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Camilla Sironi
Alla scoperta del romanzo di Camilla Sironi: Les femmes de bois

Dopo il successo di Pourtant, je suis là, la scrittrice italo-canadese Camilla Sironi ha scritto il suo secondo romanzo, Les femmes de bois, che sarà sugli scaffali delle librerie quebecchesi a partire dal prossimo 7 giugno

Camilla Sironi, figlia di padre italiano e madre francese, è una scrittrice nata e cresciuta in Italia che, dopo aver conseguito la laurea triennale a Milano, ha deciso di trasferirsi in Québec per proseguire i suoi studi. Ha, quindi, maturato l’idea di continuare a viverci. Il suo legame con il Bel Paese si è mantenuto forte e solido; spesso sente l’esigenza di tornare nella sua terra natale, non a caso fonte d’ispirazione dei suoi romanzi. Dopo il successo di Pourtant, je suis , pubblicato nel 2020, il 7 giugno sarà messo in vendita Les femmes de bois, il suo secondo romanzo. In merito, abbiamo avuto delle anticipazioni dalla stessa autrice, le quali ci fanno pensare che questo suo nuovo libro abbia tutte le carte in regola per replicare, se non superare, il successo della sua prima pubblicazione.

Il Cittadino Canadese è riuscito ad avere, in esclusiva, la prima intervista ufficiale con l’autrice.

 

Qual è il tuo rapporto con  l’Italia?
“L’Italia è un paese fantastico, il paese in cui sono nata e cresciuta. I miei genitori vivono là e continuo ad andarci almeno due volte all’anno. Ho scritto a lungo in italiano, ma alla fine il francese, essendo l’idioma principale del mio quotidiano, si è imposto come lingua narrativa. Anche se non scrivo più in italiano, l’Italia resta sempre presente in quello che racconto, è fonte d’ispirazione. Una buona parte del primo romanzo è ambientato sul lago Maggiore, mentre il secondo a Carlofonte, sull’isola di San Pietro, nel sud della Sardegna. (…) Queste due locations hanno un significato personale profondo: la prima è la zona in cui sono nata e cresciuta, un luogo che porto nel cuore; la seconda, invece, è uno dei posti più belli che abbia mai visitato. Carloforte, nello specifico, mi ha colpito per una sua particolarità: ci si sente a Genova. Essendo stata una ex colonia genovese, ancora oggi si parla il dialetto ligure e si mangiano pietanze tipiche di quel posto. Allo stesso tempo, però, ci sono forti influenze tunisine. Si tratta di una caratteristica unica, considerando che la Sardegna è un’isola tradizionalista”.

 

Parlaci un po’ del tuo nuovo romanzo.

Les femmes de bois racconta la storia di un’amicizia improponibile tra Anna, artista poliedrica dal temperamento selvaggio e solitario, nata e cresciuta nel villaggio sardo, e la quebecchese Dominique, donna solare e spumeggiante da poco in pensione. Si tratta di due persone completamente diverse tra loro che riescono ad instaurare un’amicizia improbabile che permetterà loro di affrontare svariate difficoltà personali.

All’interno del paesaggio sardo, cesellato dal sole, dalle onde e dal vento, c’è anche Georges, immigrato senegalese in cerca di una vita migliore. (…) I temi principali sono l’amicizia, la natura e l’immigrazione. L’amicizia tra Anna e Dominique è il fulcro del romanzo. L’intera vicenda si sviluppa grazie al rapporto stabilito tra le due protagoniste; la natura, invece, è onnipresente nelle mie storie. (…) Non si tratta di un semplice elemento decorativo, ma – sottolinea la scrittrice – accompagna ed aiuta a spurgare certe situazioni, certe emozioni forti; infine, la mia storia tratta anche il tema dell’immigrazione. (…) Non è predominante, ma ho voluto svilupparlo per far capire tutte le difficoltà interiori e fisiche che vivono gli immigrati”.

 

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Qual è il fil rouge che collega i tuoi due romanzi?

“(…) L’Italia è il primo. Ricerco sempre le mie radici; questo è il motivo per cui entrambi i miei romanzi sono ambientati in Italia e, inoltre, ho bisogno di scrivere al sole. Il vero collegamento tra i due romanzi, però, è che i personaggi femminili sono delle donne mature. M’interessa esplorare come, arrivati ad un certo punto della vita, bisogna porsi delle domande in un modo un po’ più severo, più critico. Analizzare, dunque, come queste donne più sagge, riescono, con il loro bagaglio culturale ed esperienziale, a riflettere meglio su come vivere la vita e i rapporti con le persone che sono al loro fianco”.

 

Quali sono le tue aspettative in termini di accoglienza e critica?:

“A me piace scrivere sapendo che quello che racconto faccia bene al lettore. (…) Spero che il romanzo sia accolto bene come lo è stato il mio primo. Non c’è volontà di giudicare o di separare e cerco di trasmettere al pubblico valori quali la solidarietà, la gentilezza, la giustizia e l’apertura verso il prossimo, gli stessi valori che cerco di trasmettere ai miei due bambini”.

 

La storia personale di Camilla Sironi – donna italiana diventata anche quebecchese al punto di parlare e scrivere correntemente in francese – richiama le storie delle tante italiane e dei tanti italiani che hanno deciso di trasferirsi nell’accogliente terra canadese. I suoi romanzi richiamano questo profondo legame con il paese d’origine. Legame che diventa, persino, in grado di consolidare e rafforzare la propria presenza nel suo
“nuovo mondo”. Il nostro, allora, è un caldo invito alla lettura di questa nuova proposta letteraria della giovane e più che promettente scrittrice.

 

Per maggiori informazioni su Camila Sironi e i suoi due romanzi, consultate le sue pagine social.

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