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Ucraina, Stefanini (Ispi): “Putin si è tagliato i ponti alle spalle”

(Adnkronos) – L’annessione alla Russia delle regioni occupate in Ucraina “è una escalation politica”, con la quale Vladimir Putin “si taglia i ponti alle spalle” ed esclude “ogni possibilità di futuro negoziato”. A sottolinearlo all’Adnkronos è Stefano Stefanini, senior advisor dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi)
 

Più che creare “un fatto compiuto”, ragiona l’ex ambasciatore presso la Nato, abbiamo una “situazione irreversibile”. Sia dal punto di vista russo, perché dopo l’annessione “diventa impossibile cedere”, ma “anche davanti alla comunità internazionale”. “Paesi ‘comprensivi’ verso la Russia, come potrebbe essere la Cina, non possono riconoscere l’annessione”. “E’ un passo – sottolinea Stefanini – con il quale Putin si mette completamente fuori dal diritto internazionale”. 

Il destino di Putin è sempre più legato a questa guerra? “Esatto”, risponde Stefanini, sottolineando come il presidente russo, attraverso l’annessione “lega quella che era stata una sua scelta, e contrabbandata come operazione speciale, all’intera nazione. A questa punto nella guerra è in gioco la faccia della Russia”. “Anche chi, e sono in molti nella elite russa, che lo hanno seguito e lo seguono perché non hanno capacità o voglia di opporsi, però con molti dubbi, sono obbligati a seguirlo su questa strada”.  

“Putin ha fatto di quella che era la sua guerra, una guerra nazionale. Compreso il corollario che, ove mai questi territori fossero minacciati da vicende belliche”, Putin li difenderebbe “con tutte le armi disponibili, comprese le armi nucleari”, nota il diplomatico.  

Quella nucleare è una minaccia che dobbiamo temere? “Penso che nella mente di Putin, e del gruppo dirigente intorno a lui, sia una di quelle minacce che hanno lo scopo di deterrenza”, risponde Stefanini. Tuttavia, aggiunge, “nel momento in cui la minaccia non ottiene l’effetto desiderato, cioè non impedisce un’eventuale vittoria ucraina che tocchi anche quei territori, alla minaccia nelle loro intenzioni verrebbe dato seguito. Se poi militari russi sarebbero disposti a obbedire all’ordine di schiacciare il bottone è tutto da vedere. Nella testa di Putin questo non è soltanto un bluff”. 

Con l’annessione alla Russia delle regioni occupate in Ucraina, il presidente russo Vladimir “Putin ha già eliminato quello che doveva essere la contropartita della rinuncia di Kiev all’adesione Nato”, sottolinea ancora Stefanini, dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di voler chiedere l’adesione rapida all’Alleanza Atlantica, come prima risposta al passo di Mosca. 

“Prima dell’inizio della guerra – ricorda – Zelensky aveva messo in naftalina la richiesta di adesione Nato, sostituendola con una richiesta di neutralità dell’Ucraina con garanzie internazionali” sulla propria integrità territoriale.  

“Strappandogli via un 15-20% di territorio, Putin ha già eliminato quella che doveva essere la contropartita della rinuncia all’adesione Nato. Quindi Zelensky fa quello che hanno fatto Finlandia e Svezia”, ritenendo che, “se così stanno le cose, l’unica cosa per proteggere il paese è la garanzia della Nato e dell’art 5. E’ una mossa difensiva per evitare future vicende da questo genere da parte dell’aggressione russa”, nota Stefanini. Putin, sottolinea, non solo si annette parte del territorio ucraino, “ma continua a negare il diritto dell’Ucraina all’esistenza”.  

Quale potrà essere la risposta della Nato? “Non lo so – afferma il diplomatico – fino a ieri, l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è mai stato una prospettiva realistica, perché la Nato decide per consenso e alcuni paesi erano contrari fin dal 2008. Quello che sta succedendo con questa guerra cambia completamento le prospettive”. “Abbiamo già visto cose impensabili”, prosegue Stefanini, citando la rinuncia tedesca al gasdotto Nord Stream 2.  

“A questo punto anche in campo strategico cambiano completamente le decisioni. Per questo dico non lo so. La richiesta dell’Ucraina nel momento in cui la Russia annette una parte dell’Ucraina – rimarca – è una cosa diversa da una richiesta come paese territorialmente integro”. 

 

 

 

 

 

 

 

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