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Da sinistra: Domenic Cusmano, Carole Gagliardi, Nick De Vincenzo e Silvana Di Flavio, il Console Commerciale Fortunato Mangiola, il Console Generale Enrico Pavone, Ivana Bombardieri, Vittorio Giordano, Vittoria Zorfini e Arturo Tridico
Enrico Pavone: “Colpito da una città dinamica e da una Comunità calorosa e coesa”

Il neo Console Generale si presenta agli Italo-Canadesi di Montréal

 

MONTRÉAL – Disponibile, accorto, entusiasta, empatico: così il nuovo Console Generale d’Italia a Montréal, Enrico Pavone, si è presentato agli Italo-Canadesi della sua circoscrizione consolare. Il 18 agosto scorso, accompagnato dal Console Commerciale Fortunato Mangiola, il diplomatico che ha preso il posto di Silvia Costantini ha incontrato gli esponenti dei media italiani in città presso l’Istituto Italiano di Cultura, adiacente al Consolato Generale. Oltre al sottoscritto, direttore del CITTADINO CANADESE, erano presenti all’incontro (durato poco meno di un’ora): Ivana Bombardieri e Vittoria Zorfini (Radio CFMB 1280 AM), Nick De Vincenzo e Silvana Di Flavio (ICI Television), Carole Gagliardi (Panorama Italia), Arturo Tridico (La Voce) e Domenic Cusmano (Accenti Magazine).

 

Quella di Montréal è la prima missione all’estero di Pavone nel ruolo di Console Generale (ha già visitato la metropoli quebecchese nel 2003, ma nelle vesti di privato cittadino e quindi come semplice turista). Rispetto al passato, non assumerà anche l’incarico di Rappresentante Permanente presso l’Icao; da quest’anno, infatti, a svolgere questa funzione ci sarà un diplomatico ad hoc: l’Ambasciatore Sergio Martes

 

Enrico Pavone arriva direttamente da Roma, dalla Direzione generale per l’Europa e la Politica commerciale internazionale presso il Ministero degli Esteri. Alla Farnesina da ormai quasi 30 anni, è stato protagonista di diverse missioni all’estero: la prima in assoluto è stata in Africa, presso l’Ambasciata d’Italia a Lusaka, capitale dello Zambia, poi presso l’Ambasciata d’Italia a Bucarest, in Romania; quindi a Bruxelles, presso la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Ue; infine presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi, in Francia.  Le sue prime sensazioni da neo Console Generale sono state “molto positive”, grazie ad un “entusiasmo” che gli ha trasmesso una “città attiva, giovane, interessante, dinamica” e “una Comunità italiana calorosa, coesa, tutto sommato perfettamente integrata nella realtà sociale, economica, politica locale, estremamente attiva e particolarmente legata alle proprie tradizioni”. Tantissimi gli spunti di una chiacchierata che ha toccato diversi punti. Tra questi, la pertinenza e l’attualità della stampa italiana all’estero, in un’epoca in cui l’informazione è sempre più digitale, accessibile e fluida. “È vero, siamo una società in cui la comunicazione ormai non ha più frontiere, se escludiamo il fuso orario.

 

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Ed è possibile sempre documentarsi direttamente dagli organi di stampa nazionali. Però, io credo che la stampa italiana all’estero abbia una propria sensibilità che nutre grazie alle radici con cui si inserisce nella Comunità italiana locale. Quindi credo possa offrire, in tutti i sensi, un’interpretazione, una versione dei fatti, una sensibilità diversa da quella che può fornire la stampa nazionale. Innanzitutto ha un respiro più internazionale, proprio per la sua ovvia collocazione geografica. La stampa italiana a Montréal ha inevitabilmente una doppia sensibilità, vede più facilmente due aspetti: quello italiano e quello della realtà del Paese in cui opera. Quindi credo che ci sia ancora una differenza e questo vuol dire che c’è ancora un ruolo importante da svolgere. E credo che la missione possa essere proprio quella di svolgere questo ruolo di interpreti speciali, tra l’Italia e la Comunità degli italiani residenti a Montréal. Voi avete un prisma diverso, un grande asset su cui potete contare e che inevitabilmente è riconosciuto anche dal seguito che avete, che so essere importante, e non solo nella Comunità italiana. Ecco, se ci può essere anche una linea evolutiva, di ulteriore sviluppo, forse potrebbe essere quella di presentare la Comunità italiana al pubblico quebecchese e canadese. Una prospettiva di lavoro interessante, con l’ostacolo della lingua da gestire. Perché anche quell’audience potrebbe essere interessata alla sensibilità che avete maturato come operatori della stampa italiana all’estero”. Poi, sollecitato dai vari esponenti della stampa, Enrico Pavone ha affrontato diverse tematiche: l’uso di lingue diverse dall’italiano per l’accesso ai contributi della stampa italiana all’estero, la crisi dei media tradizionali e la sempre maggiore digitalizzazione dell’informazione, la difficoltà di accesso alle sovvenzioni per radio e tv, il sostegno al Made in Italy, agli imprenditori e ai ricercatori/studiosi italiani all’estero; le difficoltà di accesso ai servizi consolari, soprattutto da parte dei cittadini più anziani, a causa dalla penuria di personale; l’iter burocratico per l’acquisizione della doppia cittadinanza e gli scambi culturali tra studenti universitari.    (V.G.)

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