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Aspettando le bollette e la Meloni

L’autunno e la primavera sono le mie stagioni preferite in Italia. In autunno, le giornate si accorciano, la natura lentamente scivola verso l’inverno e una volta era un rito ed una grande festa per la vendemmia e la raccolta delle olive.

Non so se c’entrano i cambiamenti climatici (e sono sicuro che c’entrano), ma da qualche anno i raccolti sono irregolari. Non so cosa succederà quest’anno per quanto riguarda le olive, ma dalle prime informazioni non sarà un anno eccezionale. E ogni volta, ad ottobre, da qualche anno si ripete sempre lo stesso psicodramma: non si trova nessuno per raccoglierle. La colpa non è soltanto del reddito di cittadinanza, ma anche di una certa disorganizzazione. Si aspetta l’ultimo minuto con la speranza di pagare gli operai di meno. Intanto, è aumentata anche la molitura, che è passata da 14 a 18-20 euro.

Dalle mie parti c’è la cultura dell’olio d’oliva. Siamo circondati da uliveti, alcuni secolari, altri piantati dai nostri nonni o bisnonni e, anche se i loro figli e nipoti hanno abbandonato la terra, gli sono rimasti gli odori e i sapori di una volta. Ed allora, a ottobre, girano per i frantoi e comprano qualche quintale di olive per uso familiare.

Una volta erano soprattutto le donne che le raccoglievano. Si iniziava a metà ottobre, dopo la Fiera di Larino, e si andava avanti fino agli inizi di dicembre. Ora la raccolta si fa con i compressori e moderni abbacchiatori. Ma non ci sono operai. Da qualche anno, si vedono squadre di immigrati che forse, almeno al Sud, salveranno la nostra disastrata agricoltura.

Aspettando le bollette e la Meloni

 Non siamo ancora usciti dalla pandemia da Covid che, da qualche mese, le nostre orecchie sentono solo notizie allarmanti: l’aumento delle bollette della luce e del gas. Si parla di incrementi di oltre il 50%, che naturalmente mettono in crisi il bilancio familiare, già traballante da mesi. Non so se questa volta ce la caveremo, ma la situazione è veramente difficile per il paese. Da settimane aspettiamo la formazione del nuovo governo che dovrebbe vedere la luce mercoledì 12 ottobre. Il nuovo Presidente del Consiglio in pectore ha difficoltà a trovare soprattutto il Ministro delle Finanze. Due o tre personalità interpellate hanno declinato l’invito e gli altri due leader della nuova maggioranza, Salvini e Berlusconi, sgomitano per avere il loro spazio. Mi ha sorpreso l’ultima dichiarazione di Berlusconi, il quale ha detto che la Meloni ha risposto alle sue richieste con arroganza. Non so se sono solo io a rimpiangere Draghi, ma prevedo per la Meloni giorni poco tranquilli.

Giorgia Meloni double face

La vittoria del centrodestra nelle ultime elezioni è stata digerita abbastanza bene, forse perché già si sapeva che avrebbe vinto. Restano, però, dei dubbi sul futuro presidente del Consiglio, che dovrebbe essere la vincitrice di queste elezioni, ovvero Giorgia Meloni, sulla quale però permangono alcune ombre per quanto riguarda le sue idee politiche. Molti non hanno dimenticato le sue amicizie con i fascisti italiani, con il Premier ungherese Orban e con la destra spagnola Vox. Non penso che la Meloni, se diventerà la prima donna Presidente del Consiglio, con i guai che ha il paese, avrà molto tempo per pensare alla sua ideologia. I problemi sono tanti e urgenti e non c’è tempo da perdere in inutili discussioni, anche se qualche suo stretto collaboratore sta già mettendo le mani avanti. Se l’Italia è in rovina e le bollette arrivano alle stelle è tutta colpa del PD. Speriamo che non sia così.

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