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Il lusso e l’opulenza
protagonisti indiscussi

di Valentina Boneschi 

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Versace

MILANO – La Milano Fashion Week,  che quest’anno si è  svolta dal 24 al 29 febbraio, è sicuramente una delle manifestazioni più attese nella quotidianità meneghina. Showroom e luoghi pubblici appositamente allestiti hanno accolto operatori, modelle, vip e semplici curiosi per ammirare le collezioni del prossimo autunno-inverno 2016/17. Ci sono proprio tutti e mai come quest’anno si è raggiunto un numero di presenze così elevato. Cosa indosseremo tra qualche mese? Quali forme e colori? Diamo uno sguardo a quello che si è svolto in questi giorni sulle passerelle milanesi.

Scervino
Scervino

Partiamo con un clima da fiaba quello di Luisa Beccaria. ll suo stile è quasi fuori dal tempo, le sue donne sono delle ninfee che saltano fuori da un mondo incantato. Per la prossima stagione fredda i classici abiti da sogno in chiffon e con stampe floreali dai toni pastello si alternano a tonalità più decise, tra cui trionfa il blu di Prussia, ma ci sono anche bellissimi rosa antico, bordeaux, nero e blu. Il velluto torna di moda e la stilista lo abbina al tulle creando un effetto molto particolare e delicato. Molto belli anche i tessuti con un leggero effetto metallizzato. Sebbene sempre di fattura romantica, si inseriscono vestiti che sembrano usciti dall’iconografia delle dame medievali, con tanto di velluti e bustini.

Ma un indiscusso successo lo ha avuto sicuramente Miuccia Prada con la sua donna vagabonda. La stilista porta sul catwalk una collezione colorata ed elegantissima, fatta soprattutto di capispalla estremamente ricercati, dettagli con ricami particolari, pellicce. Grande attenzione anche per quel che riguarda gli accessori: non solo le classiche borse, ma anche divertenti cappelli da marinaretto che spezzano la serietà dell’insieme.

Armani
Armani

Sulla passerella di Max Mara, invece, si celebrano le donne forti che frequentavano le aule del Bauhaus: via libera, dunque, a capi meno moderati rispetto all’immaginario della maison.

Mentre da Fendi, Karl Lagerfeld e Silvia Venturini si celebrano moderne eroine manga rigorosamente in pelliccia, Massimo Giorgetti, alla sua seconda prova nella direzione creativa di Emilio Pucci, sfila all’interno di una ex fabbrica di lampadine alle spalle della Fondazione Prada con una collezione per l’inverno 2016 realizzata “con più rispetto per il marchio, cercando di tradurre il mondo di Pucci e di rendere omaggio alle sue origini”. Un capo must have? Sicuramente il giubottino argentato che fa tanto space.

Per Per un look diverso dal solito, Jeremy Scott per Moschino ha  chiuso la seconda giornata di Milano Fashion Week con una passerella infuocata, nel vero senso della parola. Se fino alla scorsa collezione il tema era chiaramente la cultura pop, stavolta il marchio punta sulla teatralità portandoci in una villa con specchi rotti e pianoforti bruciati. Gli abiti sono bruciati (ad arte) anch’essi e, sebbene non portabili, ci trasmettono davvero qualcosa di diverso rispetto alle solite sfilate.

Esplora, invece, il mondo incantato delle favole la collezione firmata Dolce & Gabbana per l’autunno inverno 2016-2017. Principesse Disney come Elsa di Frozen e Cenerentola, reinterpretate in chiave moderna, diventano così protagoniste indiscusse in passerella, abiti da sogno si arricchiscono dei simboli iconici delle fiabe più conosciute, come la carrozza che diventa borsetta o la scarpetta di cristallo che campeggia su capi e accessori.

Un tuffo nel lusso e nel consumismo edonistico tipico degli anni ‘80 e degli yuppies, che portavano fuori a cena signore ricoperte di visone e lamè, è quello di Blumarine, che ha scelto di dare un vero e proprio schiaffo alla crisi con una collezione sensuale, opulenta e sfacciata nel suo essere lussuosa. Visone e volpe ovunque; non solo in gilet e capospalla, ma in bordi sugli abiti, nelle cuffie, nelle fibbie delle cinture e in morbidissime sacche e bauletti resi ancora più preziosi dall’iconica B, monogramma della griffe. Tanto pizzo chantilly e chiffon insieme alla pelliccia in nero, ottanio e rosa, ma anche cascate di lamè argentato in abiti scampanati e accollati che ci portano ancora di più, se possibile, nel mood Eighties di questa collezione.

Scuro ma non cupo. L’inverno di Giorgio Armani è una celebrazione del nero, come colore, e del velluto come materiale. Una collezione corretta e sempre elegante, quella di Re Giorgio: fedele a se stesso e al suo celeberrimo rigore sartoriale, rende omaggio al suo capo icona per eccellenza: la giacca. Che sia corta, lunga, con cintura, con ruches, di velluto, con collo alto, con intarsi in seta, senza maniche o con frange l’importante è che ci sia. Ed è esattamente quello che ci si aspetta da una giacca Armani: lineare, pulita, elegante adatta alla donna in carriera del nuovo millennio, meno aggressiva del prototipo anni Ottanta, che proprio di Armani fece la fortuna, più paga di se stessa, in grado di spezzare l’uniformità del tailleur più classico con intarsi floreali e frange rock.

Come sempre, la donna portata in passerella da Ermanno Scervino è un sogno romantico, e stavolta più che mai. Pizzo, pizzo in mille declinazioni e colori, dalla nuvola bianca dell’abito corto con tasche dalle quali si intravedono le mani, tanta la delicatezza della fattura, al giallo che ochieggia sotto il tweed dei cappotti ricamati, fino al rosso degli abiti sirena che rendono Scervino così amato anche sui red carpet. E poi pelliccia: anche sulla passerella di Scervino visoni avvolgenti e volpe colorata che impreziosisce i cappotti in tinte pastello di colli opulenti e colorati. Le uscite con i cappotti ‘military romantic’ ornati di pellicce e alamari ci riportano alle suggestioni dei romanzi russi. Accessorio caldissimo must have il prezioso casco in pelliccia di volpe grigia.

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