lunedì 29 Aprile 2024 | 04:19

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Come cambia la vita in farmacia?

di Giulia Verticchio

Lo staff della farmacia. A sinistra riconosciamo la titolare Palma Andreoni e Stephen Valente

Qual è la situazione nelle farmacie? Il Cittadino Canadese ha intervistato Stephen Valente, farmacista presso la Farmacia Jean Coutu di Palma Andreoni su Boul. Langelier, a Saint-Léonard, molto frequentata dalla Comunità Italo-Canadese. Com’è cambiato il ritmo di lavoro con la diffusione dell’emergenza Covid-19? “Gli orari di apertura al pubblico si sono ridotti di circa 3 ore in meno al giorno, ma per il personale gli orari di lavoro sono gli stessi perché abbiamo molte più cose da fare. Dopo la chiusura dobbiamo disinfettare tutto e mettere a posto per le procedure del giorno dopo. Ogni settimana abbiamo un training dell’Ordine dei farmacisti del Québec per essere sempre aggiornati sul coronavirus”. Che misure di sicurezza sono state adottate per la clientela e per lo staff? “Sono ammessi all’interno del negozio massimo 3 clienti alla volta, si fanno disinfettare le mani all’ingresso, noi prima avevamo solo mascherine, ora abbiamo visiere di plastica, che ci proteggono meglio perché la trasmissione è anche oculare, sono stati installati divisori di Plexiglas al bancone per ridurre al minimo il contatto tra personale e clienti. Certo, noi dietro il bancone e in laboratorio condividiamo spazi limitati, ma cerchiamo di praticare il distanziamento il più possibile. Se uno di noi si ammala si chiude”. Che cosa è cambiato a livello di vendita, regole, servizi offerti? “Ovviamente le consegne a domicilio sono passate da una quindicina a 50-70 al giorno, e questo è un bene perché siamo affezionati ai nostri clienti e, anche se ci mancano, non vogliamo che escano di casa, soprattutto gli anziani. Poi prima facevamo prelievi di sangue, vaccini, iniezioni, misurazioni di pressione e glicemia e altre attività di infermeria, che ora sono state sospese. Il governo federale ha accordato ai farmacisti il permesso di prolungare i trattamenti cronici senza obbligo di ricetta rinnovata. La prima prescrizione dev’essere sempre del medico ma, se il paziente ha ancora bisogno di un farmaco, noi possiamo continuare a procurarglielo fino a settembre. Un’altra cosa buona è che si sta sbloccando un sistema di ricette mediche telematiche inviate dal medico direttamente alla farmacia, senza bisogno del cartaceo in mano al paziente. Una soluzione di cui si discuteva da tanto tempo… l’emergenza coronavirus potrebbe costringere ad una soluzione veloce che potrebbe poi, adattata, rimanere permanente. Sarebbe una piccola rivoluzione”. Si parla di farmaci in Australia, Giappone, Russia, che potrebbero funzionare… “Si l’antivirale Remdesivir o l’antimalarico antireumatico di Idrossiclorochina… in vitro bloccano il virus, ma nella realtà ambientale dell’uomo no… è presto ancora, ma ci arriveranno”. Brevettare e commercializzare il vaccino per il coronavirus sarà l’affare del secolo… difficile pensare che ci sarà solo la buona fede di salvare l’umanità al più presto… “Le case farmaceutiche sono aziende, certo. Ma alcuni marchi e gruppi stanno collaborando scientificamente insieme nella prospettiva di dividersi semmai i profitti e, per la competizione che c’è di solito nel settore, è già un miracolo”.

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