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I molisani all’estero | Tony Vaccaro, fotografo di guerra

Il tremendo conflitto in atto tra gli Israeliani e i Palestinesi, che giunge a noi attraverso delle immagini prescelte, avrebbe forse bisogno di testimoni sul campo del calibro di un Tony Vaccaro o di un Frank Monaco. Ma chi conosce oggi questi fotografi?

 

Tra i molisani e discendenti di molisani di cui è tracciato il profilo nel libro di Norberto Lombardi “Altrove -Intellettuali molisani nella diaspora” (Cosmo Iannone Editore, 2022), troviamo due fotografi-giornalisti: uno è Tony Vaccaro” nato a Greensburg, Pennsylvania, l’altro è Frank Monaco, nato a Brooklyn. 

 

Tony Vaccaro arriva ancora infante a Bonefro, dove trova “l’humus delle radici esistenziali più profonde”. La fuga dei genitori dall’America in Italia, insieme a Tony e alle due sorelline Gloria e Assunta, è causata dalle minacce fatte al padre dalla “Mano nera”. 

 

A Bonefro rimane affidato agli zii, perché la madre muore poco dopo l’arrivo. E dopo qualche anno anche suo padre, rientrato dagli Usa a Bonefro a ritrovare i figli, muore improvvisamente. Le sorelline sono affidate a un orfanotrofio, mentre “u merecanielle” – è il suo soprannome – rimane con gli zii. 

 

Diciassettenne, ritorna negli USA dove “inizia la sua nuova formazione scolastica.” Scoppia la seconda guerra mondiale. Tony Vaccaro viene richiamato alle armi. Partecipa allo sbarco in Normandia. Dotato di macchina fotografica, riprende “i protagonisti e gli eventi di quel terribile viaggio nella distruzione e nella sofferenza.” Le sue immagini fotografiche, dall’alto valore simbolico, raggiungono il livello dell’arte. 

 

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Finita la guerra, Tony Vaccaro fa il fotografo per mestiere e per passione, e lavora come corrispondente attraverso il mondo. Ma mai dimentica il Molise e la sua Bonefro. Da certi suoi “scatti di guerra” traspare la “compassione per il nemico”. Ma nella mostra fotografica a Roma, al Quirinale, queste foto vengono, con suo rammarico, omesse dagli organizzatori.   

 

Leggendo le pagine a lui consacrate in “Altrove”, si è colpiti dalla sua grande sensibilità e umanità. Nelle sue immagini, volutamente, “non c’è solo la vicenda bellica, ma anche l’umanità sofferente, la morte senza distinzione tra l’alleato e il tedesco”.  Distinzione – oso aggiungere – che Hollywood ha invece sempre tenuto netta, in una maniera crudele e talvolta caricaturale a svantaggio dei vinti. Tony Vaccaro è esplicito: “Fin da principio ho pensato che la guerra non fosse una tragedia americana, italiana o tedesca, ma una tragedia umana. Chi soffre è l’umanità, gli uomini, le donne, i bambini, senza distinzione”. Parole nobili, cui si aggiungono altri gli altri suoi giudizi esprimenti la propria compassione per i feriti e i morti sui campi di battaglia, qualunque fosse la divisa ch’essi indossassero. 

 

Il suo legame con Bonefro è tenace: “Sì, sono nato in America, ma le prime sensazioni che ricordo le ho vissute a Bonefro. Ero piccolissimo, ho sentito un rumore. Mi sono svegliato e ho sentito il firmamento sopra di me”. Vaccaro, grazie al suo mestiere, alla sua bravura e ai suoi interessi spirituali, ha potuto conoscere “i più grandi personaggi e i più grandi intellettuali del mondo.” La sua amicizia con un architetto giapponese, Yamasaki, cui vengono commissionate le future Twin Towers, e al quale suggerisce di andare a visitare le torri di San Gimignano prima di tracciare il modello finale dell’opera affidatagli, influenza fortemente lo stile architettonico di Yamasaki, che si ispirerà, appunto, alle torri di San Gimignano.

 

Insignito della francese Legione d’Onore, proclamato Patriota dell’anno dagli americani, e destinatario nel corso degli anni di numerosi premi e riconoscimenti, Tony Vaccaro rimarrà sentimentalmente fedele alla piccola patria di nascita dei suoi genitori: il Molise, e in particolare a Bonefro, dove aveva vissuto fino all’età di 17 anni. Anche questo suo sentimento di affetto e fedeltà illustra la nobiltà d’animo di una grande personalità, dalle ampie appartenenze e solidarietà, mostrando che la sua generosità d’animo e la sua pietà per i vinti hanno trovato inizio e slancio in questo rapporto d’amore, mai venuto meno, con l’angolino di terra dove tutto per lui iniziò.

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