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Dalla politica al calcio

Dopo le elezioni in Sardegna, domenica scorsa è toccato all’Abruzzo e questa volta la destra è riuscita a conservare questa regione. Un po’ di paura il governo Meloni l’ha avuta e negli ultimi giorni tutti i politici più importanti si sono recati in questa regione per far pendere la bilancia da un lato e non dall’altro. Alla fine è stato riconfermato, con una certa facilità, Marco Marsilio con il 53,5% dei voti. In calo l’affluenza alle urne: solo il 52,2% è andato a votare. Questo è un problema e i vari partiti, sia di destra che di sinistra, dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Ne ho avuto conferma sabato scorso.

 

Domenica si è votato anche per il rinnovo dei consiglieri della provincia di Campobasso. È un’elezione un po’ strana, dove si possono votare solo i sindaci e i consiglieri municipali.

Il sindaco del mio paese, Nino Ponte, è venuto a trovarmi nella serata di sabato, per vedere se potevo chiamare qualche ex politico che conoscevo e fargli ottenere qualche voto in piu’. Due erano del PD e l’altro di Rifondazione Comunista. Dopo i saluti di cortesia, tutti mi hanno detto che ormai seguono la politica da lontano; il più sorpreso della mia telefonata è stato il mio amico di Rifondazione, il quale mi ha detto che ormai, da quattro elezioni, non andava più a votare. Eppure qualche soddisfazione nella sua carriera politica l’ha avuta: non solo è stato eletto, ma è stato anche Assessore della Regione Molise. Ritornando alle elezioni in Abruzzo, bene Fratelli d’Italia e Forza Italia, male la Lega. Nell’altro campo, il Pd è andato bene, male se non malissimo il Movimento Cinque Stelle. E forse è tramontata anche l’idea del “campo largo’’, che è andato sempre stretto a Conte.

 

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Dalla politica al calcio

L’anno scorso il campionato italiano è stato ammazzato dal Napoli di Spalletti e quest’anno Inzaghi sta facendo la stessa cosa con l’Inter. Milan e Juventus lottano per il secondo e terzo posto, mentre 4-5 squadre si stanno sfidando per assicurarsi l’ultimo posto per partecipare alla Champions League. Quasi ogni domenica, però, ci sono  polemiche sugli arbitri  e molti dirigenti, a cominciare da alcuni presidenti, non danno il buon esempio.  Il modello da imitare è quello della Premier League. Poche simulazioni e poche proteste di allenatori e giocatori per le decisioni arbitrali. Come molti appassionati di calcio, seguo anche il campionato inglese e domenica in programma c’era Liverpool-Manchester City, squadre allenate rispettivamente di Klopp e Guardiola. Occupano il secondo e terzo posto in classifica. La partita è finita 1-1, ma nel finale il Liverpool avrebbe potuto ottenere qualcosa in più e ci sono stati vari interventi al limite. Gli arbitri italiani avrebbero concesso almeno 2-3 rigori, ma in Inghilterra, se il difensore tocca prima la palla, il rigore te lo sogni. Alla fine strette di mano, abbracci e niente polemiche.

 

Precisazione

Sono sempre contento quando i nostri lettori mi scrivono, soprattutto per criticarmi. Un lettore è sempre un lettore.  Cosa è successo? Nel mio pezzo di due settimane fa, parlando della Festa di San Giuseppe, facevo dell’ironia su me stesso perché, anche quest’anno, mi hanno invitato con mia moglie a fare i “vecchi” alla tavola ufficiale della famiglia Albino. Avevamo fatto i “vecchi’’, con piacere, per la prima volta, anche alla tavola di Costanzo Iamonico. Solo che la memoria mia ha tradito. Io pensavo che erano passati almeno 20 anni, mentre l’organizzatore della festa mi ha fatto notare che era il 2016 e che quindi avevo l’età giusta per fare il “vecchio’’. Ma “vecchio’’ o non “vecchio’’ lo ringrazio ancora per l’invito.

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