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Da sinistra: François Legault, Dominique Anglade, Éric Duhaime, Gabriel Nadeau-Dubois e Paul St-Pierre Plamondon. FOTO: LA PRESSE CANADIENNE
A Legault 90 seggi grazie al sistema elettorale

QUÉBEC – Le elezioni provinciali si sono tenute lunedì 3 ottobre e già alle 20:08, 8 minuti dopo la chiusura dei seggi, sapevamo già che la CAQ avrebbe stravinto, accaparrandosi una larga e solida maggioranza. Con solo il 41% del voto popolare, la Coalition Avenir Québec (CAQ) ha ottenuto una forte maggioranza di deputati, 90 dei 125 eletti (il 72%). Un plebiscito in tutta la Provincia, tranne che a Montréal, storicamente liberale e progressista.  

Una distorsione dettata da una legge elettorale fondata sul principio del maggioritario uninominale secco: basta un voto in più in ciascun collegio per conquistare il seggio in palio. Nei prossimi giorni il premier Legault presenterà la squadra di governo che vedrà molte conferme e qualche novità. Ma soprattutto potrà governare per 4 anni senza colpo ferire. Resta da vedere se Québec Solidaire ed il Parti Québécois, nonostante non abbiano ottenuto né 12 seggi, né il 20% dei voti, potranno formare un gruppo parlamentare (con la possibilità di prendere la parola all’Assemblea Nazionale e di poter usufruire di un budget di funzionamento). Altrimenti dovranno sedere come deputati indipendenti. Legault si è mostrato possibilista, mentre la leader liberale Dominique Anglade, a capo dell’opposizione ufficiale, si è mostrata piuttosto scettica. I Liberali, ricordiamolo, hanno ottenuto 21 seggi, nonostante il 14,37% dei consensi, meno del PQ e di QS, che hanno ricevuto rispettivamente il 14,61% e il 15,43% dei voti. 

Questa distorsione tra il voto popolare e la distribuzione dei seggi nell’Assemblea Nazionale si sarebbe potuta ridurre, qualora fosse stato adottato il disegno di legge 39 sulla riforma del sistema elettorale, presentato nel 2019 dallo stesso partito di Legault. 

Una riforma che avrebbe sostituito l’attuale sistema maggioritario con un sistema proporzionale misto, con redistribuzione su base regionale. Ciascun elettore avrebbe espresso due voti: uno per eleggere un deputato in uno degli 80 nuovi seggi in cui sarebbe stato suddiviso il Québec, ed un altro per il partito, al fine di assegnare gli altri 45 seggi di “compensazione” distribuiti in 17 regioni elettorali, a partire da una lista di candidati fornita dagli stessi partiti. Con un sistema elettorale di questo tipo, in base ai calcoli degli analisti di Radio-Canada, alle ultime elezioni la CAQ avrebbe eletto 75 deputati, 15 in meno. La disfatta sarebbe stata ancora più marcata per il PLQ, che avrebbe ottenuto 5 seggi in meno (16 anziché 21). Québec Solidaire (QS) avrebbe potuto contare su 3 deputati in più, ovvero 14 deputati invece di 11, mentre il Parti Québécois (PQ) avrebbe rallentato la sua flessione, eleggendo il triplo dei deputati eletti, 10 anziché 3. Ma il più grande vincitore sarebbe stato senza dubbio il Partito Conservatore (PCQ), che avrebbe eletto ben 10 parlamentari (anziché zero). Urge riformare un sistema elettorale che non appare più congeniale a registrare gli umori di una società più fluida e cangiante, che da un sistema bipartitico è ormai passata ad un sistema multipartitico.

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