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Il Renzi-bis è fatto: lo guida Gentiloni, ma Verdini si chiama fuori

Renzi è andato a casa. Si è dimesso. E questa è già una buona notizia. Ma non è andato in pensione il suo governo: con qualche pedina in meno, o spostata di poco, sarà sempre lo stesso. A far più discutere è la faccia tosta della Boschi, che pure aveva legato nome e faccia e destino a Renzi

Renzi si dimette, anzi no: Mattarella lo ‘congela’

‘Ha da passà a nuttata!’, scrivevo qualche tempo fa. E la ‘nuttata’ è passata. Dopo 1000 giorni di governo, Renzi ha gettato la spugna. Non volontariamente, s’intende, ma perché mandato via dagli Italiani chiamati a pronunciarsi sulla sua pasticciata Riforma Costituzionale

Referendum costituzionale – Italiani all’estero: un NO convinto

Come ex Parlamentare eletto in rappresentanza degli Italiani nel mondo, in particolare di quelli residenti in Nord e Centro America, non posso esimermi dall’esprimere la mia opinione sul Referendum, che coinvolge anche i connazionali fuori dai confini nazionali. Li coinvolge come cittadini chiamati ad esprimere legittimamente il proprio voto, ma anche come parte in causa di una riforma che, purtroppo

Ha vinto Trump?
È la democrazia, bellezza!

Partiamo da un fatto inconfutabile e incontrovertibile: dopo aver conquistato 306 Grandi Elettori ed essersi aggiudicato 29 Stati, Donald Trump è il 45º presidente degli Stati Uniti d’America. Ad eleggerlo sono stati i cittadini americani che hanno liberamente esercitato il diritto di voto attraverso un sistema elettorale accettato, rispettato

Un Canada meno americano e più europeo

Ha sempre fatto le veci del fratello minore, succube della ‘prepotenza’ economico-commerciale del suo unico e ingombrante vicino: gli Stati Uniti d’America. Tanto che ancora oggi in molti, troppi, dicono ‘America’ per intendere Stati Uniti. Una parte per il tutto: una particolare metafora che si chiama sinèddoche

È ancora luna di miele, ma ora viene il difficile

Tutto secondo copione: ad un anno dalla sua elezione a Ottawa (era il 19 ottobre 2015), il governo presieduto da Justin Trudeau viaggia col vento in poppa. Addirittura il 65% dei canadesi lo sostiene a spada tratta. Continua la luna di miele con i cittadini-elettori. Impossibile negarlo: Justin ha restituito il sorriso e la speranza ad un Paese incupito

Vogliono sterminarci, ma è anche colpa nostra!

Ancora una strage, l’ennesima. Stesso canovaccio, stesso obiettivo: l’Occidente e i suoi ‘rituali’. Dopo la scuola, la metro, il ristorante, il concerto, l’aeroporto e altri luoghi-simbolo, questa volta è toccato ad un lungomare, quello di Nizza, dove migliaia di francesi e turisti festeggiavano il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia, con il naso all’insù per ammirare lo spettacolo dei fuochi pirotecnici

Gli Usa e la democrazia fondata sulle armi

Gli Usa, che storicamente si autoproclamano la ‘patria della democrazia’, tanto da esportarla nel resto del mondo, ergendosi a ‘gendarme buono’ (al netto del disarmo Obamiano degli ultimi anni), si scoprono vittime della propria supposta superiorità. Traditi proprio da quel modello democratico che, in realtà, sembrerebbe essere tutto tranne che un esempio da emulare

Il mondo alza le barricate, Trudeau apre le porte

In un’epoca sempre più votata alla chiusura dei confini (vedi i ‘sudditi’ di Sua Maestà con la Brexit) ed alla ‘fobia’ del diverso/immigrato (vedi Trump con il suo ‘muro’ al confine col Messico), si erge un “anti-eroe dei tempi moderni”, un ‘Bastian contrario’, o forse un ‘leader-non allineato’, magari ‘diversamente illuminato’: Justin Trudeau.

Fuori Londra, Roma prenda il suo posto!

La Brexit è figlia dell’inefficienza dell’Unione Europea, figlia dello scollamento che c’è tra il popolo e i suoi rappresentanti, tra i bisogni veri della gente e la burocrazia, inefficiente palude. Basti dire che la maggioranza degli inglesi ha votato per l’uscita dall’Ue e la maggioranza dei suoi rappresentanti politici è contro il distacco dall’Ue

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