(Adnkronos) – “Il trasporto aereo riguarda da vicino tutto il sistema economico, il sistema turistico, il sistema dei servizi. La decarbonizzazione del settore aereo che è il tema posto al centro di questo patto e di questo dibattito è cruciale. D’altra parte a livello mondiale, e non solo nell’Unione europea, ma anche tra le organizzazioni internazionali si punta tantissimo in questa direzione, per garantire un futuro al settore ma anche un futuro rispettoso dell’ambiente e dell’aumentata sensibilità delle persone. L’Italia ha già investito in questo senso, ma è un processo lungo, e per questo va immaginato in due tempi”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini intervenendo al primo congresso annuale “Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo”, in corso di svolgimento presso l’aeroporto di Fiumicino”.
“Da qui al 2030 – spiega il ministro – bisogna fare interventi di abilitazione che non necessariamente si rifletteranno sulla caduta delle emissioni. Quali sono i fattori abilitanti? Prevalentemente la ricerca, ma anche mettere meglio a punto i regolamenti nazionali ed europei, a partire dal Fit55, così come le infrastrutture. Nel Fondo di mobilità sostenibile da 2miliardi istituito con la legge di Bilancio e che durerà fino al 2030, 200 milioni sono destinati al settore aereo per potenziare le infrastrutture. Il cambio della flotta aerea, del resto, non si fa da un giorno all’altro. E’ una questione di politica industriale, e su questo dobbiamo dire che Airbus sembra nettamente avanti rispetto a Boeing. Ci vuole inoltre la produzione di biocarburanti, che possono risolvere i problemi immediati, anche se non possiamo pensare di usarli all’infinito”.
“Il vero balzo avverrà poi dal 2030”. “Da quella data fino al 2050 – continua – si procederà alla decarbonizzazione vera e propria con una riduzione netta degli impatti sulle emissioni climalteranti, perché bisogna sviluppare tecnologie adeguate e gli aeromobili dovranno essere anche di nuova generazione. Né vanno dimenticati gli aeroporti, che possono fare molto per ridurre la loro impronta carbonica”.
“In merito alla decarbonizzazione i diversi partiti in campagna elettorale mostrano differenze importanti. Non tutti pensano che il tema della sostenibilità sia centrale. Bisogna adottare però una visione europea. Qui non si parla solo di ambiente, ma anche di politica industriale, economica, di ricerca. Infatti il Green deal europeo fu presentato non come un piano ambientale bensì come un piano economico.
“I prossimi mesi – aggiunge- ci diranno se la visione del nuovo Parlamento e governo andrà nella direzione tracciata in questo anno e mezzo o se invece in nome di altre priorità andrà da un’altra parte. E sarebbe gravissimo, perché o investiamo anno dopo anno o dovremo procedere in rincorsa, mentre altri Paesi stanno andando in questa direzione, e quindi per noi vorrebbe dire perdere posizioni. Invito tutti a vigilare, perché il patto per la decarbonizzazione del settore aereo non può non avere un’attenzione elevata della politica”.
“Inoltre vorrei capire quali sono i pezzi del Pnrr che teoricamente andrebbero cambiati, al di là degli slogan. Per esempio l’elettrificazione dei porti, già avviata, perché non dovrebbe essere una priorità?” conclude.