e nel mondo. Poi spazio alle discussioni. Il 7 novembre a Santo Stefano di Rogliano: presenti gli studenti di 8 scuole, alcuni professori, la Sindaca Lucia Nicoletti e diversi imprenditori. Encomiabile l’impegno dei ragazzi, che si sono improvvisati guide turistiche illustrando agli ospiti montrealesi le sculture del museo a cielo aperto (Mab, Museo all’aperto Bilotti) che da qualche mese anima il centro di Cosenza, lungo Via Mazzini, con le opere, tra gli altri, di Giorgio De Chirico, Salvador Dalì e Giacomo Manzù. L’8 novembre, poi, a Vibo Valentia, davanti ai giovani di 2 scuole secondarie, il secondo round con la partecipazione di esponenti politici e istituzionali, come Wanda Ferro, ex sindaco di Catanzaro, e Maria Concetta Ciliberti, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il 9 novembre, infine, il gran finale a Cosenza, nella Galleria Nazionale, con gli studenti di 7 scuole che fanno parte dell’Istituto Comprensivo di Montalto Scalo, diretto da Franca Faragasso. Giornata che si è conclusa con l’Ethnic Dance Party in cui si è esibito anche Evyn Lewis, vincitore del “DJ Battle 2017” a Montréal, insieme ad altre 5 dj locali. In ciascuna tavola rotonda è stato sviscerato il tema dell’immigrazione e dell’integrazione alla luce dell’esperienza di accoglienza, multiculturalità e integrazione vissuta in Canada dalle sei High Schools del “Montreal English School Board” e dal Centro “Leonardo Da Vinci”. In particolare, la preside Donna Manos ha spiegato la realtà scolastica canadese con le innumerevoli attività ricreative previste nel doposcuola; Pat Buttino si è concentrato sulla storia dell’immigrazione italiana, grazie anche all’ausilio di filmati e pubblicazioni; mentre Frank Sorrentino ha portato l’esempio del Centro Leonardo da Vinci, modello vincente di una Comunità attiva, dinamica e inclusiva con una struttura polifunzionale che offre servizi, attività comunitarie, ricreative e formative, corsi, seminari, degustazioni, mostre, concerti, spettacoli, ecc. Per dimostrare, in sintesi, che gli immigrati di oggi in Italia eravamo noi negli anni ‘50 e ‘60 in Canada e che un’integrazione compiuta e di successo richiede un tempo lungo fino a 3 generazioni. Perché, in fondo, l’immigrazione è la stessa dappertutto, negli inizi e negli esiti. E, un giorno, anche i nuovi arrivati in Italia contribuiranno a far crescere il Bel Paese, così come gli italiani in Canada hanno contribuito in maniera determinante alla sua crescita. L’obiettivo ultimo è abbreviare i tempi di un processo inesorabile attraverso scambi di informazioni tra i presidi in Italia ed i dirigenti scolastici canadesi, su un modello di convivenza che funziona.
Per una Calabria che può anticipare i tempi sfruttando il know-how montrealese suggerito dai suoi corregionali, per trainare l’Italia verso un mondo sempre più aperto e globalizzato. (V.G.)

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